Gli offrono un passaggio, poi gli rubano un orologio da 25.000 euro

Prima, la serata in discoteca. Poi, il furto di un orologio di lusso. Giovedì scorso, la Polizia di Stato, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano, ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro persone, ritenute responsabili della rapina di un orologio del valore di 25.000 euro, avvenuta a inizio ottobre. In manette sono finiti tre cittadini italiani di 24, 26 e 28 anni e un cittadino domenicano di 23.
I fatti
Come si legge in una nota della Polizia di Stato italiana, i poliziotti del Commissariato Centro, nel corso delle indagini, sono riusciti a risalire ai quattro colpevoli partendo dalla denuncia presentata da un cittadino danese. L'uomo, un 35.enne, aveva dichiarato che nella notte di giovedì 2 ottobre, verso le 05:30 del mattino, dopo aver trascorso la serata con un amico in una discoteca di corso Garibaldi a Milano, era stato avvicinato da un giovane che, con insistenza, pretendeva di offrigli un passaggio con la propria auto.
Il danese, inizialmente, ha accettato e ha seguito il giovane verso un luogo appartato di via della Moscova. A un certo punto, però, compreso il pericolo, ha deciso di cambiare repentinamente direzioni dirigendosi in via Volta. Dopo circa 300 metri, tuttavia, il 35.enne è stato aggredito alle spalle da tre persone, una dei quali lo ha colpito con un violento calcio alla gamba destra facendolo cadere a terra. Quest'ultimo, lo ha immobilizzato l'intento di strappargli il prezioso orologio del valore di 25.000 euro, mentre gli altri due giovani hanno bloccato l’amico della vittima impedendogli di intervenire in suo soccorso. Una volta riusciti a strappare al 35.enne il prezioso orologio, l’aggressore e i suoi due complici si sono allontanati di corsa da via Volta per raggiungere un'auto lì vicino, pronta per partire.
Traditi dai tatuaggi e dai video sui social
Dopo aver appreso quanto accaduto dal racconto della vittima, i poliziotti del Commissariato Centro hanno quindi raccolto i filmati degli impianti di sorveglianza pubblici e privati, che hanno permesso di ricostruire la dinamica della rapina e, soprattutto, di identificare i colpevoli. In primo luogo, i poliziotti hanno individuato la targa dell'auto utilizzata per la fuga e il suo proprietario, ossia il cittadino italiano 24.enne coinvolto nei fatti. Grazie ad ulteriori accertamenti, i poliziotti sono quindi risaliti agli spostamenti del veicolo nei dintorni di corso Como e all’identità degli altri tre occupanti. Come detto, il gruppo era arrivato nella zona intorno alla una di notte, per passare la serata in una discoteca di corso Como.
Come ricostruito dalla Polizia, al termine della serata i quattro indagati, ripercorrendo corso Como e corso Garibaldi, alle ore 05.20 circa sono giunti in largo La Foppa. Qui, il 28.enne coinvolto – che a ottobre risultava agli arresti domiciliari – ha quindi agganciato la vittima e l'amico, convincendoli a seguirlo in via della Moscova dove, nel frattempo, si erano già appostati gli altri complici. Dopo che il 35.enne danese è scappato, una parte del gruppo lo ha seguito e raggiunto. In quel momento, sempre il 28.enne, ha tirato un calcio alla vittima, lo ha aggredito e si è impossessato del suo orologio, mentre il 23.enne e il 26.enne si occupavano dell'amico. Il 24.enne coinvolto nella rapina, invece, è rimasto in auto, con l'obiettivo di fornire supporto agli altri componenti del gruppo che, al termine della rapina, sono saliti in auto per allontanarsi.
Come detto, gli autori della rapina sono stati identificati grazie alle immagini di alta qualità raccolte, che hanno consentito di individuare sia particolari elementi fisici che dettagli sull'abbigliamento. Non solo: sono stati particolarmente utili anche gli elementi raccolti grazie alla consultazione dei video pubblicati dai rapinatori sulle loro piattaforme social, aperte al pubblico. Questi filmati, infatti, hanno consentito l’identificazione di dei due indagati italiani di 24 e 28 anni, mentre per gli altri indagati, l’italiano di 26 anni e il domenicano di 23, sono risultati cruciali i confronti con alcuni tatuaggi.
Durante l’espletamento dell’attività investigativa, spiega la Polizia di Stato, sono stati svolti servizi di pedinamento ed osservazione i quali hanno consentito di confrontare e riscontrare tutti quei particolari elementi sul loro corpo e quindi rendere inconfutabile la loro identità. Il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari e la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo con sentenza irrevocabile di condanna.
