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Gli Stati Uniti hanno condotto attacchi aerei in Nigeria: «Colpiti obiettivi ISIS»

L’operazione è stata annunciata ore fa dal presidente Donald Trump, che ha rivendicato direttamente l’azione attraverso un messaggio pubblicato sulla sua piattaforma social Truth: «Operazione per fermare la persecuzione di cristiani» - Collaborazione con le autorità nigeriane
©Alex Brandon
Red. Online
26.12.2025 07:51

Gli Stati Uniti hanno comunicato di aver condotto attacchi aerei contro miliziani dello Stato islamico (ISIS) nel nord-ovest della Nigeria. L’operazione è stata annunciata ore fa dal presidente Donald Trump, che ha rivendicato direttamente l’azione attraverso un messaggio pubblicato sulla sua piattaforma social Truth.

«Stasera, sotto la mia direzione come commander-in-chief, gli Stati Uniti hanno lanciato un attacco potente e letale contro la feccia terroristica dell’ISIS nel nord-ovest della Nigeria», ha scritto Trump, sostenendo che i gruppi colpiti «hanno preso di mira e ucciso brutalmente, principalmente cristiani innocenti». Il presidente ha aggiunto di aver già avvertito in passato i miliziani che, se non avessero fermato il «massacro dei cristiani», avrebbero affrontato «conseguenze severe». «Il Dipartimento della Guerra ha eseguito numerosi attacchi perfetti, come solo gli Stati Uniti sono in grado di fare», ha affermato.

In un altro messaggio, Trump ha ribadito che sotto la sua guida, «gli Stati Uniti non permetteranno al terrorismo islamico radicale di prosperare», concludendo con un augurio natalizio che includeva anche un riferimento ai terroristi uccisi: «Che Dio benedica il nostro esercito e buon Natale a tutti, compresi i terroristi morti, che saranno molti di più se il loro massacro di cristiani continuerà».

Oltre la religione

Trump aveva in passato criticato duramente il governo nigeriano, definendo inadeguata la sua risposta agli attacchi contro le comunità cristiane e arrivando a evocare un intervento militare statunitense «ad armi spianate». La Nigeria è ufficialmente uno Stato laico e conta una popolazione quasi equamente divisa tra musulmani (circa il 53%) e cristiani (45%). Le violenze contro i cristiani hanno attirato una forte attenzione internazionale, in particolare negli ambienti religiosi conservatori statunitensi, dove sono spesso descritte come persecuzioni religiose.

Il governo nigeriano, tuttavia, respinge questa interpretazione, sostenendo che i gruppi armati colpiscono sia musulmani sia cristiani e che ridurre il conflitto a una dimensione esclusivamente religiosa non riflette la complessità della situazione. Analisti e osservatori ricordano che in molte aree del Paese gli scontri sono legati anche a rivalità storiche e alla competizione per risorse come terra e acqua, in particolare tra pastori nomadi musulmani e comunità agricole prevalentemente cristiane. Anche i rapimenti di sacerdoti e pastori, sempre più frequenti, vengono spesso attribuiti a motivazioni criminali e al pagamento di riscatti.

Il coordinamento

Il Comando militare statunitense per l’Africa (Africom) ha confermato che l’attacco è stato condotto nello Stato di Sokoto, nel nord-ovest della Nigeria, e che l’operazione è avvenuta in coordinamento con le autorità nigeriane. In un primo momento Africom aveva indicato che i raid erano stati effettuati su richiesta del governo nigeriano: una parte di comunicazione successivamente rimossa, riportano i media internazionali. Il capo del Pentagono, Pete Hegseth, ha comunque dichiarato di essere «grato per il supporto e la cooperazione del governo nigeriano».

Il ministero degli Esteri della Nigeria ha confermato l’operazione, parlando di «colpi di precisione contro obiettivi terroristici in Nigeria tramite attacchi aerei». Le autorità nigeriane hanno  affermato di essere impegnate in una «cooperazione strutturata in materia di sicurezza con i partner internazionali, compresi gli Stati Uniti d’America, per affrontare la persistente minaccia del terrorismo e dell’estremismo violento». Una collaborazione che, stando al Guardian, includerebbe la condivisione di intelligence e coordinamento strategico.

L'ennesima operazione

Non è chiaro, al momento, l'impatto dell'operazione sull'opinione pubblica statunitense. Trump, lo ricordiamo, in campagna elettorale si era presentato come «candidato della pace», rispondendo a quella parte della base MAGA che chiedeva meno interventi all'estero. Nel primo anno del suo secondo mandato, invece, Trump ha autorizzato raid e operazioni in diverse aree, tra cui Yemen, Iran, Siria e Caraibi, dove forti tensioni stanno montando con il Venezuela.

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