Gli ucraini sono stanchi del presidente Zelensky?

Proprio mentre il rapporto tra Volodymyr Zelensky e Donald Trump sembra più solido che mai, con il presidente USA che potrebbe persino inviare in Ucraina i missili a lungo raggio Tomahawk, per il leader di Kiev arriva la bocciatura da parte del suo popolo. Forse proprio perché la sua immagine è così fortemente legata ad uno dei periodi più bui del Paese. Stando a un sondaggio del Kyiv International Institute of Sociology (KIIS), pubblicato ieri, solamente il 25% degli intervistati ritiene che l’attuale capo di Stato debba rimanere in carica una volta finita la guerra innescata dall’invasione russa nel febbraio del 2022.
È un risultato decisamente sorprendente, specialmente dopo l’impennata di consensi per Zelensky in seguito all’ormai storico scontro alla Casa Bianca con il presidente USA, avvenuto lo scorso 28 febbraio. Da marzo 2025, la popolarità del leader di Kiev era cresciuta costantemente toccando, a maggio, l’apice del 74%.
Il consenso per Zelensky ha poi iniziato a cadere nei mesi estivi, fino ad attestarsi intorno al 60% in ottobre. La Russia, dopo l'incontro di Ferragosto tra Trump e Putin in Alaska, ha inasprito gli scontri, bombardando senza pietà i civili ucraini e le strutture critiche del Paese. Un peggioramento della situazione che certamente ha un peso sulla valutazione dell'operato del leader ucraino. Nonostante il dato ancora positivo (si parla comunque di un crollo di 14 punti percentuali), il desiderio dell’opinione pubblica sembra oggi quello di trovare un nuovo capo di Stato. Solamente un quarto degli intervistati vorrebbe infatti che l’attuale leader restasse alla guida del Paese.

Nello specifico, il KIIS ha condotto il sondaggio realizzando 1.008 interviste telefoniche in tutte le regioni ancora controllate dagli ucraini. Il campione, va sottolineato, non include i residenti di territori temporaneamente occupati dai russi e non sono stati interpellati cittadini che hanno lasciato il Paese dopo il 24 febbraio del 2022.
Agli intervistati sono state poste domande sulle attività future sia di Zelensky che del suo principale avversario politico, l’ex presidente Petro Poroshenko. Il 36% delle persone interpellate si augura che l’attuale capo di Stato abbandoni la politica una volta finita la guerra, mentre il 14% ritiene che Zelensky debba essere perseguito penalmente. Secondo la costituzione ucraina, le prossime elezioni saranno possibili solo con la revoca della legge marziale, dichiarata in seguito all'invasione russa su vasta scala. Zelensky, dal canto suo, ha già fatto sapere che non intende ricandidarsi qualora venissero scacciate le truppe di Vladimir Putin.

Il sondaggio mostra comunque un indice di fiducia del 60% nei confronti del leader ucraino, un leggero aumento rispetto all’inizio di settembre, quando il sostegno al presidente era diminuito in seguito al suo tentativo di ridurre l'indipendenza delle principali istituzioni anticorruzione.
Tra il 35% degli ucraini che non si fidano più di Zelensky, il sostegno alla sua ricandidatura alla guida del Paese oscilla tra il 2% e il 3%. All’interno di questo gruppo di detrattori, il 57% ritiene addirittura che il capo di Stato debba affrontare accuse penali, mentre il 60% chiede la fine della sua carriera politica.
Stando ai diversi sondaggi condotti dal KIIS in questi anni, quando Zelensky è salito al potere dopo le elezioni presidenziali e parlamentari del 2019, ben l'80% degli ucraini riponeva fiducia in lui. La percentuale è poi crollata vertiginosamente in meno di 3 anni, arrivando al 37% prima del febbraio 2022. Il livello di popolarità è però schizzato al 90% in seguito all’invasione russa. Nonostante la fiducia verso Zelensky sia inferiore a quello di maggio, resta comunque superiore ai dati registrati a dicembre del 2024, quando gli aiuti americani sono stati messi in seria discussione da Donald Trump, da poco vittorioso alle presidenziali.
Per quanto riguarda le future elezioni ucraine, solamente l'11% degli ucraini ritiene che debbano essere tenute prima della fine delle ostilità. Il 41% degli intervistati, inoltre, pensa che Zelensky debba rimanere in politica, anche se appena il 25% lo vorrebbe vedere presidente.
Allo stesso tempo, un numero ancora inferiore di intervistati vorrebbe che Poroshenko rimanesse in politica (e, in particolare, che divenisse capo di Stato). In totale, il 23% degli ucraini ritiene che l’attuale deputato della Verchovna Rada (il Parlamento ucraino, ndr) e segretario del partito Solidarietà Europea debba restare in politica. Tra questi il 9% vorrebbe che Poroshenko assumesse la carica di presidente o primo ministro dopo la guerra. Il 23% degli interpellati vorrebbe che l'ex presidente venisse perseguito penalmente.
Stando all’analisi del KIIS, i risultati ottenuti mostrano come Zelensky mantenga un livello di fiducia piuttosto elevato nella società ucraina. Considerando che la maggioranza degli intervistati è contraria allo svolgimento di elezioni nel prossimo futuro, è possibile affermare che l’attuale presidente sia ancora considerato un capo di Stato legittimo, almeno fino alla fine della guerra.
Per il periodo successivo al conflitto, ci sono grandi aspettative nel vedere un volto nuovo alla guida dell’ex Repubblica sovietica. Questo non significa per forza di cose la vittoria elettorale dell’attuale opposizione di Governo. Durante la guerra su vasta scala, molti militari, volontari, personaggi pubblici e funzionari governativi o locali si sono dimostrati possibili leader di spicco, in quanto abili a gestire le diverse crisi legate ai continui attacchi russi. Per il KIIS, durante la guerra si è formata una nuova generazione di politici e personalità di valore. Chissà che tra loro non vi sia il futuro presidente dell'Ucraina, quando finalmente sarà tornata la pace.