«Goblin mode», la pandemia ci ha resi trasandati e pigri?

È stata annunciata quest'oggi la «parola dell'anno» per il dizionario di Oxford: si tratta di «goblin mode», una terminologia gergale che descrive un comportamento «pigro, sciatto e trasandato». Per la prima volta a votare è stato il pubblico, che ha scelto la «parola» con una valanga di voti, ben 318.956, ossia il 93% del totale, preferendola a metaverse («metaverso») e Istandwith («io sto con»). Ma cosa significa esattamente ciò che in italiano potremmo tradurre alla lettera con «modalità folletto»? Secondo la Oxford University Press, che pubblica l'Oxford English Dictionary, è un termine gergale usato in espressioni come «I am in goblin mode» oppure «to go goblin mode» («sono in modalità folletto» o «entrare in modalità folletto»). Si tratta di «un tipo di comportamento autoindulgente, pigro, sciatto o avido, tipico di chi rifiuta le norme o le convenzioni sociali». E non è un caso che il termine abbia avuto successo dopo la pandemia: mai come in questi due anni, le persone si sono ritrovate tra le mura domestiche, tra lockdown e smart working, spesso lavorando in pigiama o indossando una tuta, barba sfatta o capelli spettinati. Per tacere della voglia di restare sul divano piuttosto che andare in locali affollati. Insomma, tutti un po' più trasandati, svogliati e senza toppe preoccupazioni per l'aspetto estetico. Il termine è apparso per la prima volta online nel 2009, ma è diventato virale con l'hashtag #goblinmode a inizio 2022. Con l'allentamento delle restrizioni legate alla pandemia, la parola ha continuato a crescere, quando le persone si sono rese conto che non erano del tutto pronte a tornare alla vita pre-Covid.
«È un sollievo scoprire che siamo stanchi di apparire sempre perfetti come nei selfie su Instagram e nei video di TikTok», ha commentato Casper Grathwohl, presidente di Oxford Languages e curatore del progetto. L'esperta di parole televisive Susie Dent ha spiegato alla BBC: «Sembra una scelta piuttosto frivola, ma in realtà, andando in profondità, ci si rende conto che è una sorta di reazione allo stato attuale delle cose. Sembra che non vogliamo più una vita modificata dai filtri». Kari Paul, specialista di nuove tecnologie, ha riferito al Guardian che la scelta della parola rappresenta: «Una ribellione contro canoni estetici irraggiungibili e uno stile di vita insostenibile, il rifiuto di tornare alla normalità, se per normalità si intende mostrarsi perfetti». Per il dizionario inglese Collins la parola del 2022 è invece «permacrisis» («crisi permanente»). Un concetto che i britannici legano ad una serie di eventi, occorsi un dopo l'altro: la Brexit, la pandemia, la guerra in Ucraina, la crisi energetica e l’inflazione alle stelle.