Cinema

Godersi Barbie in Russia, ma senza il doppio bacio a Ken

Diverse sale nella Federazione stanno programmando il film grazie a copie piratate – Ma alcuni gestori hanno deciso di offuscare alcune scene, ritenendole contrarie ai «valori spirituali tradizionali russi»
La scena del doppio bacio da parte di due uomini a Ken come è stata vista in alcune sale russe. © Telegram
Red. Online
18.09.2023 16:15

Vedere film americani, in Russia, è (ancora) possibile. Anche al cinema. E questo nonostante, ufficialmente, pellicole come Barbie e Oppenheimer non siano (o non dovrebbero) essere in programmazione. Il motivo? Uno è legato alla censura: film come quelli citati «non soddisfano gli obiettivi di preservare e rafforzare i valori spirituali tradizionali russi». In realtà, il problema è molto più concreto ed è legato al fatto che le case di distribuzione, come Warner, abbiano lasciato il Paese non appena Vladimir Putin ha ordinato di invadere l'Ucraina. Poco male, in ogni caso: copie piratate dei due blockbuster, infatti, hanno iniziato a circolare all'interno della Federazione Russa. Finendo anche nelle sale. E alimentando così, parliamo di Barbie, una sorta di cortocircuito. Da una parte il Cremlino e la sua narrazione anti-occidentale. Dall'altra la cosiddetta pinkmania che ha investito Mosca e altre grandi città, fra vetrine rosa e costumi a tema durante le proiezioni. 

Tutto molto bello, verrebbe da dire. Peccato che alcuni gestori delle sale, di propria iniziativa, abbiano tagliato i momenti più «osceni» di Barbie. Uno su tutti, evidentemente interpretato come propaganda LGBTQ+: Ryan Gosling alle prese con una canzone molto sentimentale e tremendamente anni Ottanta, intitolata I'm Just Ken, con tanto di flash mob assieme agli altri Ken e un doppio bacio sulle guance allo stesso Gosling da parte di due colleghi. Inaccettabile, per la morale russa... La scena, letteralmente, è stata offuscata. Scatenando l'ironia di molti spettatori. Che, in seguito, sul web si sono scatenati. «I valori tradizionali sono salvi» ha scherzato un utente. 

Detto delle copie piratate, la Russia consente – legalmente – la visione di film esteri provenienti dall'Africa, dal Brasile e dalla Cina. Non solo, Mosca ha anche accelerato a livello di produzione interna. Ad esempio, sono stati spesi 200 milioni di rubli per mettere assieme un «documentario», Witness, il cui unico scopo era fornire una versione alternativa di quanto successo a Bucha e Irpin. Uno sforzo, questo, che al botteghino non è stato ripagato: nel primo weekend di programmazione, infatti, ha guadagnato appena il 4% del budget speso.

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