Africa

Golpe in Gabon: gli interessi francesi e l'esultanza della popolazione

Il generale Brice Oligui Nguema, leader dei pretoriani che hanno deposto il presidente Bongo, è stato portato in trionfo dai soldati, mentre fra la popolazione c'è chi festeggia — Macron condanna il colpo di Stato, ma l'opposizione francese risponde: «Supporto incondizionato della Francia a un regime insopportabile: gli africani hanno voltato pagina»
© EPA/Stringer
Red. Online
30.08.2023 14:30

È in costante evoluzione la situazione in Gabon, dove un gruppo di militari ha annunciato oggi, con un comunicato stampa letto sul canale televisivo statale Gabon 24, di aver preso il potere scalzando il presidente Ali Bongo Ondimba, al potere da 14 anni. Il generale Brice Oligui Nguema, capo della Guardia Repubblicana (GR), la guardia pretoriana del deposto presidente, è stato portato in trionfo da centinaia di soldati poche ore dopo il colpo di Stato. Al grido di «Oligui presidente», il leader militare è stato acclamato in un video trasmesso in loop alla fine di una dichiarazione letta da un colonnello circondato da ufficiali della GR, l'unità più potente dell'esercito gabonese, che annunciava che Bongo era «agli arresti domiciliari».

Ma a brindare al colpo di Stato non sono solo i soldati. Dalle foto diffuse dai media internazionali presenti sul posto, come l'AFP, almeno parte della popolazione sembra aver preso posizione, festeggiando e ballando nelle strade.

Gli interessi francesi

La Francia non ha tardato a rispondere alla vicenda. Parigi «condanna il colpo di Stato militare in corso» in Gabon, e raccomanda ai suoi connazionali nel Paese africano a «non uscire di casa». Queste le parole espresse dalla premier Elisabeth Borne nel suo discorso alla Conferenza annuale degli ambasciatori di Francia, riuniti a Parigi: «Seguiamo con la massima attenzione».

Non è una sorpresa: oggi la Francia mantiene una presenza militare in molti dei suoi ex territori coloniali. Secondo i dati presentati sul sito web del Ministero delle Forze armate francese, la missione in Gabon conta al momento 370 soldati dispiegati in modo permanente. Gli interessi economici, del resto, sono tanti ed evidenti. In Gabon opera, ad esempio, il gruppo minerario francese Eramet, attivo nell'estrazione del manganese (minerale essenziale, ad esempio, per la produzione di acciaio inossidabile). Il gigante, che ha sede a Parigi, ha dovuto annunciare nelle scorse ore uno stop delle operazioni: «In seguito agli ultimi avvenimenti in corso», il gruppo ha «messo fine» alle sue attività in Gabon e «monitora» la situazione per «proteggere la sicurezza del personale e l'integrità delle strutture», ha fatto sapere Eramet, che in Gabon conta 8 mila dipendenti. L'annuncio ha fatto crollare le azioni Eramet alla Borsa di Parigi, con un calo del 18,83% a 61,85 euro intorno alle 9.55.

Ma il Gabon basa la propria economia soprattutto sull'esportazione di prodotti fossili, dal gas naturale al petrolio, passando anche per il carbone. E qui, ancora, la Francia conta ancora diversi investimenti. TotalEnergies, compagnia petrolifera francese con sede a Parigi, è il principale distributore di prodotti petroliferi del Gabon, con 45 impianti e 350 dipendenti. Nelle ore seguenti il golpe, Total ha affermato di aver preso provvedimenti per garantire la sicurezza dei propri dipendenti e delle sue operazioni in Gabon. 

Le critiche dell'opposizione

Mentre Parigi condanna il golpe, il leader dei radicali di sinistra di La France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon, ha preso posizione accusando il presidente Emmanuel Macron di aver «compromesso la Francia» con il suo appoggio incondizionato alla famiglia Bongo, al potere da oltre 50 anni. Per Mélenchon - che si è espresso su X (ex Twitter) - «il Gabon ha potuto sbarazzarsi della sua marionetta presidenziale solo con un intervento dei militari. Macron - ha aggiunto - ha di nuovo compromesso la Francia in un appoggio incondizionato» ad un regime «insopportabile». «Gli africani - secondo Mélenchon - voltano pagina».

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