Green Pass senza Sputnik: e San Marino?

Lo avevamo scritto tempo fa. In russo, Sputnik significa «compagno di viaggio». E per San Marino, dati alla mano, il vaccino di Mosca è stato un amico fedele e affidabile. Oggi, il 70% della popolazione ha ricevuto entrambe le dosi. Di più, a quasi tutti i vaccinati (il 90% circa) è stato somministrato il preparato russo. Che funziona bene, se non benissimo. Anche nel contrastare le varianti, Delta compresa. Tutto molto bello, insomma. Se non fosse per il Green Pass e, nello specifico, il giro di vite approvato il 22 luglio dall’Italia. Dal 6 agosto, nella Penisola bisognerà esibire il certificato COVID per bar e ristoranti al chiuso, cinema, teatri, eventi sportivi, piscine, palestre e convegni. Niente di trascendentale, al netto delle proteste degli ultimi giorni. In fondo stiamo vivendo tempi straordinari e, appunto, sono necessarie misure straordinarie. Per i sammarinesi, tuttavia, la stretta italiana ha ripercussioni evidenti.
Un doppio no (per ora)
Per certi versi, infatti, è come se Sputnik non esistesse. Tanto per l’Unione europea quanto per l’Italia. Da una parte, l’Agenzia europea per i medicinali (l’EMA) non lo ha ancora riconosciuto. E il Green Pass, come noto, accetta soltanto vaccini approvati dall’UE. Ahia. Dall’altra, e di riflesso, il ministro alla Sanità italiano Roberto Speranza per il momento ha chiuso al preparato russo. Ahia, ancora. Capirete il problema per molti, moltissimi sammarinesi con attività lavorative e affetti in Italia. Una figlia desiderosa di visitare la madre in casa anziani, per dirne una, dovrebbe sottoporsi al tampone nonostante la doppia dose di Sputnik. Un fastidio e un costo.
San Marino in questi giorni ha attivato tutte le sue leve diplomatiche per strappare un accordo. L’obiettivo, dicevamo, è far sì che l’Italia allarghi – per il suo Green Pass – la paletta di vaccini riconosciuti comprendendo anche Sputnik. Una mossa prevista per fini turistici e di mobilità e che hanno già compiuto altre nazioni dell’Unione europea: Grecia, Serbia, Slovenia, Croazia, Cipro, Ungheria e Slovacchia.
San Marino, è bene ricordarlo, non ha particolari simpatie per la Russia o Vladimir Putin. Ha fatto, per dirla con Christian Ferrari, segretario particolare della Segreteria di Stato per la Sanità, «di necessità virtù». La Repubblica aveva puntato su Pfizer, ma le dosi tardavano ad arrivare e così le autorità hanno virato su Sputnik. Una vera e propria salvezza, soprattutto per le fasce più anziane della popolazione. Ora che anche il preparato di BioNTech è disponibile all’ombra del Titano, la campagna paradossalmente sembra rallentare. Pfizer, in ogni caso, è stato somministrato agli over 85 e alle categorie a rischio mentre adesso è riservato agli adolescenti.
Il regalo e la speranza
Come nel resto dell’Europa (e del mondo) anche nella piccola Repubblica la variante Delta spinge. L’aumento dei casi è lieve ma costante. Oggi, 26 luglio, i positivi erano 35. La buona notizia? Il 60% dei contagiati aveva completato il ciclo vaccinale. «La vaccinazione non assicura al 100% l’immunità al virus – afferma con forza l’ufficio stampa – ma evita soprattutto le ospedalizzazioni e le complicazioni più serie della malattia da COVID-19». Non a caso, l’apposito reparto in ospedale è stato chiuso.
Ora, beh, servirebbe il cosiddetto passo in più. Quello che, dal 6 agosto, permetterebbe ai sammarinesi di recarsi senza problemi in Italia forti della doppia dose di Sputnik. E, quindi, di accedere a bar e ristoranti al chiuso (per fare un esempio) senza ricorrere al tampone. San Marino, ribadiamo, ha attivato tutte le sue leve diplomatiche. Fra le altre cose, ha appena consegnato all’Italia oltre ottomila dosi di Pfizer «nello spirito di mutua collaborazione sanitaria» e nella speranza che i due Paesi sottoscrivano «i necessari accordi per le libertà da riconoscere reciprocamente ai soggetti vaccinati», spiega il segretario di Stato per la Sanità e Sicurezza Sociale Roberto Ciavatta. Della serie: magari agli occhi degli italiani non è un vero e proprio «compagno di viaggio», ma Sputnik produce anticorpi quanto gli altri vaccini.