Violenze

«Haiti verso la guerra civile», il premier Ariel Henry rassegna le dimissioni

Il presidente della Conferenza episcopale Max Leroy Mésidor: «Le forze di polizia sono impotenti contro le bande armate, diventate un esercito organizzato»
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Ats
12.03.2024 06:32

Il primo ministro di Haiti, Ariel Henry, ha accettato di lasciare il suo incarico. Lo ha annunciato il presidente della Comunità dei Caraibi (Caricom), Irfaan Ali, nel corso di una conferenza stampa organizzata dopo un incontro in Giamaica sul Paese tormentato dalle violenze delle gang e in piena crisi di governo. «Prendiamo atto delle dimissioni del premier Ariel Henry», ha detto Mohamed Irfaan Ali, annunciando un «accordo per un governo di transizione che aprirà la strada a una transizione pacifica del potere».

Il presidente della Conferenza episcopale di Haiti Max Leroy Mésidor ha affermato che il Paese caraibico sta scivolando «pericolosamente verso la guerra civile» a causa del controllo sempre più stringente del territorio da parte delle bande criminali e la sicurezza in rapido peggioramento. «Le forze di polizia haitiane sono impotenti contro le bande ben armate che sono diventate un esercito organizzato», ha scritto in un comunicato.

L'arcivescovo di Port-au-Prince ha anche denunciato che la Chiesa cattolica è diventata uno degli obiettivi per i rapimenti a scopo di riscatto, sottolineando che la vita è diventata estremamente pericolosa per i vescovi haitiani, soprattutto nelle zone controllate dalle bande criminali, come la capitale Port-au-Prince. «Non posso visitare i due terzi della mia diocesi perché le strade sono bloccate», afferma, aggiungendo che nonostante le difficoltà e i pericoli la Chiesa haitiana continua la sua opera mostrando grande resistenza. «La nostra gente vuole vivere e la missione principale della Chiesa ad Haiti è mantenere viva la speranza». «Non è facile ma cerchiamo di lavorare perché dobbiamo portare la nostra croce e seguire Cristo, soprattutto in questo tempo di Quaresima», ha concluso.