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Hamas ha precisato che rimangono questioni aggiuntive che richiedono ulteriori discussioni – Il presidente USA pensa siano «pronti per una pace duratura» – Gli attivisti svizzeri della Flotilla si trovano in carcere nel deserto del Negev – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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23:59
23:59
«Netanyahu ha il sostegno politico interno per portare avanti il processo»
«Il Presidente Trump ha ragione: c'è una reale opportunità per liberare gli ostaggi e porre fine alla guerra. Israele dovrebbe annunciare di unirsi ai negoziati guidati dal presidente per definire i dettagli dell'accordo. Ho comunicato all'amministrazione statunitense che Netanyahu ha il sostegno politico interno per portare avanti il processo». Lo scrive su X il leader dell'opposizione israeliana Yair Lapid.
23:25
23:25
Trump: «Pronti per una pace duratura, Israele deve interrompere immediatamente i bombardamenti»
«Sulla base della dichiarazione appena rilasciata da Hamas, credo che siano pronti per una PACE duratura. Israele deve interrompere immediatamente i bombardamenti su Gaza, così da poter liberare gli ostaggi in modo sicuro e rapido! Al momento, è troppo pericoloso farlo». È il primo commento di Donald Trump, postato su Truth. «Stiamo già discutendo sui dettagli da definire. Non si tratta solo di Gaza, si tratta della PACE a lungo ricercata in Medio Oriente».

22:59
22:59
«Trump risponderà ad Hamas, rimanete sintonizzati»
Donald Trump risponderà all' «accettazione» del piano di pace di Gaza da parte di Hamas. Lo ha riferito la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt postando un'immagine del presidente nello studio ovale e avvisando di «rimanere sintonizzati».
22:50
22:50
Trump pubblica la presa di posizione di Hamas
Donald Trump ha postato su Truth il comunicato con la risposta di Hamas al suo piano di pace.
22:11
22:11
Hamas: «Pronti al rilascio degli ostaggi, ma bisogna discutere i dettagli» dell'accordo
Hamas ha annunciato ufficialmente di essere pronto a rilasciare tutti gli ostaggi, secondo quanto previsto dal piano dettagliato in 20 punti proposto da Trump, e di essere disponibile ad avviare «immediatamente» negoziati sui dettagli della proposta americana. L'organizzazione ha inoltre espresso consenso a trasferire il controllo della Striscia di Gaza a un ente palestinese, sulla base di un sostegno arabo e islamico. Hamas ha precisato che rimangono questioni aggiuntive, menzionate nella proposta di Trump, che richiedono ulteriori discussioni.
Il testo trasmesso da Hamas ai negoziatori recita: «Dopo un esame approfondito, è stata trasmessa ai mediatori la seguente risposta: Hamas apprezza gli sforzi arabi, islamici e internazionali, così come gli sforzi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che mirano a porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza, favorire uno scambio di prigionieri, permettere l'ingresso immediato degli aiuti umanitari, respingere l'occupazione della Striscia di Gaza e l'espulsione del nostro popolo palestinese da essa». E ha aggiunge: «In questo contesto, e al fine di raggiungere la cessazione delle ostilità e il ritiro completo dalla Striscia di Gaza, il movimento annuncia la propria disponibilità a liberare tutti gli ostaggi israeliani — vivi e deceduti — secondo il meccanismo di scambio previsto nella proposta del presidente Trump, a condizione che esistano le condizioni sul terreno per farlo. In questo contesto, il movimento conferma la propria disponibilità ad avviare immediatamente negoziati, tramite i mediatori, per discutere i dettagli».
22:08
22:08
«Hamas ha trasmesso ai mediatori la risposta al piano di pace di Trump»: «Pronti al rilascio degli ostaggi»
Secondo fonti media arabe, Hamas ha trasmesso ai mediatori questa sera la risposta al piano Trump per la liberazione degli ostaggi e la conclusione della guerra chiedendo chiarimenti su alcuni paragrafi del documento.
Il canale qatariota Al-Arabi riferisce che nella risposta consegnata ai mediatori, Hamas ha elogiato gli sforzi del presidente Trump. E si sarebbe anche detto pronti al rilascio degli ostaggi.
21:37
21:37
Flotilla, forte protesta scritta all'ambasciatore di Israele in Grecia
«Su ordine del ministro degli Esteri (ellenico) Giorgos Gerapetritis, oltre alle proteste verbali già presentate, è stata inviata poco fa una forte protesta scritta all'ambasciatore di Israele in Grecia in merito al comportamento inaccettabile e inappropriato di un ministro israeliano nei confronti di cittadini greci che hanno partecipato alla Global Sumud Flotilla, tra cui c'è un membro del Parlamento greco». Lo si apprende in una nota del ministero degli Esteri ellenico.
Durante la sua visita al porto di Ashdod, il ministro israeliano Itamar Ben-Gvir è stato ripreso in un video mentre, stando in piedi davanti a loro, definiva gli attivisti «terroristi», riporta Kathimerini. Il video, circolato su X, ha suscitato indignazione in Grecia. Tra i partecipanti della delegazione greca alla Flotilla c'è anche la deputata del parlamento ellenico Peti Perka, del partito di Nea aristerà ('Nuova sinistra').
«Con questa nota si invita la parte israeliana a procedere rapidamente alle procedure previste e a rispettare i diritti dei cittadini. La dignità umana è inviolabile e fondamentale e costituisce un obbligo primario di ogni Stato», si legge nella nota del ministero degli Esteri ellenico.
Una delegazione guidata dall'Ambasciatore di Grecia in Israele ha visitato oggi il centro di detenzione dove si trovano i 27 cittadini greci partecipanti alla Global Sumud Flotilla, al fine di fornire loro l'assistenza necessaria, si apprende nella nota. «I cittadini greci godono di buona salute, il ministero degli Esteri e l'Ambasciata di Grecia a Tel Aviv stanno provvedendo affinché le procedure per il loro rimpatrio più rapido e sicuro possibile siano completate al più presto», si legge.
19:43
19:43
Morti di fame a Gaza altri 2 bimbi, 152 dal 7 ottobre
Altri due bambini sono morti per fame e malnutrizione a Gaza nelle ultime 24 ore. Ad aggiornare il bilancio delle vittime è l'agenzia di stampa palestinese Wafa che cita fonti mediche: in totale dall'inizio della guerra i decessi sono stati 457 e, tra questi, i bambini erano 152.
La carestia è stata dichiarata ufficialmente per la prima volta a Gaza l'osservatorio globale sulla fame Ipc, sostenuto dall'Onu, il 22 agosto 2025.
«Dopo 22 mesi di conflitto incessante, oltre mezzo milione di persone nella Striscia di Gaza si trovano ad affrontare condizioni catastrofiche, caratterizzate da fame, miseria e morte», ha dichiarato in quell'occasione l'Ipc.
19:42
19:42
51 morti nella Striscia dall'alba, 34 a Gaza City
Almeno 51 palestinesi sono stati uccisi negli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza dall'alba. Lo scrive Al Jazeera citando fonti mediche dell'enclave. Tra le vittime, 34 persone sono state uccise a Gaza City, afferma l'emittente.
19:42
19:42
Granate nei pressi di peacekeeper
«Le Forze di Difesa Israeliane (Idf) hanno sganciato ieri granate nei pressi di peacekeeper che lavoravano a fianco dei soldati libanesi per garantire la sicurezza dei lavoratori civili a Maroun ar-Ras» nel sud del Libano. Lo afferma l'Unifil in una nota, sottolineando che «fortunatamente, nessuno è rimasto ferito».
«Gli attacchi contro le forze di peacekeeping o l'interferenza con i loro compiti obbligatori dimostrano disprezzo per la sicurezza delle forze dell'Unifil e dell'esercito libanese, nonché per la stabilità che stanno cercando di ripristinare nel Libano meridionale», afferma la nota.
Secondo l'Unifil, il lancio di granate è avvenuto mentre «i lavoratori stavano cercando di sgomberare le rovine delle case distrutte a causa della guerra. Intorno alle 11:30 (ora locale), peacekeeper in due siti diversi hanno sentito una granata esplodere vicino a un escavatore, a circa 500 metri di distanza. Pochi istanti dopo, il primo gruppo ha visto un drone volare sopra la loro testa e ha assistito a un'esplosione a circa 30-40 metri di distanza. Circa 20 minuti dopo, il secondo gruppo ha visto un altro drone sganciare una granata che è esplosa a soli 20 metri sopra le loro teste», afferma la forza Onu in Libano.
L'Unifil «aveva informato in anticipo le Idf dell'attività e aveva immediatamente chiesto la cessazione del fuoco. Fortunatamente, nessuno è rimasto ferito e i lavori sono poi proseguiti».
Gli attacchi contro le forze di peacekeeping «costituiscono una grave violazione della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza. Invitiamo le Forze di Difesa israeliane a cessare gli attacchi contro o in prossimità delle forze di peacekeeping, dei civili e dei soldati libanesi e a consentirci di svolgere i nostri compiti obbligatori senza ostacoli», conclude la nota.
19:40
19:40
Tra gli Stati del Golfo si sta formando un consenso sulla necessità di attuare il piano Trump per Gaza anche senza il consenso di Hamas
Tra gli Stati del Golfo si sta formando un consenso sulla necessità di attuare il piano Trump per Gaza anche senza il consenso di Hamas: lo riporta Bloomberg, citando fonti a conoscenza del dossier.
Un funzionario di un Paese del Golfo ha descritto il piano Trump come «il migliore dall'inizio della guerra», aggiungendo che «nessuno è disposto a perdere l'opportunità». Il piano verrebbe promosso in aree della Striscia dichiarate dall'Idf libere da milizie di Hamas con l'avvio della ricostruzione. Ed «anche se il piano viene ritenuto imperfetto e vago in alcuni punti, è giunto il momento di porre fine ai combattimenti», si sottolinea.
Le fonti sottolineano che il piano Trump, che richiede la resa e la deposizione delle armi da parte di Hamas, non è mai stato concepito per la fazione. Inoltre, la volontà di impedire che il piano venga ostacolato da Hamas è esplicitamente menzionato nel punto 17 del piano, in cui si afferma che se ritarda o respinge la proposta, la roadmap delineata continuerà a procedere nelle aree che Israele ritiene libere da miliziani.
I funzionari del Golfo riconoscono che il piano è imperfetto e vago in alcuni punti, sottolineando la necessità di approfondire dettagli come tempistiche, finanziamenti e logistica per l'invio di operatori di pace in una zona di guerra. Tuttavia, affermano che è giunto il momento di porre fine ai combattimenti. Anche se, si puntualizza, gli attori regionali sperano ancora che Hamas dica sì al piano.
18:56
18:56
Stop alla Flotilla, proteste in tutto il mondo
Manifestanti di tutto il mondo hanno protestato contro l'intercettazione da parte di Israele della Global Sumud Flotilla. Dall'Europa al Sud America, i dimostranti sono scesi in piazza per condannare quanto accaduto.
In Europa circa 15'000 persone hanno marciato per le strade di Barcellona scandendo slogan come «Gaza, non sei sola», «Boicotta Israele» e «Libertà per la Palestina». La polizia ha respinto coi manganelli una parte dei manifestanti che hanno tentato di scavalcare le barriere.
A Dublino diverse centinaia di persone hanno marciato davanti al Parlamento irlandese, e circa mille persone hanno protestato in Place de la République a Parigi. A Marsiglia invece un centinaio di pro-Pal sono stati arrestati nel pomeriggio dopo aver tentato di bloccare l'accesso agli uffici del produttore di armi Eurolinks, accusato di vendere componenti militari a Israele.
Proteste simili anche a Berlino, L'Aia e Stoccolma. Circa 3'000 manifestanti si sono radunati davanti al Parlamento europeo a Bruxelles, con uno striscione che esortava l'Ue a «rompere l'assedio», mentre fumogeni e petardi venivano fatti esplodere tra la folla.
Una folla di dimensioni simili a Ginevra, dove i manifestanti, per lo più giovani, si sono radunati vicino alla stazione di Cornavin e per poi essere respinti dai poliziotti in assetto antisommossa dopo brevi scontri. Ad Atene, i militanti hanno acceso fuochi d'artificio e razzi.
A Istanbul, in Turchia, una lunga colonna di manifestanti ha marciato verso l'ambasciata israeliana con striscioni che recitavano «Embargo totale sull'occupazione».
«Siamo sempre stati chiari sul fatto che le manifestazioni pacifiche sono un diritto fondamentale in tutti i Paesi democratici - afferma la commissione europea - e abbiamo sempre detto che la violenza non ha posto nei nostri Stati membri: questo vale per i manifestanti e per tutti», ha puntualizzato un portavoce
Manifestazioni e proteste però si sono registrate anche in altri continenti, con cortei in Sud America a Brasilia e Buenos Aires. In Asia Kuala Lumpur, in Malesia, le persone hanno manifestato davanti all'ambasciata degli Stati Uniti, alleato chiave di Israele. Protesta anche in Africa davanti all'ambasciata americana a Tunisi.
18:53
18:53
Erdogan: la fine degli attacchi da parte di Israele è «cruciale» affinché abbia successo il piano di pace di Trump
Il capo di Stato turco, Recep Tayyip Erdogan, ha affermato che la fine degli attacchi da parte di Israele è «cruciale» affinché abbia successo il piano di pace per Gaza di Donald Trump.
Durante una telefonata al presidente americano, il leader turco «ha sottolineato che la fine degli attacchi da parte di Israele è fondamentale per il successo delle iniziative volte a stabilire la pace nella regione», riferisce la presidenza della Repubblica di Ankara.
«La Turchia ha accelerato i suoi sforzi diplomatici per la pace», ha aggiunto Erdogan, esprimendo soddisfazione per l'iniziativa proposta da Trump.
18:51
18:51
Haddad, il «fantasma» di Gaza che frena l'accordo
Hamas prende tempo sul piano di Donald Trump. E chiede un rinvio che sembra tradire la spaccatura tra i leader in esilio, più propensi ad accettare, e i capi militari (superstiti) ancora dentro la Striscia.
A cominciare da Az al-Din al-Haddad, comandante delle Brigate al Qassam dopo l'uccisione per mano di Israele dei fratelli Sinwar, Yahya e Muhammed. È affiancato da Raad Saad, capo del dipartimento operativo di Gaza che, secondo media israeliani, sarebbe oggi la figura più rilevante dell'ala militare, tra i pianificatori dell'attacco del 7 ottobre e «considerato la mente dietro la dottrina bellica di Hamas».
Soprannominato in Israele «il grande assassino» o anche «il fantasma di Hamas», Haddad, 55 anni, aveva sotto il suo comando ancora 10mila miliziani prima dell'inizio dell'operazione dell'Idf a Gaza City a metà settembre, secondo l'intelligence israeliana. Ed è soprattutto colui che ha in mano la sorte degli ostaggi.
«Sono io il responsabile di tutti i rapiti a Gaza», disse a uno di loro. Il piano Trump prevede il rilascio di tutti gli ostaggi, vivi e morti, entro 72 ore e il disarmo delle Brigate al Qassam, due punti che Haddad non può accettare. Liberare i rapiti tutti insieme significherebbe rinunciare all'unica merce di scambio con Israele, e il disarmo porterebbe alla fine di ogni minaccia contro il nemico e del ruolo di Hamas nella Striscia.
«L'ho incontrato diverse volte durante la prigionia», ha raccontato di lui l'ex ostaggio Keith Siegel, rilasciato lo scorso febbraio. «Con noi all'inizio era gentile, si offriva di aiutarci in caso di necessità. Poi da gennaio il suo comportamento è cambiato radicalmente, è diventato ostile», ha detto ancora Siegel. Solo dopo si è saputo che il figlio maggiore di Haddad, Suhaib, era stato ucciso in un attacco israeliano.
«Una volta è arrivato travestito, probabilmente per non essere riconosciuto dai suoi stessi carcerieri. Per paura che qualcuno potesse passare informazioni a Israele», ha aggiunto. L'estate scorsa, il portavoce dell'Idf in lingua araba Avichay Adraee pubblicò una foto di Haddad per mostrare come si fosse tinto i capelli, sistemato la barba, colorata pure quella, per non farsi individuare dall'intelligence dell'Idf e da eventuali «traditori» palestinesi.
Anche Raad Saad era molto vicino a Mohammed Deif e Yahya Sinwar. Secondo i media, «ha una visione ampia, molta esperienza e un'influenza significativa». Il 22 giugno 2024 Israele tentò di eliminarlo con un attacco mirato al campo profughi di al-Shati, nel nord di Gaza. Il raid colpì un appartamento in cui si nascondeva, ma il tentativo fallì. Nell'attacco morirono altre 42 persone.
18:18
18:18
L'appello di Waves of Freedom in favore dei membri della Flotilla
L’associazione svizzera Waves of Freedom (WOFA) denuncia le condizioni di detenzione nel carcere di Ktzi'ot, di gran lunga la più grande struttura carceraria del Paese, situata nel deserto del Negev nei pressi di Nitzana e del valico di frontiera con l'Egitto. Il carcere in cui sono detenuti i partecipanti della Global Sumud Flotilla.
«Ad oggi, i nostri partecipanti (svizzeri, ndr.) non hanno potuto incontrare il personale consolare svizzero né esercitare il diritto di contattare il proprio consolato, garantito dall'articolo 36 della Convenzione di Vienna sulle relazioni consolari. Ancora più grave, il Ministro della Sicurezza Nazionale israeliano Itamar Ben-Gvir ha rilasciato dichiarazioni registrate ai nostri partecipanti, denunciandoli pubblicamente e accusandoli di essere "terroristi". Questi atti costituiscono gravi violazioni degli obblighi internazionali, tra cui il Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR) e la Convenzione contro la tortura (CAT)».
Il DFAE ha indicato che l'ambasciata svizzera, in coordinamento con altre rappresentanze consolari, sta preparando una visita ufficiale e considera il rimpatrio dei cittadini svizzeri una priorità. I lavori sono quindi in corso, ma WOFA ribadisce «l'importanza di una comunicazione trasparente con gli avvocati incaricati per garantire un follow-up legale e informazioni alle famiglie in Svizzera».
La difesa dei partecipanti è attualmente organizzata su due livelli:
• Difesa legale, fornita da Adalah, un gruppo indipendente di avvocati con sede ad Haifa e specializzato nella difesa dei diritti della minoranza araba in Israele.
• Protezione consolare, fornita dal DFAE e dagli avvocati svizzeri incaricati, che rappresentano i cittadini svizzeri e garantiscono la loro effettiva protezione consolare.
«Esortiamo le autorità svizzere a confermare l'identificazione e l'effettiva protezione consolare dei cittadini svizzeri, a garantire l'accesso agli avvocati per tutti i detenuti, a ottenere un elenco completo delle persone arrestate e a ricordare fermamente alle autorità israeliane i loro obblighi internazionali. Infine, esortiamo le autorità svizzere a dichiarare inequivocabilmente che l'intercettazione della flottiglia Global Sumud e le conseguenti detenzioni sono illegali, costituiscono violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani fondamentali e devono essere soggette a sanzioni appropriate».
17:04
17:04
L'ultimatum di Trump ad Hamas: «Accordo entro domenica o si scatenerà l'inferno»
Donald Trump lancia su Truth un ultimatum ad Hamas sul suo piano di pace per Gaza. «Un accordo deve essere raggiunto con Hamas entro domenica sera alle 18.00, ora di Washington Dc (la mezzanotte svizzera, ndr). Ogni Paese ha firmato! Se questo accordo da ultima chance non verrà raggiunto, l'inferno, come nessuno ha mai visto prima, si scatenerà contro Hamas. Ci sarà la pace in Medio Oriente in un modo o nell'altro».
«Hamas - scrive il presidente Usa - è stata una minaccia spietata e violenta, per molti anni, in Medio Oriente! Hanno ucciso (e reso vite insopportabilmente miserabili), culminando con il massacro del 7 ottobre in Israele, neonati, donne, bambini, anziani e molti giovani uomini e donne, ragazzi e ragazze, che si preparavano a celebrare insieme la loro vita futura. Come punizione per l'attacco del 7 ottobre alla civiltà, più di 25.000 'soldati' di Hamas sono già stati uccisi. La maggior parte dei restanti è circondata e intrappolata militarmente, in attesa solo del mio ordine 'vai', per estinguere rapidamente le loro vite. Per il resto, sappiamo dove e chi siete, e sarete braccati e uccisi. Chiedo a tutti i palestinesi innocenti di lasciare immediatamente questa zona potenzialmente mortale per raggiungere zone più sicure di Gaza. Tutti saranno ben accuditi da coloro che sono in attesa di aiutare».
«Fortunatamente per Hamas, tuttavia, verrà data loro un'ultima possibilità! Grandi, potenti e ricchissime nazioni del Medio Oriente e delle aree circostanti, insieme agli Stati Uniti d'America, hanno concordato, con la firma di Israele, la Pace, dopo 3000 anni, in Medio Oriente. Questo accordo risparmia anche la vita di tutti i combattenti di Hamas rimasti! I dettagli del documento sono noti al mondo, ed è un grande accordo per tutti! Avremo la pace in Medio Oriente in un modo o nell'altro. La violenza e lo spargimento di sangue cesseranno. Rilasciate gli ostaggi, tutti, compresi i corpi di quelli che sono morti, ora», prosegue Trump, prima di lanciare l'ultimatum.
17:03
17:03
Almeno 63 palestinesi uccisi nelle ultime 24 ore
Secondo fonti mediche, almeno 63 palestinesi sono stati uccisi e altri 227 feriti nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore dall'esercito israeliano. Lo riporta l'agenzia palestinese Wafa.
Le autorità sanitarie locali hanno confermato che il bilancio delle vittime palestinesi a causa dell'attacco israeliano dall'ottobre 2023 è salito a 66.288 morti, con altre 169.165 persone rimaste ferite. La maggior parte delle vittime sono donne e bambini.
Gli ospedali hanno inoltre riferito che 15 richiedenti aiuto sono stati uccisi e altri 80 feriti a causa dei bombardamenti e degli spari israeliani nello stesso periodo di riferimento, portando il bilancio delle vittime tra i richiedenti aiuto a 2.597 da marzo 2025, con altri 19.054 feriti.
15:42
15:42
Nuove barche dal Sud Italia verso Gaza
Sono nella punta Est di Creta, le due barche partite da Otranto il 25 settembre scorso e le 8 partite da Catania il 27 che fanno parte della Freedom flotilla coalition e della Thousand Madleens to Gaza che vogliono raggiungere Gaza come le altre imbarcazioni della Flotilla già fermate da Israele.
Una delle imbarcazioni è stata gravemente danneggiata da una tempesta ieri e molto probabilmente non potrà riprendere il largo. Le persone a bordo - italiani, francesi, danesi - quindi stanno decidendo come riprendere il viaggio considerato che tutti non potranno salire sulle altre nove imbarcazioni.
I dieci natanti, di piccole dimensioni, stanno attendendo l'arrivo della 'Conscience, la coscienza dei popoli, una nave che porta a bordo medici infermieri e giornalisti che è partita da Otranto il 30 settembre. Michele Borgia, portavoce italiano della Freedom Flotilla dice: «Medici, infermieri e giornalisti sono tra i principali obiettivi degli israeliani. Per evitare l'informazione di ciò che avviene a Gaza e per impedire di curare i feriti. Non portiamo solo prodotti alimentari ma aiuti umani. La nostra azione è politica».
«Conscience - dice Freedom flotilla - non è solo una nave: è un atto di resistenza internazionale, un fronte di popoli che si solleva contro il colonialismo, lo stesso che ha piegato e insanguinato terre, culture, civiltà. È una forma di risposta collettiva contro il potere finanziario globale, i padroni delle guerre, coloro che dominano il pianeta con le loro politiche di riarmo, che alimentano paure, manipolano tensioni e conflitti per continuare a speculare sulla vita e sulla morte».
«Il principio strategico di base dietro Thousand Madleens, come indica il nome, è quello di inviare »mille barche« finché il mondo non potrà più distogliere lo sguardo e Israele non potrà più fermare ogni barca» hanno detto gli organizzatori di questa nuova piccola missione verso Gaza.
15:36
15:36
L'appello dell'OMS: più Paesi accolgano feriti di Gaza
Il rappresentante dell'Oms a Gaza, Rik Peeperkorn, ha lanciato un appello accorato affinché «più Paesi accettino pazienti palestinesi nei loro ospedali».
Secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sono ad oggi 15'600 i pazienti, tra cui 3'800 bambini, che necessitano di un'evacuazione medica urgente stante la situazione sanitaria al collasso nella striscia.
Simbolo del disastro, il complesso Al-Shifa, situato nel cuore di Gaza City e a lungo considerato il più grande ospedale del territorio, che secondo quanto riferisce Peeperkorn ora ospita solo una manciata di pazienti, dopo essere stato devastato dai continui attacchi israeliani e dagli attacchi via terra.
Poche strutture continuano ad accogliere un numero sempre crescente di pazienti. «Attualmente, solo 14 dei 36 ospedali di Gaza sono operativi, anche solo parzialmente», ha dichiarato Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale dell'Oms i cui dati indicano che dall'inizio del conflitto a Gaza 66'000 persone sono state uccise e quasi 170'000 ferite.
L'agenzia stima che almeno un quarto dei sopravvissuti abbia riportato ferite gravi. Quasi 5'000 persone hanno subito l'amputazione degli arti; altre migliaia convivono con lesioni al midollo spinale, gravi ustioni o traumi cranici. Inoltre, ogni settimana almeno quindici donne partoriscono al di fuori di un centro medico, senza assistenza qualificata e sono pochissimi i neonati che, se necessario, possono beneficiare dei pochi ventilatori disponibili.
Spesso in un'incubatrice vengono sistemati più neonati e, a causa della mancanza di attrezzature, i medici sono costretti a scegliere quali bambini possono essere curati. Il direttore dell'Oms ha infine ricordato che la guerra non ha risparmiato gli operatori sanitari e quelli umanitari. Dall'inizio del conflitto sono stati uccisi quasi 1'800 operatori sanitari e almeno 543 operatori umanitari.
15:21
15:21
Ben Gvir: «Gli attivisti della Flotilla restino in carcere per mesi»
«Penso che debbano essere tenuti qui per alcuni mesi in una prigione israeliana, in modo che si abituino all'odore dell'ala terroristica»: lo afferma il ministro dell'ultradestra israeliana Itamar Ben Gvir riguardo agli attivisti della Flotilla in attesa di espulsione.
Ben Gvir, in un video-messaggio postato su X, ha detto che il primo ministro Benjamin Netanyahu sta commettendo un «errore» ad espellerli, «perché questo li spingerà a tornare ancora e ancora e ancora».
15:20
15:20
«Alcuni attivisti della Flotilla in sciopero della fame»
Gli attivisti della Flotilla detenuti in Israele «vengono trasferiti nella prigione di Saharonim, vicino alla prigione di Ketsiot, ad eccezione di quelli della barca dei Marinette, intercettati oggi. Diversi, tra cui il nostro vicepresidente Alexis Deswaef, si sono rifiutati di firmare documenti che riconoscevano falsamente un 'ingresso illegale' in territorio israeliano e hanno iniziato uno sciopero della fame. È prevista un'udienza presso la prigione».
Lo fa sapere l'International Federation for Human Rights, di cui fa parte Adalah, il team giuridico della Flotilla.
14:06
14:06
Gli attivisti svizzeri della Flotilla si trovano nel carcere di Negev
Un team dell'ambasciata svizzera in Israele ha fatto visita oggi ai 19 attivisti svizzeri della Global Sumud Flotilla - tra cui almeno due ticinesi - nella prigione di Ketziot, nel deserto del Negev. Secondo quanto riferito dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), le autorità di sicurezza israeliane hanno interrotto la visita a causa di vari incidenti.
Lo scopo della visita era garantire agli attivisti la protezione consolare dei cittadini svizzeri, precisa il dipartimento di Ignazio Cassis. Quello elvetico è stato uno dei primi team di rappresentanze straniere in Israele a recarsi sul posto, ha indicato rispondendo a una richiesta di Keystone-ATS. Il team è rimasto sul posto per circa otto ore.
A causa di vari incidenti, le autorità di sicurezza israeliane hanno poi interrotto la visita, impedendo ai rappresentanti dell'ambasciata svizzera di avere colloqui approfonditi con il gruppo di cittadini elvetici. Una nuova visita è prevista per domenica. Il DFAE chiederà alle autorità israeliane di poter vedere subito e senza intralci gli attivisti imprigionati.
L'obiettivo è quello di informarsi sulle loro condizioni di salute e di detenzione e di garantire il rispetto dei loro diritti fondamentali, in particolare condizioni di detenzione dignitose, garanzie procedurali e il diritto alla difesa. Il DFAE è in stretto contatto con le autorità israeliane, ma anche con gli avvocati delle persone coinvolte.
Fermati in acque internazionali
Gli attivisti erano stati fermati in mare in acque internazionali tra mercoledì e giovedì da Israele mentre si stavano avvicinando a Gaza sulle barche della Global Sumud Flotilla. Sono stati portati nella prigione nel deserto del Negev: stanno tutti bene, aveva indicato in precedenza all'agenzia Keystone-ATS Hicham El Ghaoui, presidente della delegazione elvetica della flottiglia.
Gli avvocati dell'organizzazione hanno potuto incontrarli. Gli interrogatori degli attivisti, condotti dalle autorità israeliane, sono durati circa una quindicina di ore, secondo quanto riferito da El Ghaoui. Due ministri israeliani si sono recati sul posto per farsi un'idea della situazione.
Espulsione dopo tre giorni
Alcuni dei militanti hanno iniziato uno sciopero della fame, altri hanno firmato un documento in cui riconoscono di essere entrati illegalmente in territorio israeliano. Ciò comporta la loro espulsione immediata.
La legge israeliana permette di tenere gli attivisti in detenzione preventiva per tre giorni. Una volta espulsi da Israele saranno messi a bordo di aerei diretti verso gli scali di Londra e Madrid.
Il DFAE aveva indicato stamane su X di essere stato informato che l'operazione di abbordaggio da parte di Israele della Global Sumud Flotilla è terminata. I servizi di Ignazio Cassis restano in contatto con le autorità israeliane al fine di garantire la protezione consolare dei cittadini elvetici interessati.
La condanna del PS
Nel frattempo, durante una riunione straordinaria, il Consiglio del Partito socialista (PS) ha condannato oggi «l'ultima eclatante violazione del diritto da parte del governo israeliano». «La flotta voleva fare ciò che la Svizzera ufficiale non ha il coraggio di fare. Ci aspettiamo ora che Ignazio Cassis sanzioni finalmente Benjamin Netanyahu e il suo governo, ma anche che riconosca lo Stato palestinese per consentire una soluzione a due Stati», ha dichiarato Florian Schweri, co-direttore del consiglio del partito, citato in una nota diffusa in serata.
12:03
12:03
«Quindici vittime dall'alba nella Striscia»
Quindici palestinesi sono stati uccisi dalle prime ore di oggi, mentre le forze armate israeliane continuavano gli attacchi aerei e i bombardamenti sulla Striscia di Gaza.
Lo scrive Wafa, che cita fonti locali, e specifica che 11 delle 15 vittime sono state nella sola Gaza City. Tre persone sono morte in un attacco ad un veicolo ad al-Mawasi, Khan Younis, nella parte meridionale di Gaza.
Ulteriori vittime sono state segnalate nel quartiere di al-Sabra, a sud di Gaza City, e nella zona di Ansar, a ovest. I soccorsi anche recuperato due corpi sotto le macerie della scuola di Al-Falah, nel quartiere di al-Zaytoun, a sud-est di Gaza City.
11:39
11:39
Nuova flotilla partita con 11 barche da Catania e Otranto
Una nuova flotilla, composta da undici barche, è partita dai porti di Catania e di Otranto con prua verso Gaza. Secondo quanto scrive 'La Repubblica', a bordo ci sarebbero quasi un centinaio di persone tra medici, infermieri e giornalisti provenienti da 25 Paesi differenti.
A promuovere questa nuova flotta, secondo il quotidiano, ci sarebbero due organizzazioni, la 'Freedom Flotilla' e la 'Thousand Madleen'.
«Dobbiamo aprire un corridoio umanitario, ma anche umano, noi ci mettiamo i nostri camici - dice Riccardo Corradini, medico chirurgo a bordo che ha già lavorato nella Striscia -. Gaza è l'unico posto al mondo in cui io da medico non posso andare a dare una mano ai miei colleghi, che non solo sono stremati, perché lavorano senza sosta e senza mezzi, ma rischiano la vita ogni giorno perché li ammazzano, li arrestano, li torturano».
10:39
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Intercettata anche Marinette: l'ultima imbarcazione della Flotilla
«Marinette, l'ultima imbarcazione rimasta della Global Sumud Flotilla, è stata intercettata alle 10.29 ora locale, a circa 42,5 miglia nautiche da Gaza». Lo riferisce la Global Sumud Flotilla.
«In 38 ore, le forze navali di occupazione israeliane hanno intercettato illegalmente tutte le nostre 42 imbarcazioni - aggiungono - ciascuna delle quali trasportava aiuti umanitari, volontari e la determinazione di rompere l'assedio illegale di Israele su Gaza. Marinette ha navigato con lo spirito del sumud - fermezza - anche dopo aver visto il destino di 41 imbarcazioni prima di lei».
Poi assicurano: «Questa non è la fine della nostra missione. La nostra determinazione ad affrontare le atrocità di Israele e a schierarci al fianco del popolo palestinese rimane incrollabile».
09:37
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Sono 473 i componenti degli equipaggi della Flotilla arrestati
In tutto sono 473 i componenti degli equipaggi della Global Sumud Flotilla arrestati in acque internazionali dalle forze dell'esercito israeliano mentre erano diretti in missione umanitaria a Gaza: sono stati trasferiti dalle autorità nel carcere di Saharonim, nel deserto del Neghev, nel sud di Israele, in attesa del completamento delle procedure per il previsto trasferimento nei rispettivi Paesi.
Lo ha confermato Loubna Yuma, legale di Adalah, il team giuridico della Flotilla, all'agenzia Efe.
09:28
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Sciopero generale per Gaza, previsti oltre 100 cortei in Italia
In difesa di Flotilla, dei valori costituzionali e a sostegno della popolazione di Gaza, il sindacato italiano Cgil ha proclamato per l'intera giornata di oggi uno sciopero generale nazionale di tutti i settori pubblici e privati.
Durante lo sciopero saranno garantite le prestazioni indispensabili come stabilito dalle regolamentazioni di settore. La Commissione di Garanzia, nel tardo pomeriggio di ieri, ha dichiarato illegittimo lo sciopero senza preavviso.
Oltre 100 i cortei in programma in tutta Italia. A Roma il concentramento è iniziato alle ore 8.30 in piazza Vittorio e l'arrivo è previsto in piazza dei Cinquecento. Partecipa anche il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che terrà un punto stampa in testa al corteo poco prima della partenza.
La mobilitazione è stata indetta perché, secondo la Cgil, quanto accaduto alla Global Sumud Flotilla, "navi civili che trasportavano cittadine e cittadini italiani, rappresenta un fatto di gravità estrema. Un attacco - sottolinea la confederazione - all'ordine costituzionale che impedisce un'azione umanitaria e di solidarietà verso la popolazione palestinese sottoposta dal governo israeliano ad una vera e propria operazione di genocidio. Un attentato diretto all'incolumità e alla sicurezza di lavoratori, volontarie e volontari imbarcati. È grave che il governo italiano abbia abbandonato lavoratori italiani in acque libere internazionali, violando i nostri principi costituzionali".
09:28
09:28
Hamas: «Serve più tempo per studiare il piano di Trump»
Hamas ha bisogno di più tempo per studiare il piano di pace per Gaza presentato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump e sostenuto dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
«Hamas sta ancora proseguendo le consultazioni sul piano di Trump... e ha informato i mediatori che le consultazioni sono in corso e richiedono tempo», ha dichiarato un funzionario a condizione di anonimato. Martedì Trump ha dato ad Hamas un ultimatum di «tre o quattro giorni» per accettare il suo piano per porre fine alla guerra nei territori palestinesi.
08:05
08:05
Manifestazioni in diverse città svizzere
Manifestazioni di solidarietà spontanee contro l'intercettazione della flottiglia di aiuti per Gaza da parte di Israele si sono tenute ieri sera in diverse città svizzere.
A Ginevra oltre 3'000 persone si sono radunate per esprimere la loro solidarietà con la Palestina e con la flottiglia bloccando il principale incrocio vicino alla stazione di Cornavin. «Free free Palestine», scandivano i manifestanti, i quali hanno anche denunciato la «complicità della Svizzera». Alcuni partecipanti hanno dato fuoco a pneumatici sulla piazza Lise Girardin, sprigionando un denso fumo nero.
Il corteo si è poi messo in moto ma è stato bloccato all'estremità del ponte del Mont-Blanc da diversi veicoli della polizia, ha constatato una giornalista di Keystone-ATS presente sul posto. Alcuni manifestanti hanno allora iniziato a lanciare oggetti contro le forze dell'ordine, che hanno risposto con gas lacrimogeno e altri mezzi coercitivi.
La polizia ginevrina ha indicato a Keystone-ATS che cinque agenti sono rimasti feriti e che i danni materiali sono ingenti. Alla dimostrazione erano presenti un centinaio di black bloc e un arresto è stato effettuato. Dal canto suo, in un comunicato diffuso in tarda serata, il partito di sinistra Solidarité ha accusato le forze dell'ordine di aver usato la violenza - idranti, manganelli, gas lacrimogeni e proiettili di gomma - durante il corteo.
Anche a Berna si sono riunite diverse centinaia di persone che hanno chiesto a Israele di rilasciare gli attivisti della Global Sumud Flotilla arrestati, tra cui figurano una ventina di svizzeri. La Confederazione deve assumersi le proprie responsabilità di diritto internazionale e impegnarsi «attivamente per la fine del genocidio a Gaza», è stato sottolineato. Devono essere imposte sanzioni e le collaborazioni economiche, scientifiche e culturali con Israele devono essere interrotte.
Al termine della manifestazione nel centro città attivisti hanno bloccato diversi binari della stazione. Le FFS hanno confermato sul loro sito che il traffico ferroviario è stato limitato e che si sono verificate cancellazioni, ritardi e deviazioni. Anche alcune linee di tram sono state bloccate.
A Zurigo un migliaio di manifestanti si sono riuniti sulla Helvetiaplatz. Manifestazioni si sono tenute anche a Basilea, Lucerna, Sion e Lugano, con centinaia di persone. Già mercoledì sera fra le 500 e le 1000 persone, stando alle cifre diffuse dalla polizia, avevano protestato contro le azioni della marina israeliana a Losanna. Non sono stati riportati incidenti.
08:04
08:04
Uno yacht continua a navigare verso Gaza
L'esercito israeliano ha in gran parte smantellato la Global Samud Flotilla, la flottiglia umanitaria che cercava di rompere l'assedio di Gaza, arrestando centinaia di attivisti da decine di imbarcazioni, ma uno yacht continua a navigare verso l'enclave palestinese.
Lo riportano alcuni media, tra cui Al Jazeera. La Marinette, battente bandiera polacca e con un equipaggio di sei persone, è l'ultima nave operativa rimasta della Global Sumud Flotilla, un tempo composta da 44 imbarcazioni.
Parlando in videochiamata con gli organizzatori della flottiglia nella tarda serata di ieri, scrive Al Jazeera, il capitano australiano, che si è identificato solo come Cameron, ha spiegato che l'imbarcazione aveva avuto problemi al motore e quindi era rimasta indietro rispetto al gruppo. Ora la nave sta «navigando a tutta velocità» verso Gaza. «Abbiamo a bordo un gruppo di turchi molto tenaci... io e una signora dell'Oman, e continueremo nella stessa direzione», ha detto.
Un video dello yacht, attivo alle 4.00 Gmt (6.00 in Svizzera), mostra l'equipaggio al timone della nave mentre il sole sorge alle loro spalle. Il geolocalizzatore mostrava la nave situata a circa 43 miglia nautiche (circa 80 km) dalle acque territoriali di Gaza. Il ministero degli Affari Esteri israeliano aveva precedentemente avvertito la Marinette che il suo era un «tentativo di entrare in una zona di combattimento attiva e violare il blocco sarà impedito».
06:16
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Il punto alle 6
Mohammed Nazzal, membro dell'ufficio politico di Hamas, ha dichiarato ad Al Jazeera Arabic che il gruppo palestinese annuncerà presto la sua posizione sulla proposta degli Stati Uniti. Nazzal ha affermato che Hamas, in qualità di rappresentante della resistenza palestinese, ha il diritto di esprimere le proprie opinioni «in modo da servire gli interessi» del popolo palestinese.
Il gruppo sta discutendo il piano di Trump con l'obiettivo di fermare la guerra di Israele contro Gaza, ha aggiunto. Puntualizzando allo stesso tempo che «non stiamo affrontando il piano con la logica che il tempo è una spada puntata alla nostra gola».