Herzog dal Papa: «Garantiamo la sicurezza dei cristiani»

«Israele si sta impegnando in ogni modo possibile per riportare a casa gli ostaggi tenuti in brutale prigionia da Hamas», «Israele anela a un giorno in cui i popoli del Medio Oriente, i Figli di Abramo, vivranno insieme in pace, collaborazione e speranza. Tutti i leader di fede e di buona volontà devono essere uniti nel chiedere l'immediato rilascio degli ostaggi come primo e fondamentale passo verso un futuro migliore per l'intera regione». Lo afferma il presidente israeliano Isaac Herzog su X dopo l'incontro con papa Leone in Vaticano.
«L'ispirazione e la leadership del Papa nella lotta contro l'odio e la violenza e nella promozione della pace nel mondo sono apprezzate e vitali. Non vedo l'ora di approfondire la nostra cooperazione per un futuro migliore di giustizia e compassione», scrive Herzog su X, ringraziando papa Leone per «il caloroso benvenuto». «Israele - aggiunge - si impegna a garantire la sicurezza e il benessere delle comunità cristiane in Terra Santa».
Il presidente israeliano si è intrattenuto Oltretevere quasi tre ore. Dopo l'udienza privata con il Pontefice, i tradizionali colloqui in Segreteria di Stato, quindi una visita alla biblioteca vaticana.
Da parte sua un comunicato pubblicato dal Vaticano afferma che «nel corso dei cordiali colloqui con il Santo Padre e in Segreteria di Stato è stata affrontata la situazione politica e sociale del Medio Oriente, dove persistono numerosi conflitti, con particolare attenzione alla tragica situazione a Gaza», «si è parlato di come garantire un futuro al popolo palestinese e della pace e stabilità della Regione, ribadendo da parte della Santa Sede la soluzione dei due Stati, come unica via d'uscita dalla guerra in corso. Non è mancato un riferimento a quanto accade in Cisgiordania e all'importante questione di Gerusalemme».
«Si è auspicata - continua il comunicato - una pronta ripresa dei negoziati affinché, con disponibilità e decisioni coraggiose, nonché con il sostegno della comunità internazionale, si possa ottenere la liberazione di tutti gli ostaggi, raggiungere con urgenza un cessate-il-fuoco permanente, facilitare l'ingresso sicuro degli aiuti umanitari nelle zone più colpite e garantire il pieno rispetto del diritto umanitario, come pure le legittime aspirazioni dei due popoli».
«Nel prosieguo dei colloqui - si legge ancora nella nota vaticana - si è convenuto sul valore storico dei rapporti tra la Santa Sede e Israele e sono state affrontate anche alcune questioni riguardanti i rapporti tra le Autorità statali e la Chiesa locale, con particolare attenzione all'importanza delle comunità cristiane e al loro impegno in loco e in tutto il Medio Oriente, a favore dello sviluppo umano e sociale, specialmente nei settori dell'istruzione, della promozione della coesione sociale e della stabilità della regione».