«Ho 10 anni e sono stato ucciso a scuola insieme ai miei compagni di classe»

Mentre negli Stati Uniti va in scena l’ennesima sparatoria di massa – a Kansas City, durante la grande parata per la vittoria dei Chiefs al Super Bowl –, si fanno sempre più pressanti le voci contro la violenza legata alle armi da fuoco. Dopo la tragedia di ieri, costata la vita ad almeno una persona e con un bilancio di oltre 20 feriti, il presidente USA Joe Biden ha esortato il Congresso ad agire per porre fine alla «insensata epidemia di violenza delle armi che ci sta dilaniando». Quella del capo della Casa Bianca è solo l’ultimo appello in ordine di tempo, perché negli Stati Uniti, proprio per arginare quella che sembra una piaga sociale senza via d'uscita, è scesa in campo pure l’Intelligenza Artificiale (IA). Con le nuove tecnologie è stato possibile «riportare in vita» le vittime, dando loro la possibilità di lanciare appelli contro le violenze legate alle armi. Concretamente, sono state ricreate le voci dei morti con l'IA per inviare messaggi audio ai numeri telefonici degli uffici dei deputati contrari a un giro di vite sulle armi da fuoco.
Ed è così che Joaquin «Guac» Oliver, ucciso a soli 17 anni nel massacro del liceo di Parkland, in Florida, nel 2018, ha potuto criticare con la sua voce i membri del Legislativo federale. Poche ore prima che andasse in scena l’orrore a Kansas City, l’Associated Press, quasi per un beffardo scherzo del destino, ha trattato l’argomento parlando dell’iniziativa lanciata proprio il 14 febbraio da alcune famiglie di vittime di sparatorie. Di fatto, i parenti, hanno creato messaggi con la voce dei loro cari per farli ascoltare ai senatori e ai membri della Camera che sostengono la National Rifle Association (NRA), opponendosi a leggi più severe sulle armi. La protesta è gestita attraverso il sito web The Shotline, da cui ogni utente può inviare il messaggio desiderato ai rappresentanti del Congresso. Sul portale vengono forniti dati impressionanti: le sparatorie di massa nel 2023 sono state 656, i morti per colpi da arma da fuoco oltre 43 mila. Numeri che fanno pensare alla guerra.
La campagna è stata lanciata il giorno di San Valentino, nel sesto anniversario della sparatoria alla Marjory Stoneman Douglas High School, in cui sono morti 14 studenti e tre dipendenti della scuola. Tra le vittime anche Joaquin Oliver, colpito a morte mentre giaceva ferito sul pavimento. Il colpo letale gli ha attraversato la mano che aveva alzato, presumibilmente, per chiedere all'assassino, un 19.enne, di non premere il grilletto del fucile semiautomatico con cui ha compiuto la strage.
I genitori di Joaquin, due venezuelani che hanno ottenuto la cittadinanza USA, chiedono, in particolare, che sia vietata la vendita di armi come l'AR-15, il fucile semiautomatico spesso protagonista delle sparatorie di massa: «Veniamo da un luogo in cui la violenza armata è un problema, ma lì non vedrai mai un 19.enne con un AR-15 entrare in una scuola e sparare alla gente. C'è una ragione per le violenze armate in un Paese del Terzo Mondo. Non c’è invece alcuna ragione per le violenze armate e la quantità di morti negli Stati Uniti».
Per creare i messaggi audio, i parenti delle vittime hanno fornito le registrazioni dei loro cari a un'azienda di Intelligenza Artificiale che ha ricreato le loro voci. Quella di Joaquin, ad esempio, afferma: «Molti studenti e insegnanti sono stati assassinati il giorno di San Valentino da una persona che utilizzava un AR-15, ma a voi non importa. Non vi è mai importato nulla. Sono passati sei anni e non avete fatto niente». E prosegue: «Sono morto quel giorno a Parkland. Il mio corpo è stato distrutto da un'arma da guerra. Sono tornato oggi perché i miei genitori hanno usato l'Intelligenza Artificiale per ricreare la mia voce per chiamarvi. Anche altre vittime come me chiameranno, ancora e ancora, per chiedere di agire. Quante chiamate ci vorranno perché vi interessi? Quante voci di morti sentirete prima di ascoltare veramente?».
Tra chi ha aderito alla campagna contro le armi da fuoco, c’è la famiglia del 23.enne Akilah Dasilva, una delle quattro persone uccise durante una sparatoria nel 2018 in un ristorante nel Tennessee, e del bimbo di 10 anni Uziyah Garcia, morto nella strage del 2022 in una scuola elementare di Uvalde, in Texas. Ci sono poi i genitori del 15.enne Ethan Song, ucciso accidentalmente in una sparatoria, o i parenti di un uomo morto suicida.
Quelle ricreate con l’IA sono testimonianze strazianti, come le parole del piccolo Uziyah: «Sono un studente di quarta elementare alla Robb Elementary School di Uvalde, Texas. O almeno, lo ero, fino a quando un uomo con un AR-15 è entrato nella mia scuola e ha ucciso 18 miei compagni di classe, due insegnanti e me. Cosa servirà per garantire che violenze come questa finiscano?». Una domanda che sembra cadere nel vuoto, di fronte all'insensato tiro al bersaglio sulla gente che festeggiava a Kansas City.