«Ho ereditato un disastro»: per Trump la colpa di tutti i mali che affliggono gli USA è di Biden

Tanto per cambiare, la colpa di tutti i mali che affliggono gli Stati Uniti è di Joe Biden. Il presidente Donald Trump ha dato spettacolo ieri sera in un discorso in diretta alla Nazione. Diciotto minuti in cui il tycoon ha criticato duramente il suo predecessore, elogiando i risultati politici conseguiti nel suo primo anno nuovamente al timone della Casa Bianca.
«Ho ereditato un disastro» ma ora «l'America è tornata», ha affermato Trump, nel tentativo di invertire la tendenza dei sondaggi – la sua popolarità è in caduta libera - e convincere il popolo statunitense sull’efficacia delle misure economiche per combattere il carovita.
«Sto sistemando le cose, avremo un boom economico mai visto prima», ha assicurato il presidente USA cercando di placare i malumori crescenti per un mercato del lavoro che mostra sempre più segni di debolezza. Il tasso di disoccupazione, in novembre, è infatti salito al 4,6%, ai massimi dal 2021, e l'inflazione si mantiene saldamente sopra il target della Fed del 2%. Proprio sul fronte della banca centrale, Trump ha ribadito che a breve ci sarà un nuovo presidente che «crede in tassi di interesse bassi».
Circondato dagli addobbi natalizi della Diplomatic Room della Casa Bianca, il tycoon non ha perso l’occasione di attaccare il suo predecessore Joe Biden: «Un anno fa, il nostro Paese era morto. Eravamo completamente morti. Il nostro Paese era sul punto di fallire completamente. Ora siamo il miglior Paese del mondo».
Trump si è poi vantato dei dazi inflitti a numerosi esportatori, Svizzera compresa, soffermandosi sul calo dei prezzi delle uova e dei tacchini destinati alle tavole degli americani per il Giorno del Ringraziamento. E ha poi promesso che la primavera porterà «la più grande stagione di rimborsi di sempre», grazie ai tagli fiscali e ai dazi imposti su un'ampia gamma di prodotti importati dall'estero. Il presidente ha pure annunciato che per Natale invierà un assegno bonus di 1.776 dollari alle truppe statunitensi (quasi un milione e mezzo di militari), ispirandosi al 1776, ovvero l'anno di fondazione degli Stati Uniti.
Riferendosi alla persistente morsa del carovita, soprattutto per quanto concerne i generi alimentari, il presidente USA ha sottolineato: «Non è ancora finita, ma stiamo facendo progressi. Nessuno riesce a credere a quello che sta succedendo».
Gli indici di gradimento di Trump, evidenziano il Washington Post e il New York Times, lo scorso mese hanno toccato il risultato minimo da quando il tycoon è tornato in carica, il 20 gennaio. A dicembre, stando al sondaggio del WP, solo il 39% degli americani si è detto soddisfatto del lavoro svolto dal presidente, mentre il 57% degli interpellati ha bocciato le sue politiche, specialmente quelle economiche (dove il dissenso ha toccato il 58%).
Trump ha quindi citato i suoi sforzi per collaborare con le aziende farmaceutiche nel tentativo di abbassare i prezzi dei medicamenti o le 1.600 centrali elettriche che vorrebbe inaugurare il prossimo anno. Il tycoon ha ripetutamente confrontato gli attuali dati economici e quelli relativi all’inflazione con quelli registrati durante il mandato Biden, significativamente peggiori, in gran parte a causa della pandemia di Covid-19. Stando alla CNN, quella di Trump per Biden, a questo punto, sembra essere una vera e propria ossessione. Un atteggiamento, quello del tycoon, che tradirebbe una profonda antipatia personale e politica, nonché un profondo disprezzo verso un uomo che ha ormai abbandonato la scena.
Trump da mesi ripete lo stesso copione a memoria. Problemi nell'industria automobilistica? La colpa è di Biden. Il tycoon a inizio dicembre, ad esempio, ha affermato che avrebbe ufficialmente accantonato gli standard «ridicolmente onerosi» sull'efficienza dei consumi introdotti dal suo predecessore per combattere il cambiamento climatico.
E ancora, la guerra in Ucraina? Sempre colpa di Biden. Di Più, Trump ha pure affermato che la Russia non avrebbe mai invaso la ex Repubblica sovietica se ci fosse stato lui alla Casa Bianca: «È la guerra di Joe Biden, non la mia», ha più volte affermato l’attuale presidente, il quale aveva promesso, in campagna elettorale, che sarebbe riuscito a fermare il conflitto in sole 24 ore.
Trump, comunque, ieri sera non si è soffermato sulla politica estera, limitandosi a un minimo accenno alla situazione nella Striscia di Gaza. «Ho risolto otto guerre. Ho risolto la guerra a Gaza portando la pace in Medio Oriente per la prima volta in anni», ha detto senza mai nominare l'Ucraina, dove i risultati non sembrano arrivare, o il Venezuela. E senza citare le crescenti tensioni tra Repubblica Democratica del Congo e Ruanda, o quelle tra Thailandia e Cambogia. Certamente, ci sarà molto lavoro per i cacciatori di fake-news americani.
