I danni alle statue dell'Isola di Pasqua sono gravi ma riparabili

Sono «gravi» ma quasi certamente «riparabili» i danni causati dall'incendio nell'Isola di Pasqua (Rapa Nui) ad alcune delle misteriose statue moai intrappolate vicino al vulcano Ranu Raraku.
«Non è la prima volta che incendi insidiano le statue», ha detto all'ANSA il restauratore toscano Lorenzo Casamenti, appena tornato da una missione nell'isola.
Casamenti da anni si sta occupando di «curare» un gruppo di monoliti moai a Anakena e Tongariki attaccati da licheni che ne hanno in parte compromesso la solidità. «Dalle foto - ha spiegato - sembrerebbe che i moai attaccati dalle fiamme nella valle del Ranu Raraku sono almeno cinque, ma non si sa se altri sono stati danneggiati anche all'esterno».
«E' importante - ha aggiunto - che le autorità intervengano rapidamente per rimuovere la cappa nera che ricopre le statue. E ciò si può fare semplicemente con acqua e sapone. Ma se si aspetta, allora il danno può diventare irreversibile».
Tornando all'incendio, per Casamenti «in quel territorio e con il clima esistente, è praticamente impossibile che le fiamme si sprigionino per autocombustione. Là c'è probabilmente la mano di qualcuno impegnato in un qualche conflitto interno».
Infine Casamenti ha sottolineato che i primi quattro moai restaurati quattro anni fa, e «curati» con una sostanza equivalente ad un antibiotico dai licheni che li avevano attaccati, sono oggi in perfetto stato.
«Tornerò a marzo sull'isola per occuparmi di altri quattro moai - ha infine detto - e porterò con me un gruppo di studenti in restauro dell'Istituto Lorenzo de' Medici con cui, insieme a studenti locali, avvieremo un processo di formazione di personale locale che in futuro possa proteggere il patrimonio Rapa Nui senza bisogno di apporti esterni».