Afghanistan

I nuovi talebani fra click, smartphone e kalashnikov

Da una parte la sharia e l’uso delle armi, dall’altra portavoce ufficiali, Twitter e una strategia comunicativa precisa
Red. Online
18.08.2021 15:36

Martedì, la diretta della BBC è stata interrotta da una telefonata. Dall’altra parte non c’era la fantomatica regia, come accadeva negli anni Ottanta quando non partiva un determinato servizio al telegiornale. No, c’era Suhail Shaeen. Chi? Proprio lui, il portavoce ufficiale dei talebani afghani. La persona responsabile dei rapporti con i media internazionali. Sorpresa generale in studio, anche un pizzico di apprensione. Della serie: ma davvero i nuovi (vecchi) padroni dell’Afghanistan hanno un portavoce? Eccome.

Dalle VHS ai cinguettii

La mossa, sottolinea il portale Wired, è vistosa e bizzarra. A quanto pare, tuttavia, appartiene a una strategia comunicativa ampia. E ben delineata. Se in passato i fondamentalisti islamici si limitavano a inviare delle videocassette in formato VHS con immagini di propaganda o, peggio, esecuzioni, ora c’è un contatto diretto con l’Occidente. Di più, gli stessi talebani adoperano i social media – uno su tutti: Twitter – per mostrarsi al mondo. Nello specifico, il referente è Zabihullah Mujahid. Al riguardo, molti credono si tratti di uno pseudonimo usato da svariate persone. Sia quel che sia, negli ultimi giorni sul profilo è stata documentata con precisione chirurgica l’avanzata dei talebani. Con tanto di video e, appunto, comunicati ufficiali.

Esporsi al mondo

Anche Shaheen ama Twitter. E lo adopera in maniera compulsiva. Con una differenza: invece dell’arabo, per i suoi cinguettii si affida all’inglese. Il suo compito, va da sé, è smontare la narrazione occidentale dei talebani. Assieme a Dr M Naeem, il portavoce dell’ufficio politico a Doha in Qatar, Shaheen e Zabihullah informano quotidianamente 800 mila follower. I social sono soltanto una parte dell’equazione, anche perché la penetrazione di Internet nel Paese è lungi dall’essere soddisfacente: secondo i dati della Banca mondiale, nel 2018 appena l’11,5% della popolazione era connesso alla rete. Cionondimeno, la comunicazione verso l’esterno è la chiave di volta del regime talebano. Anche, se non soprattutto, nell’ottica di ricevere consensi, riconoscimenti e supporto sul piano internazionale. Non a caso, nelle ultime ore dai talebani sono partiti messaggi allo stesso tempo intimidatori e rassicuranti: da un lato l’affermazione della Sharia, dall’altro aperture verso le donne impensabili vent’anni fa. E ancora: quando i talebani hanno preso possesso il palazzo presidenziale di Kabul c’erano più smartphone che mitragliette, ha sottolineato il ricercatore Kabir Taneja, citato da Wired. «La presenza di smartphone dappertutto nonostante la bassa diffusione di internet è un simbolo dei tempi visto che tanto i click quanto i kalashnikov fanno parte della guerra di oggi».

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