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I paesi islamici adottano il piano arabo per Gaza

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I paesi islamici adottano il piano arabo per Gaza
Red. Online
08.03.2025 08:34
23:17
23:17
«Hamas rilascerebbe alcuni ostaggi vivi per due mesi di tregua»

Hamas ha accettato di rilasciare alcuni ostaggi vivi in cambio di un'estensione di due mesi della prima fase del cessate il fuoco a Gaza, riferisce la rete saudita Al Hadath citata dal Times of Israel.

Secondo fonti anonime, i recenti progressi nei negoziati al Cairo hanno portato alla decisione di Israele di inviare una squadra negoziale in Qatar lunedì, come annunciato questa sera dall'Ufficio del Primo Ministro.

22:42
22:42
Hamas conferma: «Colloqui diretti con funzionari statunitensi»

 I rappresentanti di Hamas hanno tenuto colloqui diretti con funzionari statunitensi a Doha prima della conclusione della prima fase dell'accordo sul cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, ha dichiarato il portavoce dell'Ufficio Politico di Hamas, Taher Al-Nunu.

«Abbiamo tenuto diversi incontri con funzionari statunitensi a Doha. Ciò è avvenuto prima della fine della prima fase dell'accordo su Gaza», ha affermato Al-Nunu in un'intervista all'emittente Al Qahera Al Ekhbariya ripresa dalla Tass.

21:40
21:40
Israele invierà una delegazione a Doha per colloqui sulla fase 2 della tregua

Dopodomani Israele invierà una delegazione a Doha, in Qatar, per colloqui sulla fase 2 della tregua a Gaza. Lo ha annunciato l'ufficio del primo ministro dello stato ebraico Benyamin Netanyahu.

 «Israele accetta l'invito dei mediatori sostenuti dagli Stati Uniti e invierà una delegazione a Doha lunedì per cercare di far avanzare i negoziati», si legge in un comunicato dell'ufficio di Netanyahu diffuso in serata.

18:59
18:59
«L'Iran non ha ancora ricevuto alcuna lettera da Trump»

L'Iran «non ha ancora ricevuto» alcuna lettera dal presidente statunitense Donald Trump. Lo rende noto il ministro degli esteri di Teheran Abbas Araghchi.

L'inquilino della Casa Bianca aveva preannunciato la sua intenzione di scrivere al leader supremo iraniano, l'ayatollah Ali Khamenei, per proporre un nuovo accordo che fermi lo sviluppo del programma nucleare di Teheran, minacciando però un intervento militare in caso di risposta negativa.

14:49
14:49
Attacco IDF nel sud del Libano

L'IDF rende noto di aver condotto un attacco con drone nel Libano meridionale, mirato un agente di Hezbollah ritenuto «coinvolto nella riabilitazione delle infrastrutture terroristiche e nella direzione delle operazioni terroristiche di Hezbollah nel Libano meridionale», afferma l'esercito israeliano citato da Times of Israel.

14:47
14:47
Meno della metà dei cittadini statunitensi è pro-Israele

Meno della metà dei cittadini statunitensi, solo il 46%, esprime simpatia per Israele, a fronte di una crescita fino al 33% della quota di coloro che simpatizzano per i palestinesi, ribaltando un tradizionale trend di opinione nella società americana: lo rileva un sondaggio della Gallup, che oggi trova rilevanza sul Times of Israel.

«Sebbene gli americani siano più propensi a dire che le loro simpatie, data la situazione in Medio Oriente, siano più per gli israeliani piuttosto che per i palestinesi - si legge sul sito della stesa Gallup -, il 46% che esprime sostegno per Israele è il più basso in 25 anni di monitoraggio annuale da parte di Gallup nel suo sondaggio World Affairs». L'anno scorso la simpatia a favore di Israele era stata del 51%, prima degli ultimi sviluppi e dei rivolgimenti trumpiani, ma con la guerra in pieno svolgimento: una percentuale già bassa, che non si toccava dal 2001.

«Allo stesso tempo - scrive l'istituto demografico americano -, il 33% degli adulti statunitensi che ora affermano di simpatizzare per i palestinesi è aumentato di 6 punti percentuali rispetto all'anno scorso.

L'ultimo sondaggio Gallup è stato condotto fra il 3 e il 16 febbraio: periodo durante il quale è rimasta in vigore la tregua e c'è stato lo scambio di ostaggi e prigionieri tra Israele e Hamas, iniziato a metà gennaio.

Il sondaggio di febbraio rileva inoltre che solo il 40% degli adulti statunitensi approva la gestione della situazione tra israeliani e palestinesi da parte di Trump, che è inferiore all'indice di gradimento personale del presidente, che è pari al 45%.

Quanto agli schieramenti politici, Gallup rileva che i repubblicani simpatizzano ampiamente con gli israeliani (75%) rispetto ai palestinesi (10%), mentre i democratici simpatizzano con i palestinesi rispetto agli israeliani con un rapporto di quasi 3 a 1 (59% contro il 21%). Le simpatie degli indipendenti sono simili alle medie nazionali.

Nel febbraio 2023, ricorda ancora l'istituto sul suo sito, le simpatie dei democratici per gli israeliani erano scese già al 38%, mentre quelle per i palestinesi era balzata di 11 punti al 49%, segnando per la prima volta un sorpasso delle simpatie palestinesi fra chi dichiarava di votare Dem. Un anno dopo, quando c'era già stato il sanguinoso l'attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre in territorio israeliano, la simpatia dei democratici per il popolo palestinese era calata di 6 punti. Trascorso un altro anno ancora, con la persistenza della crisi umanitaria a Gaza, la simpatia dei democratici per i palestinesi è aumentata del 16%, diventando maggioranza per la prima volta.

Tuttora, rivela infine il sondaggio, c'è un nocciolo duro del 55% di americani che appoggia la soluzione dei »due popoli, due Stati« contro un 31% che la disapprova: un dato che ha avuto solo piccole oscillazioni dal 2020.

13:58
13:58
Italia, Francia, Germania e Regno Unito: bene il piano arabo per Gaza

«Noi, Ministri degli Esteri di Francia, Germania, Italia e Regno Unito, accogliamo con favore l'iniziativa araba di un piano di ripresa e ricostruzione per Gaza. Il piano indica un percorso realistico per la ricostruzione di Gaza e promette - se attuato - un miglioramento rapido e sostenibile delle catastrofiche condizioni di vita dei palestinesi che vivono a Gaza». Lo si legge in una dichiarazione congiunta dei quattro paesi.

«Gli sforzi di ripresa e ricostruzione devono basarsi su un solido quadro politico e di sicurezza accettabile sia per gli israeliani che per i palestinesi, che garantisca pace e sicurezza a lungo termine. Ribadiamo con chiarezza che Hamas non deve più governare Gaza né essere una minaccia per Israele. Sosteniamo esplicitamente il ruolo centrale dell'Autorità Palestinese e l'attuazione del suo programma di riforme», continua il testo della dichiarazione congiunta dei ministri degli esteri di Italia, Francia, Germania e Regno Unito.

«Lodiamo - si legge ancora - i seri sforzi di tutte le parti coinvolte e apprezziamo l'importante segnale che gli Stati arabi hanno inviato sviluppando congiuntamente questo piano di ripresa e ricostruzione. Ci impegniamo a lavorare a sostegno dell'iniziativa araba, dei palestinesi e di Israele per affrontare insieme tali questioni, incluse la sicurezza e la governance». La dichiarazione conclude: «Esortiamo tutte le parti a lavorare partendo dai punti di merito del piano come punto di partenza».

09:43
09:43
Oltre 300 civili alawiti uccisi in Siria da giovedì

Oltre 300 civili alawiti sono stati uccisi da giovedì in Siria dalle forze di sicurezza e dai gruppi affiliati, secondo quanto riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti umani menzionando operazioni di rastrellamento e scontri con i lealisti di Bashar al-Assad nella parte occidentale del Paese.

La ONG ha denunciato «la morte di 311 civili alawiti nella regione costiera (...) uccisi dalle forze di sicurezza e da gruppi alleati». Con queste vittime, il numero totale dei morti negli scontri avvenuti da giovedì sale a 524, di cui 213 membri delle forze di sicurezza e di gruppi alleati, secondo la stessa fonte.

09:37
09:37
I Paesi islamici dell'OIC adottano il piano egiziano su Gaza

L'Organizzazione per la cooperazione islamica (OIC) ha adottato il piano egiziano approvato dalla Lega araba per il futuro di Gaza come controproposta al piano di Donald Trump di prendere il controllo della Striscia e trasferire i palestinesi, hanno detto due ministri all'AFP.

«La riunione ministeriale di emergenza dell'Organizzazione per la cooperazione islamica ha adottato il piano egiziano, che ora è diventato un piano arabo-islamico», ha affermato il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelatty. La sua controparte sudanese ha confermato l'adozione della proposta da parte dell'organizzazione, che conta 57 Paesi membri.

08:46
08:46
Gli ex ostaggi scrivono a Netanyahu: fai liberare anche gli altri

Un gruppo di oltre 50 ex ostaggi di Hamas ha inviato una lettera al premier Benyamin Netanyahu chiedendo a Israele di continuare con l'accordo di cessate il fuoco in modo che i prigionieri rimasti a Gaza possano tornare a casa. Lo riferisce il Times of Israel.

«Noi, che siamo stati rapiti durante il massacro del 7 ottobre, abbiamo sperimentato sulla nostra pelle l'inferno da cui i nostri cari devono ancora tornare. Abbiamo visto l'oscurità, sentito gli orrori, respirato la paura», scrivono gli ostaggi liberati. «Sappiamo e non stiamo solo descrivendo cosa stanno attraversando gli ostaggi rimasti. Torture brutali, fame umiliante, malattie senza cure, solitudine abissale: questa è la loro realtà in questi momenti. Ogni minuto che è l'inferno, ogni momento in più è una potenziale condanna a morte», scrivono.

Gli ex prigionieri esortano il premier a dare priorità al ritorno degli ostaggi rispetto alla ripresa dei combattimenti, affermando che dall'accordo di tregua di una settimana del novembre 2023 «sono stati assassinati più ostaggi di quanti ne siano stati salvati nelle operazioni militari».

«Israele è stata fondata per difendere il popolo ebraico, ma il 7 ottobre ha fallito», continuano. «L'unico modo per iniziare a espiare questo clamoroso fallimento è riportare a casa tutti gli ostaggi, i vivi per la riabilitazione e i morti per una degna sepoltura nel suolo di Israele. Questa potrebbe essere l'ultima possibilità», concludono gli ostaggi rilasciati.

08:35
08:35
Il punto alle 08.00

Il gruppo yemenita Houthi è pronto a riprendere «le operazioni militari contro Israele se entro quattro giorni non cesseranno le violazioni» israeliane dell'accordo di cessate il fuoco raggiunto con Hamas. Nel discorso riportato dai media locali, il leader dell'organizzazione yemenita Sayyed Abdulmalik al-Houthi ha dichiarato: «Non possiamo restare inerti mentre l'escalation israeliana continua e l'ingresso degli aiuti a Gaza viene bloccato, tornando a una politica di fame».

Nel campo profughi palestinesi di Tulkarem, in Cisgiordania, le forze israeliane hanno avviato l’abbattimento di 16 edifici, dopo avere distrutto oltre una ventina di case la scorsa settimana. Lo riferisce l'Onu, citando l'agenzia Unrwa, impegnata nel soccorso alla popolazione palestinese. Demolizioni sono in corso anche a Jenin e Nur Shams, sempre in Cisgiordania, mentre a migliaia di palestinesi è impedito di tornare nelle loro case.

Ahmed Al-Sharaa, presidente ad interim della Siria, nel suo primo commento dopo le violenze esplose nelle aree costiere del Paese, ha affermato che la Siria darà la caccia ai «residui» del regime di Bashar Al-Assad e li porterà a processo.