I pompieri lottano senza sosta, il fuoco persiste

Il fuoco è vivo. Più vivo che mai. In Grecia, sulle isole di Rodi, Eubea e Corfù, ma anche in Acaia nel Peloponneso, i vigili del fuoco hanno lottato tutta la notte per (tentare di) controllare gli incendi. Incendi che, a Rodi, sono stati definiti fuori controllo. A complicare le operazioni, da un lato, sono i venti forti e, dall'altro, le temperature elevate oltre alla siccità persistente. Condizioni, queste, che hanno alimentato le fiamme fino a martedì mattina, quando gli aerei si sono uniti agli sforzi compiuti a terra.
A Rodi, nell'Egeo sud-orientale, l'incendio che ha causato un'evacuazione di massa senza precedenti, parliamo di 30 mila persone fra turisti e residenti, si è intensificato questa notte nelle zone di Gennadi e Vadi, nel sud-est dell'isola, mentre la situazione è stata descritta come «particolarmente difficile» anche a Malonas e Massari, a nord.
A sud di Eubea, invece, i residenti di Platanistos e Potami hanno ricevuto l'ordine di evacuare la città costiera di Karystos attorno alle 2 del mattino. A Corfù si sono formati nuovi focolai nella zona di Palia Peritheia, sulla punta nord-occidentale dell'isola ionica.
Di miglioramenti, insomma, nemmeno l'ombra se escludiamo la situazione in Acaia, dove i pompieri hanno affermato che l'incendio di Devernaki stava mostrando segni di diminuzione.
Oggi, poi, proprio le temperature torneranno a salire dopo una giornata di relativa tregua. Il servizio antincendio dei vigili del fuoco, al riguardo, hanno annunciato che la maggior parte dell'isola di Creta, ad eccezione di Hania, così come Rodi e le isole vicine, saranno confrontate a un rischio estremo (categoria 5, la più alta) di nuovi focolai. Categoria 4 fra le altre, invece, per le regioni dell'Attica, della Grecia centrale e occidentale, del Peloponneso, delle isole ionie, di quelle del Dodecaneso e delle isole di Ikaria e Samos.