Il conflitto

«I soldati nordcoreani sono a Kursk, è una pericolosa espansione della guerra»

Il segretario generale della NATO Mark Rutte conferma l'arrivo delle truppe di Pyongyang nella regione russa invasa dagli ucraini: «Putin usa gli stranieri perché ha perso troppi uomini»
©Ng Han Guan
Red. Online
28.10.2024 21:41

Combatteranno nella regione di Kursk occupata dagli ucraini in supporto alle forze armate di Vladimir Putin. La NATO ha confermato lo schieramento delle truppe nordcoreane nella zona di combattimento di Kursk, nella Russia occidentale, avvertendo che il coinvolgimento di Pyongyang nella guerra in Ucraina costituisce una minaccia per la sicurezza sia europea che indo-pacifica.

«Posso confermare che truppe nordcoreane sono state inviate in Russia e che unità militari nordcoreane sono state dispiegate nella regione di Kursk», ha affermato quest’oggi il segretario generale della NATO Mark Rutte dopo un incontro con una delegazione sudcoreana e rappresentanti dell'Indo-Pacifico.

Per il capo dell’alleanza atlantica, scrive il Financial Times, lo spiegamento dei soldati di Pyongyang rappresenta una «significativa escalation con il coinvolgimento della Corea del Nord nella guerra illegale della Russia» e «una pericolosa espansione» del conflitto. La notizia del supporto nordcoreano a Kursk, arriva dopo che nel fine settimana le truppe di Vladimir Putin sono avanzate ulteriormente nell'Ucraina orientale, avvicinandosi sempre di più al centro logistico di Pokrovsk, dove si trova pure una miniera di carbone vitale per l’industria siderurgica del Paese.

All'inizio di questo mese, la Corea del Sud aveva diffuso un filmato che mostrava i soldati nordcoreani addestrarsi in territorio russo, presumibilmente in una base nella parte orientale del Paese, dotati di equipaggiamento militare e uniformi russe. Da allora, un contingente di quei soldati è stato trasportato verso ovest per supportare le 50 mila unità russe nelle operazioni di riconquista della regione di Kursk, occupata dalle truppe ucraine da agosto.

Stando all'intelligence sudcoreana e ucraina, i primi soldati asiatici farebbero parte di un contingente di circa 10 mila uomini che la Corea del Nord che verrebbero schierati in territorio russo. Gli esperti militari affermano che si tratta di un numero troppo piccolo per influenzare in maniera significativa la situazione generale sul campo di battaglia, dove entrambe le parti in causa hanno schierato centinaia di migliaia di combattenti. Tuttavia, si tratterebbe di un numero sufficiente per aiutare Mosca a respingere gli ucraini nella regione di Kursk.  

Non è ancora chiaro che ruolo avranno i nordcoreani: secondo gli analisti, potrebbero essere utilizzati in attacchi diretti oppure impiegati per sorvegliare le retrovie della zona di combattimento, liberando da questo impegno i russi, che potrebbero essere schierati in prima linea.

Mark Rutte ha inoltre sottolineato che Pyongyang ha già spedito a Mosca munizioni e missili balistici per combattere l'Ucraina, mentre Mosca sta aiutando la Corea del Nord ad aggirare le sanzioni internazionali, fornendo pure tecnologia fondamentale per lo sviluppo di satelliti e armamenti.

«L'approfondimento della cooperazione militare tra Russia e Corea del Nord rappresenta una minaccia sia per la sicurezza indo-pacifica che per quella euro-atlantica. Mina la pace nella penisola coreana e alimenta la guerra russa contro l'Ucraina» ha affermato il segretario generale della NATO.

Secondo Rutte, inoltre, il ricorso ai combattenti stranieri da parte del presidente russo Vladimir Putin mostra la sua incapacità di compensare le ingenti perdite causate dalla guerra: «Lo spiegamento di truppe nordcoreane a Kursk è anche un segno della crescente disperazione di Putin. Oltre 600 mila soldati russi sono stati uccisi o feriti in guerra, e Putin non è in grado di sostenere il suo assalto all'Ucraina senza il supporto straniero», ha riferito.

I funzionari dell'intelligence ucraina intanto hanno dichiarato al Financial Times che lo spiegamento di truppe nordcoreane in prima linea dimostra un rallentamento della campagna di reclutamento russa.

Kiev si aspettava l'arrivo dei soldati di Pyongyang in battaglia: il presidente ucraino Volodymyr Zelensky negli scorsi giorni aveva fatto sapere che le truppe nordcoreane sarebbero state schierate al fianco dell'esercito russo nelle «zone di combattimento» tra il 27 e il 28 ottobre.

Secondo un ufficiale ucraino che ha parlato in condizione di anonimato al New York Times, l'esercito di Kiev avrebbe diffuso un dizionario ucraino-coreano per permettere alle truppe di chiedere ai soldati nordcoreani di arrendersi.

In questo articolo: