Elezioni in Italia

I sondaggisti sicuri: «Risultato già deciso»

La frammentazione del centrosinistra ha dato partita vinta agli avversari ancora prima di giocare
© AP
Dario Campione
24.09.2022 06:00

Pubblicare e diffondere sondaggi elettorali, nei 15 giorni che precedono l’apertura delle urne, è vietato in Italia da oltre 20 anni. Questo non impedisce ai partiti di continuare a commissionare rilevazioni demoscopiche anche a ridosso della chiusura dei seggi. Cosa che, ovviamente, alimenta voci, “rumors” e indiscrezioni di ogni genere.

Al di là delle speranze e delle aspettative di ciascun contendente, più o meno convinto di poter cambiare o addirittura ribaltare le previsioni, i sondaggi sono normalmente una fotografia abbastanza precisa della realtà del momento. E chi si occupa di numeri, al contrario dei politologi, ha qualche sicurezza in più sul quadro post-voto.

«Gli errori - dice al Corriere del Ticino Paolo Natale, professore associato di Metodi e tecniche delle ricerche sociali all’Università di Milano - sono sempre possibili: vuoi per gli sbagli nel campionamento, vuoi per il sistema di raccolta dati utilizzato. Ma nel caso delle elezioni politiche di domani, l’esito è scontato, almeno dal punto di vista della coalizione vincente». Che sarà il centrodestra.

Un finale già scritto, del quale si dice convinto anche il vicedirettore del Corriere della Sera, Antonio Polito, uno dei più acuti osservatori (e conoscitori) della politica italiana. «Vince la coalizione guidata da Giorgia Meloni, non si discute - dice convinto Polito al Corriere del Ticino - la partita rimane aperta, per ora, soltanto sull’entità dell’affermazione elettorale. Che potrebbe essere minore del previsto se Lega e Forza Italia dovessero andare male o molto male, e Fratelli d’Italia non fosse in grado di raccogliere tutti i voti in uscita dagli alleati».

Il divieto di diffondere i sondaggi, dice ancora Natale, è comunque una scelta «giusta, che condivido. Inevitabilmente, le ricerche demoscopiche condizionano un po’ gli elettori, in particolare gli indecisi».

L’effetto bandwagon, ovvero il praticatissimo sport del salto sul carro del vincitore, esiste. «E nei Paesi di cultura latina è amplificato da un più forte sentimento di comunità, che talvolta è anche sintomo di opportunismo: meglio stare con chi vince, con i più forti. D’altro canto, la volatilità dell’elettorato italiano, negli ultimi anni, è enormemente cresciuta, anche per la fine delle appartenenze partitiche e ideologiche».

Nessuna sorpresa sembra quindi possibile. Nessun ribaltone. Il sistema elettorale misto maggioritario-proporzionale favorisce in modo netto chi è stato capace di costruire un’alleanza per i collegi uninominali. «In questo momento - rivela Polito - ci sono sicuramente una quindicina di collegi incerti al Senato e 25 alla Camera. Seggi diventati contenibili nelle zone del Sud in cui c’è un’alta percentuale di percettori del reddito di cittadinanza. Ma in generale, lo scarto tra la coalizione di centrodestra e quella di centrosinistra è di almeno 15 punti».

L’incapacità di grillini, terzo polo e PD di trovare un’intesa ha, di fatto, blindato il risultato finale ancora prima che la partita cominciasse. «Saranno altri a determinare esiti oggi non prevedibili - conclude Polito - Lunedì mattina riaprono i mercati. Sono tutti con i fucili spianati, pronti a premere il grilletto».

In questo articolo: