I tank israeliani pronti a invadere Gaza City, 320 mila persone in fuga

Sono le ultime ore per Gaza City? Le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno schierato ieri centinaia di carri armati, mezzi corazzati e bulldozer lungo il confine settentrionale della Striscia. Lo riporta Ynet, secondo cui unità di fanteria regolare guideranno l'incursione, supportate dalle brigate già operative sui fianchi della città. «L'operazione, chiamata "Carri di Gedeone II" si svolgerà gradualmente, con le brigate di combattimento che stringono un anello attorno alla città». Tuttavia l'esercito israeliano ha avvertito i leader politici di non aspettarsi risultati rapidi: i comandanti prevedono almeno tre o quattro mesi di combattimenti e non credono che Hamas si arrenderà, anche se Israele conquistasse zone chiave di Gaza City.
I funzionari militari israeliani stanno valutando l'opportunità di un'operazione di terra, anche se si ritiene che solo un quarto dei residenti abbia lasciato la città, mentre alti funzionari della difesa avvertono che la conquista della città non porterebbe alla sconfitta di Hamas. Secondo l'esercito, oltre 320.000 persone sono già fuggite verso sud, a causa dell'intensificarsi dei combattimenti e dei recenti attacchi contro grattacieli che hanno costretto altri residenti ad abbandonare la città, circa 20 mila durante la notte. L'IDF prevede che la maggior parte di coloro che sono ancora a Gaza City se ne andrà una volta iniziata l'operazione di terra.
Il ministro della Sicurezza Itamar Ben Gvir, ha dichiarato: «Il mio piano è - una volta conclusa la vittoria nella città di Gaza - costruire lì un quartiere lussuoso per i poliziotti, con vista sul mare. Sarà uno dei posti più belli del Medio Oriente. L'insediamento porta sicurezza, ed è arrivato il momento di un insediamento ebraico a Gaza». Il ministro messianico di ultradestra lo ha detto durante la cerimonia per il Capodanno ebraico (dal 21 settembre) della polizia.
In vista dell'operazione, Hamas ha spostato gli ostaggi in superficie, in case e tende, per impedire all'esercito di operare in determinate aree, hanno riferito fonti palestinesi a Gaza all'emittente pubblica israeliana Kan.
Il presidente Donald Trump, intanto, ha mandato indirettamente un messaggio al premier Benjamin Netanyahu, definendo il Qatar un «grande alleato». Il commento, fatto con i giornalisti, è arrivato due giorni dopo la cena con il premier qatarino, l'emiro Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, per ricucire i rapporti dopo la crisi innescata dall'attacco di Israele a Hamas a Doha. «Loro sono un grande alleato – ha detto Trump –, molta gente non capisce cosa sia il Qatar, ma il Qatar è un grande alleato. Tra l'altro conducono una vita difficile perché sono proprio in mezzo a tutto, per cui devono essere politicamente corretti in un certo senso, ma vi dico che sono un grande alleato per gli Stati Uniti». Rispondendo a un'altra domanda, il presidente ha detto che il «Qatar deve fare qualcosa con Hamas», facendo eco all'appello di Israele che aveva chiesto di rompere le relazioni con l'organizzazione paramilitare palestinese.