I visoni colpiti dal coronavirus

Il coronavirus continua a colpire gli allevamenti di visoni, nonostante le misure di controllo messe in atto: in Olanda sono almeno 50 gli animali in cui è stata riscontrata l’infezione da Sars-CoV-2, e sono segnalati casi anche in Spagna, Danimarca e Stati Uniti. A segnalarlo è Promed, il programma per il monitoraggio delle malattie emergenti della Società internazionale di malattie infettive.
In Olanda sono stati colpiti due allevamenti, a Deurne e Mill en Sint Hubert. Il primo focolaio era stato individuato all’inizio di maggio. Le infezioni sono emerse grazie ad un sistema di monitoraggio per cui gli animali vengono testati ogni settimana per il virus.
Il meccanismo per cui il coronavirus continui a circolare nelle fattorie e allevamenti olandesi è però ancora da capire e il governo del Paese, su consiglio degli esperti, ha deciso di non autorizzare la ripresa degli allevamenti contagiati dopo l’abbattimento selettivo di 1500 animali fatto a giugno.
Inizialmente si era deciso di bandire l’allevamento dei visoni in Olanda a partire dal 2024, ma la decisione è stata recentemente modificata, anticipando il termine alla primavera del 2021.
Vista l’alta suscettibilità di questi animali al coronavirus, sottolinea la Società internazionale di malattie infettive, «andrebbe considerata ovunque una sorveglianza attiva negli allevamenti».
Si attendono i dati sulla situazione degli allevamenti di visone dalla Cina, che con la Danimarca è il paese che più ne alleva al mondo.
A gennaio 2020 proprio uno studio cinese su diversi animali vertebrati aveva indicato nei pipistrelli e nei visoni due possibili bacini del nuovo coronavirus. «Una conclusione da dimostrare - concludono gli infettivologi - ma che dovrebbe incoraggiare la comunità scientifica cinese a sorvegliare la situazione degli allevamenti locali di visoni».