Aviazione

Il Boeing 737 MAX torna a volare in Cina

Si tratta di una notizia importante per il costruttore statunitense, che ora spera di recuperare terreno in un mercato (improvvisamente) diventato ostile
© Shutterstok
Marcello Pelizzari
13.01.2023 13:45

Dopo (quasi) quattro anni di assenza, il Boeing 737 MAX è tornato a volare in Cina. Una notizia, soprattutto se consideriamo che il Paese del Dragone rappresenta uno dei principali mercati per il costruttore americano.

China Southern Airlines, la più grande compagnia cinese, venerdì ha (ri)messo in aria un 737-8 MAX consegnatole nel novembre del 2017. Si tratta, appunto, di una prima storica dato che questo particolare modello aveva subito un grounding senza precedenti nel marzo del 2019. Una messa a terra imposta dalle autorità cinesi dopo che due 737 MAX erano stati coinvolti in altrettanti incidenti in Indonesia e in Etiopia, per un totale di 346 vittime.  

I dati

Il volo è decollato da Guangzhou, l’antica Canton, alle 12.45 ora locale in direzione di Zhengzhou secondo i dati di tracciamento di siti specializzati come FlightRadar24. Nessun altro vettore cinese, mentre scriviamo queste righe, ha programmato la reintroduzione del 737 MAX.

Il 737, nelle sue varie versioni, è in assoluto l’aereo più venduto di Boeing. L’ultima creatura, il MAX, è tornata a volare praticamente ovunque fatto salvo della Russia, sotto sanzioni. La Cina, dal canto suo, aveva approvato il ritorno in servizio del 737 MAX nel dicembre 2021, con il regolatore che si era detto soddisfatto degli aggiornamenti apportati al software e in particolare al sistema di controllo automatico, MCAS, responsabile degli incidenti citati. Le compagnie aeree cinesi, tuttavia, sin qui si erano astenute dal rimettere in circolazione i nuovi aerei.

Perché questo ritardo?

Sul perché la Cina abbia aspettato così tanto, beh, le versioni sono discordanti. A complicare le cose, manco a dirlo, ci sono indubbiamente le complicate relazioni fra il Paese del Dragone e gli Stati Uniti. Tensioni geopolitiche ma anche, se non soprattutto, di natura tecnologica. Tensioni sfociate, va da sé, in sgambetti mica da ridere. Per dire: lo scorso settembre, Airbus – il rivale storico di Boeing – aveva siglato un accordo storico per una maxi-fornitura di quasi 300 velivoli per un totale di 37 miliardi di dollari, mentre Pechino punta tanto, tantissimo sul C919, modello a medio-raggio costruito in casa (con l’aiuto della Russia) che avrebbe ricevuto già oltre 800 comande.

Boeing e Cina, c'eravamo tanto amati

Prima dei problemi, prima che i rapporti fra i due Paesi si consumassero, la Cina aveva acquistato circa un terzo dei 737 costruiti negli anni. Rimanendo al MAX, China Southern, Air China e China Eastern Airlines vantano esemplari nelle rispettive flotte. Lo stesso dicasi per un’altra decina di vettori cinesi.

Detto che, finora, soltanto China Southern ha rimesso in aria il 737 MAX, questo modello – verosimilmente – verrà utilizzato, di nuovo, anche dalle altre compagnie. Il motivo? La Cina deve soddisfare una domanda crescente di voli dopo aver posto fine alle restrizioni anti-COVID e aver riaperto i propri confini. Il volume dei voli del mercato domestico, il più grande al mondo, è tornato al 98% dei livelli pre-pandemia da quando la politica rigidissima applicata da Pechino è stata ammorbidita.

Il futuro

Secondo le stime di Boeing, la Cina avrà bisogno di quasi 8.500 nuovi aerei passeggeri e cargo nei prossimi due decenni. Impossibile, visti i ritmi cui viaggia la produzione, che il colosso statunitense – da solo – riesca a soddisfare una simile necessità. Per il momento, Boeing auspica semplicemente che i vettori cinesi ricomincino a ordinare 737 MAX.

Il ritardo, rispetto all’Europa e agli Stati Uniti, con cui l’autorità cinese ha autorizzato nuovamente il 737 MAX a volare – unitamente alla reticenza delle compagnie del Dragone – ha rappresentato un duro, durissimo colpo per Boeing. Anche perché il vuoto lasciato dal costruttore statunitense, a causa pure delle tensioni geopolitiche, come detto, è stato riempito da Airbus. E la commercializzazione del C919 cinese, parallelamente, non ha aiutato. «Un giorno torneremo in Cina» aveva detto al riguardo Dave Calhoun, amministratore delegato di Boeing. «Semplicemente, non penso che quel giorno arriverà presto».

Una buona notizia, per contro, è arrivata dall’Indonesia. La Lion Air, la compagnia del primo incidente mortale del MAX, nell’ottobre del 2018, la scorsa settimana è tornata a utilizzare il modello per le sue rotte.

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