Il caldo da record in Cina, il Paese che più inquina

La Cina, il Paese che più inquina al mondo, nel 2023 ha vissuto il suo anno più caldo mai registrato. E non solo: il Dragone, oltre ad aver affrontato una serie di ondate di calore senza precedenti, ha dovuto fare i conti con altri eventi meteorologici estremi che secondo gli esperti sono stati causati dal cambiamento climatico dovuto alle emissioni di CO2.
In un lungo articolo, la CNN, evidenzia come diversi record di temperatura, giornalieri e mensili, siano stati ripetutamente infranti nel corso del 2023. Il Paese asiatico inoltre è stato colpito da ondate di caldo torrido, verificatesi in maniera più intensa e con largo anticipo rispetto agli anni precedenti.
Ma il caldo eccezionale in Cina non è certo un caso isolato, piuttosto una tendenza globale: secondo gli scienziati di Copernicus, il servizio europeo di monitoraggio del clima, il 2023 con ogni probabilità risulterà ufficialmente l’anno più caldo mai registrato, a causa degli effetti combinati tra El Niño e il cambiamento climatico.
Secondo il National Climate Center cinese, l’anno scorso la temperatura media nel Paese è stata di 10,7 gradi Celsius, la più alta da quando sono iniziate le misurazioni nel 1951. Il precedente record di 10,5 gradi era stato stabilito nel 2021.
Il valore più alto registrato nel 2023 è stato di 52,2 gradi, lo scorso 16 luglio a Sanpu, nella prefettura di Turpan, nella regione occidentale dello Xinjiang. Il caldo prolungato ha messo a dura prova la rete elettrica del Paese. Proprio a luglio, la China Energy Investment Corporation, colosso del carbone tra i più grandi produttori di energia al mondo, ha fatto sapere di aver stabilito record giornalieri per quantità di elettricità prodotta. Il calore eccezionale ha inoltre rappresentato un problema sanitario per centinaia di milioni di persone e ha causato la morte di numerosi animali. Il caldo torrido e le forti piogge hanno poi messo in crisi la produzione agricola in diverse zone del Paese, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza alimentare della seconda potenza economica mondiale.
Crisi climatica non significa solo caldo estremo: nel 2023 la Cina ha registrato pure la sua temperatura più bassa di sempre, quando lo scorso 22 gennaio nella la città di Jintao, nella provincia nord-orientale dell’Heilongjiang, sono stati raggiunti -53 gradi. Mentre a dicembre, la capitale Pechino ha vissuto la sua ondata di freddo più lunga dal 1951.
Nel 2023 sono state registrate pure le precipitazioni più intense degli ultimi decenni, con inondazioni che hanno causato morti, sfollati e danni materiali per miliardi di dollari, con alluvioni che hanno letteralmente distrutto case, ponti e autostrade. Stando al National Climate Center cinese, 55 stazioni meteorologiche nazionali hanno misurato le precipitazioni giornaliere più elevate da anni.
La Cina - rileva l'Agenzia internazionale dell'energia - è il più grande inquinatore del mondo, responsabile di quasi il 30% delle emissioni globali e di oltre la metà della domanda mondiale di carbone. Pechino sta però cercando di correre ai ripari: il Paese ha accelerato la produzione di energia sostenibile e punta a raggiungere i suoi obiettivi sulle rinnovabili per il 2030.