Il delitto di Garlasco e quel martello ritrovato in un canale

Dall'omicidio di Chiara Poggi sono passati ormai 18 anni. Ma il caso, ora più che mai, continua a far discutere, complici gli avvenimenti delle ultime ore. Come ha svelato ieri sera la trasmissione italiana Chi l'ha visto, durante le ricerche dell'arma del delitto di Garlasco, nel canale di Tromello sono stati trovati alcuni oggetti che potrebbero rappresentare un punto di svolta nelle indagini. Il condizionale, ovviamente, è d'obbligo. Serviranno, infatti, indagini approfondite per chiarire il legame tra gli oggetti trovati nel canale e l'omicidio di Chiara.
Ciò che ha incuriosito gli investigatori, però, è stato il ritrovamento di un martello. L'unico oggetto che risultava mancare da casa Poggi dopo la brutale aggressione in quella mattina di agosto. E che, secondo gli atti processuali finora noti, sarebbe stato quasi certamente l'oggetto utilizzato per colpire Chiara. Per stabilire un eventuale collegamento tra l'attrezzo in questione e il delitto verranno eseguite analisi approfondite. Al momento, oltre al martello, è stato sequestrato anche un altro attrezzo da lavoro.
C'è un altro aspetto su cui si stanno, marginalmente, concentrando i media. Il canale del Tromello, dove sono stati ritrovati gli oggetti, si trova non lontano dalla casa – oggi disabitata – della famiglia Cappa. Abitazione che era di proprietà della nonna delle gemelle Cappa, ossia le cugine – non indagate – di Chiara. Gli inquirenti, tuttavia, si stanno muovendo con la massima cautela.
Ma per quale motivo, soltanto diciotto anni dopo, sono state condotte indagini nel canale in questione? Secondo quanto scrivono i media italiani, le ricerche – che riguardavano un'area lunga circa 1,2 chilometri – si sono concentrate solo nei 300 metri che scorrono lungo il paese per un motivo ben specifico. È in quella zona che un testimone sentito da Le Iene ha riferito essere stata gettata l'arma del delitto. Al momento, il video con la testimonianza non è ancora stato divulgato: verrà trasmesso, integralmente, nella puntata del 20 maggio del programma. Secondo le prime indiscrezioni, tuttavia, la persona a conoscenza dei fatti ha descritto «un lungo oggetto metallico», compatibile con un attizzatoio da camino, che sarebbe stato gettato nel fiumiciattolo da una ragazza (apparentemente identificata come Stefania Cappa, cugina non indagata della vittima). Tuttavia, da casa Poggi non è mai risultato mancare alcun attrezzo da camino. Nemmeno tra gli oggetti ritrovati nel canale sembrerebbe esserci nulla di simile.
Le ricerche delle ultime ore, però, non hanno interessato solamente il canale di Tromello. Gli investigatori, coordinati dalla Procura di Pavia, hanno anche sequestrato materiale cartaceo e dispositivi di archiviazione, come chiavette usb, hard disk, cd, computer e vecchi telefoni, ad Andrea Sempio. L'amico del fratello di Chiara su cui, da qualche mese, si stanno concentrando le indagini, dopo la scoperta di tracce di DNA sotto le unghie della vittima. Nella vecchia casa della nonna, sono invece stati recuperati numerosi scritti. Tra questi, alcuni vecchi quaderni e diari scritti a mano, conservati in alcune scatole, oltre ad alcuni atti giudiziari di cui ancora non si conosce l'origine. Inoltre, sono state perquisite anche le abitazioni di Mattia Capra e Roberto Freddi, amici di Sempio e del fratello di Chiara, che, tuttavia, non sono indagati. Anche i due – all'epoca dei fatti 19.enni – frequentavano, insieme a un terzo ragazzo, ora frate, la villa dei Poggi, teatro del delitto.
Per l'omicidio di Chiara, come è noto, è stato condannato, nel 2015, in via definitiva a 16 anni di carcere, come unico responsabile, Alberto Stasi, ai tempi fidanzato della vittima. Ma ora, dopo diciotto anni, inquirenti e investigatori hanno riaperto le indagini. Con l'obiettivo di fare chiarezza, una volta per tutte, su cosa accadde, davvero, quella mattina di agosto del 2007.