Il faccia a faccia Trump-Zelensky e il nodo Tomahawk

«Nessuno ha gridato, ma Trump è stato duro». Così una fonte informata ha descritto ad Axios l'incontro privato andato in scena nelle scorse ore alla Casa Bianca tra il leader statunitense e l'omologo ucraino Volodymyr Zelensky. Nel sesto faccia a faccia tra i due leader da quando Trump è tornato in carica a inizio anno si è discusso della possibilità di una fornitura di missili Tomahawk a Kiev e della ricerca di un cessate il fuoco con la Russia. Parlando ai media prima del vertice, Trump aveva espresso il desiderio di porre fine alla guerra «senza bisogno dei Tomahawk», pur non escludendo un accordo che preveda uno scambio tra missili americani e droni ucraini, ai quali il Pentagono è da tempo interessato.
Che cosa si è detto
Nell'incontro a porte chiuse, secondo fonti ucraine, Trump avrebbe mantenuto una posizione ferma, insistendo sulla necessità di evitare nuovi impegni militari diretti. Zelensky avrebbe cercato di convincerlo che l’invio dei Tomahawk rappresenterebbe un passo decisivo per riequilibrare le forze sul campo, ma senza successo. L'incontro, secondo Axios, si sarebbe poi concluso bruscamente dopo due ore e mezza. «Penso che abbiamo finito. Vediamo cosa succede la prossima settimana», ha detto Trump, riferendosi al suo prossimo faccia a faccia con Vladimir Putin a Budapest.
Nelle ore successive all’incontro, il presidente americano ha pubblicato un messaggio con un appello a «fermare il massacro» e a congelare il conflitto «dove si trova oggi». Parallelamente, Zelensky ha contattato diversi leader europei, tra cui il segretario generale della NATO e i principali capi di governo dell’Unione Europea, per consolidare il sostegno politico e coordinare strategie comuni. Nel corso del colloquio fra Zelensky e i leader europei, il primo ministro britannico Keir Starmer ha proposto di collaborare con gli Stati Uniti per elaborare un piano di pace per l'Ucraina, sulla falsariga del piano in 20 punti di Trump per Gaza, riporta sempre Axios, mettendo in evidenza che il segretario della NATO Mark Rutte ha proposto un'urgente chiamata di follow-up tra i consiglieri per la sicurezza nazionale europei nel fine settimana.
Nodo Tomahawk ed escalation
L’eventuale fornitura dei missili Tomahawk resta il nodo centrale. Armamenti a lungo raggio, capaci di colpire obiettivi a oltre 1.500 chilometri di distanza, aumenterebbero in modo significativo la capacità offensiva ucraina. Zelensky avrebbe proposto di integrare i missili in una cooperazione tecnologica più ampia, offrendo in cambio - come detto - le chiavi di produzione di droni ucraini di nuova generazione. A frenare tutto, apparentemente, il timore di un'escalation. Negli scorsi giorni, Mosca ha più volte messo in guardia Washington sull'invio dei missili a lungo raggio a Kiev: «Rappresenterebbe una nuova fase di escalation e danneggerebbe in modo irreparabile i rapporti tra Russia e Stati Uniti».
Non tutti, tuttavia, sono d'accordo: «Diamo i Tomahawks all'Ucraina, Mr President», ha scritto il board editoriale del Wall Street Journal, esortando Donald Trump a concedere i missili a lungo raggio a Kiev. «La riluttanza ad accontentare la richiesta dell'Ucraina sembra legata a due preoccupazioni. La prima è l'escalation con una potenza nucleare. Ma Vladimir Putin lancia missili da crociera e balistici contro l'Ucraina da anni, e non c'è alcuna escalation nel rispondere. L'altra preoccupazione riguarda le scorte americane di armi», ha spiegato il board editoriale ricordando come Trump abbia recentemente sostenuto che ora tocchi all'Ucraina passare all'offensiva. «I Tomahawk possono aiutare l'Ucraina a farlo, ed questo porterà a una pace più rapida».
Realismo
Interrogato dopo l'incontro, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che la Russia ha «paura» della potenziale consegna di missili Tomahawk statunitensi al suo Paese, affermando tuttavia di essere «realista» sulla possibilità di ottenerli dopo l'incontro con Donald Trump.
«Penso che la Russia abbia paura dei Tomahawk, davvero paura, perché è un'arma potente», ha detto Zelensky in una conferenza stampa. Alla domanda se sperasse di ricevere quest'arma, Zelensky ha risposto semplicemente: «Sono realista». «Abbiamo anche discusso di missili a lungo raggio e non voglio rilasciare dichiarazioni al riguardo. Abbiamo deciso di non parlarne perché... gli Stati Uniti non vogliono un'escalation», ha detto Zelensky dopo l'incontro alla Casa Bianca.
Al termine del faccia a faccia, da parte sua, Donald Trump ha commentato su Truth: «L'incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato molto interessante e cordiale, ma gli ho detto, come ho caldamente suggerito al presidente Putin, che è ora di fermare le uccisioni e di raggiungere un accordo! È stato versato abbastanza sangue, dovrebbero fermarsi dove sono. Che entrambi cantino vittoria, che sia la Storia a decidere!».