Il fermo di Greta Thunberg diventa un caso: «Avvolta nella bandiera israeliana? Menzogne»

L’attivista svedese Greta Thunberg, dopo la missione della Global Sumud Flotilla, si trova ancora detenuta in Israele: la 22enne, negli scorsi giorni, è infatti stata prelevata da una delle imbarcazioni dirette a Gaza e arrestata dalle autorità dello Stato ebraico.
Il suo fermo, in queste ore, sta facendo parecchio discutere, in quanto la giovane ambientalista filo-palestinese avrebbe subito maltrattamenti e umiliazioni. Lo ha anticipato ieri il Guardian, dopo aver visionato un'e-mail inviata dal Ministero degli Esteri svedese alle persone vicine a Thunberg. Stando a un funzionario citato nella comunicazione ministeriale, il quale avrebbe visitato l'attivista in prigione, Thunberg sarebbe detenuta in una cella infestata da cimici dei letti, con scarse razioni di cibo e acqua.
Nella mail si leggerebbe: «L'ambasciata ha potuto incontrare Greta. Ha riferito di disidratazione. Ha ricevuto quantità insufficienti di acqua e cibo. Ha anche affermato di aver sviluppato eruzioni cutanee che sospetta siano state causate dalle cimici dei letti. Ha parlato di trattamenti duri e ha detto di essere rimasta seduta a lungo su superfici dure».
Stando al già citato funzionario del Ministero svedese, «un'altra detenuta avrebbe riferito a un'altra ambasciata di averla vista (Greta Thunberg, ndr) costretta a reggere bandiere mentre venivano scattate foto».
L'accusa è stata confermata da almeno altri due membri della flottiglia, arrestati dalle forze israeliane e rilasciati ieri. L'attivista turco Ersin Çelik ha raccontato all'agenzia di stampa Anadolu che le autorità israeliane «hanno trascinato la piccola Greta per i capelli davanti ai nostri occhi, l'hanno picchiata e l'hanno costretta a baciare la bandiera israeliana. Le hanno fatto tutto l'immaginabile, come monito per gli altri». Mentre Lorenzo D'Agostino, giornalista italiano, nonché partecipante alla missione, ha dichiarato che Thunberg è stata «avvolta nella bandiera israeliana, come fosse un trofeo di guerra».
Nel suo articolo per il Manifesto, D'Agostino scrive: «Poco prima di me, era scesa (dalla barca, ndr) Greta Thunberg. Una ragazza di ventidue anni, una donna coraggiosa. L’hanno avvolta nella bandiera israeliana, come fosse un trofeo di guerra. L’hanno messa seduta in un angolo, un poliziotto le diceva che quello lì era uno "special place for a special girl (un posto speciale per una ragazza speciale)". Altri agenti le si sono messi intorno e si sono scattati dei selfie con Greta costretta dentro la bandiera». E prosegue: «Poi si sono accaniti contro un’altra ragazza, Hanan. L’hanno obbligata a sedersi davanti alla bandiera israeliana, perché la guardasse. Hanno preso a calci le persone, ci hanno ordinato di piegare la testa, guardare a terra, chi alzava lo sguardo veniva messo in ginocchio. Un attivista più anziano si è urinato addosso. Qualsiasi oggetto richiamasse la Palestina veniva strappato via, preso, buttato a terra e calpestato. Hanno strappato a tutti i braccialetti ai polsi. Una ragazza è stata trascinata a terra perché il braccialetto non si rompeva. Non era nemmeno la bandiera palestinese, era quella somala».
Secondo gli avvocati della ONG Adalah, i diritti dei membri dell'equipaggio sarebbero stati «sistematicamente violati» dalle autorità israeliane: agli attivisti sarebbero stati negati acqua, servizi igienici, medicinali e accesso immediato ai loro rappresentanti legali «in chiara violazione dei loro diritti fondamentali a un giusto e imparziale processo, nonché alla rappresentanza legale».
Il team legale italiano che rappresenta la Global Sumud Flotilla ha denunciato che i detenuti sarebbero stati lasciati «per ore senza cibo né acqua, fino a tarda notte», ad eccezione di «un pacchetto di patatine consegnato a Greta e mostrato alle telecamere». Gli avvocati hanno anche segnalato casi di abusi verbali e fisici.
L'ambasciata israeliana, dal canto suo, ha rispedito tutte le accuse ai mittenti, parlando di «menzogne» e aggiungendo che «a tutti i detenuti della provocazione Hamas-Sumud è stato concesso l'accesso ad acqua, cibo e servizi igienici; non è stato negato loro l'accesso all'assistenza legale e tutti i loro diritti, incluso l'accesso alle cure mediche».
Il Ministero degli Esteri di Tel Aviv ha invece scritto su X: «Le affermazioni riguardanti i maltrattamenti di Greta Thunberg e di altri detenuti della flottiglia Hamas-Sumud sono sfacciate menzogne. Tutti i diritti legali dei detenuti sono pienamente tutelati. È interessante notare che Greta stessa e altri detenuti si sono rifiutati di accelerare la loro espulsione e hanno insistito per prolungare la loro permanenza in custodia. Greta inoltre non ha presentato reclamo alle autorità israeliane per nessuna di queste accuse ridicole e infondate, perché non si sono mai verificate».