Il giornalista intervista l'avatar di un teenager morto, è polemica

Il giornalista Jim Acosta ha scatenato una bufera con un'«intervista» all'avatar generato dall'intelligenza artificiale di un adolescente morto nella sparatoria di Parkland, in Florida, nel 2018.
Il colloquio con l'avatar del giovane Joaquin Oliver (una delle 17 vittime della strage) si aggiunge alla crescente lista di 'resurrezioni' video basate sull'intelligenza artificiale che molti hanno definito «inquietanti» e «grottesche», come ricorda il Washington Post.
Il filmato che l'ex corrispondente della CNN alla Casa Bianca ha pubblicato sulla sua newsletter Substack, iniziava con Acosta che chiacchierava di LeBron James e Star Wars con il finto adolescente, creato dal padre di Oliver per attirare l'attenzione sulla violenza armata.
Addestrato su una vecchia foto e registrazioni audio del ragazzo, l'avatar ha utilizzato un chatbot per generare le risposte, pronunciandole con quella che sembrava la sua voce. Il video è stato tuttavia stroncato online e definito «estremamente inquietante» e «macabro».
«Ci sono molte opportunità per parlare con vittime reali e avere una conversazione seria sull'epidemia che sta colpendo il nostro Paese senza ricorrere a questo tipo di espedienti», ha commentato Hany Farid, docente presso l'Università della California specializzato in informatica forense.