La storia

Il Karakalpakstan e quel che resta del Lago d'Aral

Le proteste, lo status di semi autonomia e il disastro ambientale in una delle zone più povere dell'Uzbekistan: proviamo a capirne di più
Sara Mauri
30.07.2022 16:00

Proteste violente sono scoppiate il 1 luglio nella regione autonoma del Karakalpakstan, la zona più povera dell’Uzbekistan. I cittadini sono scesi in piazza per protestare contro alcune modifiche costituzionali che avrebbero intaccato la tradizione di semi autonomia della regione. Le manifestazioni sono state innescate da proposte di emendamento alla Costituzione uzbeka che cercavano di trasformare lo status del Karakalpakstan da apparente repubblica autonoma in una semplice provincia del Paese. Si trattava di cambiamenti legislativi, voluti dal presidente uzbeko, che avrebbero trasformato lo status quo della regione a statuto speciale, rendendola maggiormente dipendente da Tashkent. Mentre erano già attese modifiche costituzionali, nessuno si aspettava una proposta di cambiamento nello status del Karakalpakstan.  Anche se un certo sentimento di indipendenza sia molto comune, non è abbastanza forte per innescare un movimento secessionista. Sebbene le proteste siano iniziate pacificamente, la violenza è aumentata: la polizia ha sparato sui manifestanti; i manifestanti si sono scagliati contro le forze dell’ordine. Alcune riprese video hanno mostrato le autorità che usavano cannoni ad acqua, granate stordenti e fumogeni.

Alcuni attivisti della società chiedevano maggiori diritti, ma c'era una tacita consapevolezza che questa regione povera non avrebbe mai potuto permettersi l'indipendenza. 

Questo è stato il momento più violento che l'Uzbekistan abbia visto dal massacro di Andijan del 2005, quando la polizia aveva tentato di reprimere proteste antigovernative, uccidendo 187 persone.

Sarebbero 18 le persone uccise negli scontri tra manifestanti e forze di sicurezza. I feriti 243, molti – circa 500 – sarebbero stati gli arrestati.

Il problema

Quando è emersa la notizia dei cambiamenti costituzionali voluti dal governo centrale, sono iniziate le proteste a Nukus e in altre città. Il Presidente dell’Uzbekistan, per placare le voci che si stavano diffondendo sulla limitazione del diritto di autonomia del Karakalpakstan, aveva detto: «Sono figlio non solo degli uzbeki, ma anche del popolo Karakalpak».

Poco dopo le proteste, il presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev ha poi mosso il dito contro ipotetiche «forze straniere» che si sarebbero preparate per anni al fine di «violare l'integrità territoriale dell'Uzbekistan e creare conflitti interetnici». Politici dell'opposizione e gruppi per i diritti umani, invece, hanno sfidato la narrativa del governo, secondo cui i manifestanti erano drogati e incitati da «forze straniere», sostenendo che le manifestazioni derivassero dai piani uzbeki di privare il Karakalpakstan del suo status di autonomia.

Il presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev è poi volato da Tashkent a Nukus. Lì ha parlato davanti al parlamento locale e ha promesso che gli emendamenti costituzionali proposti sarebbero stati respinti, lamentandosi con i parlamentari per non avergli parlato precedentemente delle obiezioni dei cittadini. In seguito alle proteste, il governo uzbeko ha ritirato le modifiche allo status del Karakalpakstan.

Il presidente Mirziyoyev ha emesso un decreto per proclamare lo stato di emergenza per un mese. Durante i disordini – e anche dopo – le comunicazioni Internet sono state interrotte dalle autorità per evitare, si pensa, il coordinamento tra i manifestanti. La giornalista Joanna Lillis, che ha seguito la vicenda, ha parlato su Twitter della persistenza di un blocco di internet anche a due settimane di distanza dalle proteste. L'Uzbekistan ha annunciato che la situazione nella regione autonoma del Karakalpakstan è ora sotto controllo.

Le reazioni

Gli Stati Uniti, l'Unione Europea e il capo delle Nazioni Unite per i diritti umani hanno chiesto un'indagine completa e trasparente sulle morti avvenute durante le proteste. Qui il comunicato di Ned Price, qui il comunicato di Amnesty International, qui il comunicato dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite Michelle Bachelet.

Mentre si svolgevano le proteste, varie figure religiose si sono espresse in favore della pace, non prendendo posizioni. L'Islam ha una profonda influenza in Uzbekistan. Il Governo USA stima che i musulmani rappresentino l’88% della popolazione uzbeka.

Oltre alla modifica dello status quo

Gli attivisti affermano che un importante fattore scatenante dei disordini è stato l'arresto di due importanti figure del Karakalpak: l'avvocato Dauletmurat Tazhimuratov e la giornalista Lolagul Kallykhanova, scomparsi dopo aver parlato a favore dell'indipendenza. Kallykhanova, in particolare, è stata arrestata dopo aver caricato un video appello che chiedeva la secessione del Karakalpakstan. Così anche Tazhimuratov, noto avvocato ed editore del giornale «El hyzmetinde».

A seguito delle proteste, il presidente Mirziyoyev ha licenziato  il suo capo di stato maggiore, Zaynilobiddin Nizomiddinov.

Lo status speciale del Karakalpakstan

Per la maggior parte del ventesimo secolo, il Karakalpakstan ha avuto uno status particolare, con una gestione amministrativa separata. Nel 1925 era una regione autonoma della Repubblica socialista sovietica (Oblast Autonoma di Karakalpak) all’interno della SSR kazaka. Dal 1930 al 1936 rimase sotto la Federazione Russa. Nel 1936 entrò a far parte dell’SSR dell’Uzbekistan, con uno status autonomo. Con la dissoluzione dell'URSS, il Karakalpakstan rimase parte dell'Uzbekistan. Alla fine del 1990, con la caduta dell’URSS, il Consiglio Supremo della Repubblica Socialista sovietica Autonoma del Karakalpak (SSR) ha adottato una «dichiarazione sulla sovranità statale» che avrebbe garantito la possibilità di separarsi dell’Uzbekistan se i cittadini della regione avessero votato per l’autonomia totale tramite referendum. Nel 1993 la regione è stata incorporata nell’Uzbekistan con la promessa di un referendum entro 20 anni. Tale referendum, però, non si è mai svolto. Nessuno ha mai chiesto pubblicamente l'esercizio di tale diritto. I sentimenti separatisti emersero a metà degli anni '80, quando le richieste di sovranità e indipendenza si diffusero in tutte le repubbliche sovietiche. In passato, ci sono stati movimenti indipendentisti del Karakalpakstan, ma non hanno avuto abbastanza forza per rappresentare una seria proposta di secessione dall’Uzbekistan. Il Karakalpakstan ha un proprio governo e parlamento, al contrario degli altri territori dell'Uzbekistan (che sono semplici regioni). Il Karakalpakstan è anche riconosciuto nell'attuale costituzione dell'Uzbekistan come «sovrano».

Il Lago d’Aral

Il Karakalpakstan si trova nei pressi di un lago salato che si trova a cavallo tra Uzbekistan e Kazakhstan. Se la regione doveva la propria ricchezza al lago di Aral, ora la popolazione sta soffrendo per la sua progressiva desertificazione: quello che sta succedendo al lago di Aral è uno dei più grandi disastri ecologici e climatici della storia. Oggi il lago è quasi del tutto scomparso. Il ricorso a pratiche agricole scorrette durante l'era sovietica e l'uso eccessivo di pesticidi e prodotti chimici per produrre cotone, hanno avuto un impatto pesantissimo sulla produzione agricola e sulla salute delle persone. Ora il Karakalpakstan è un'area desertica scarsamente popolata che ospita l'ormai prosciugato Lago d'Aral, un tempo il quarto lago più grande del mondo. La pesca è scomparsa. E anche se il presidente uzbeko ha prestato maggiore attenzione allo sviluppo della regione rispetto al predecessore e primo presidente dell’Uzbekistan, le condizioni sociali, le infrastrutture e le condizioni di vita rimangono arretrate rispetto al resto del Paese. Il Karakalpakstan ha sofferto enormemente per la devastazione del lago Aral. La regione ha tassi di mortalità infantile molto più alti rispetto al resto dell'Uzbekistan, i bambini hanno alti livelli di malattie cardiache e renali e i tassi di cancro sono saliti alle stelle. I sovietici deviarono così tanta acqua dai fiumi che alimentavano il lago, che il lago si prosciugò. Un terzo della popolazione della regione autonoma è di etnia Karakalpak. Il resto della regione è diviso equamente tra kazaki e uzbeki. I karakalpak sono etnicamente e linguisticamente più vicini ai kazaki che agli uzbeki. La lingua karakalpak, pure lei più vicina al kazako che all'uzbeko, gode di uno status ufficiale. Il Karakalpakstan copre circa il 40% del territorio dell'Uzbekistan, ma gli abitanti sono solo 2 milioni (su un totale di circa 35 milioni di persone a livello nazionale). Nel 2018 sono state scoperte importanti riserve di gas nella regione. Nonostante la sua bassa densità di popolazione e il terreno desertico, il Karakalpakstan ha grandi riserve di risorse naturali e ospita un importante sistema di gasdotti.

Molti giovani di etnia karakalpak incolpano il governo uzbeko per la mancanza di sviluppo in Karakalpakstan e sostengono sentimenti separatisti.

Il presidente uzbeko

Secondo l'attuale costituzione, il presidente è limitato a due mandati di cinque anni. Nell’ottobre 2021, quasi immediatamente dopo l'elezione per il suo secondo mandato, Mirziyoyev ha proposto di redigere una nuova costituzione. E anche se ha espresso questa intenzione con la volontà di proteggere le libertà civili, è emerso subito che il suo fine ultimo era quello di estendere la durata del suo mandato come presidente. Una nuova Costituzione, infatti, gli consentirebbe di operare per altri due mandati e estenderebbe ogni mandato da cinque a sette anni. Ma questa cosa non è nuova per l’Uzbekistan: anche Islam Karimov, predecessore e primo presidente della nazione, aveva introdotto modifiche che gli avevano permesso di rimanere al potere dal 1991 alla sua morte, nel 2016. Mirziyoyev, salito al potere dopo Karimov, ha avviato una serie di riforme economiche e sociali che hanno permesso all’Uzbekistan di crescere e all’economia di proliferare. Mirziyoyev aveva promesso un «Nuovo Uzbekistan».

La società era già stata preparata al fatto che la costituzione avrebbe lasciato il posto a un'estensione del mandato di Mirziyoyev. Ma sono stati i cambiamenti nello stato del Karakalpakstan a sorprendere tutti. Gli emendamenti costituzionali proposti sono stati un errore da parte del governo Mirziyoyev. L'Uzbekistan ha già visto il suo progresso economico annullato da shock esterni, come la pandemia, la siccità, la guerra in Ucraina. Tutti fattori che hanno alimentato l'insoddisfazione popolare.