Il Kosovo celebra 12 anni di indipendenza

Il Kosovo celebra oggi il 12. anniversario della proclamazione di indipendenza dalla Serbia, con riunioni ufficiali e cerimonie commemorative per i caduti nella ‘guerra di liberazione’ contro le forze di Belgrado a fine anni Novanta.
Un ricordo particolare viene dedicato al primo presidente del Kosovo indipendente Ibrahim Rugova e a Adem Jasarij, uno dei fondatori dell’Esercito di liberazione del Kosovo (Uck), la guerriglia indipendentista albanese che combatté contro i serbi.
«Il Kosovo è oggi un fattore di stabilità nella regione, raggiunto con tanto lavoro e molte vittime», ha detto Hashim Thaci, secondo il quale «il Kosovo è stato liberato dall’occupazione e dalla repressione della Serbia» grazie all’Esercito di liberazione del Kosovo e con il sostegno degli «Stati Uniti, dei paesi europei, di tutto il mondo libero e democratico, e con l’intervento della Nato». Lo Stato ha tra l’altro dato recentemente una svolta alla politica del Paese eleggendo lo scorso ottobre Albin Kurti a premier.
Messaggi di congratulazioni per l’anniversario dell’indipendenza sono stati inviati alla dirigenza di Pristina fra gli altri dal segretario di stato americano Mike Pompeo e dal presidente albanese Iljir Meta. Di tutt’altro tenore la posizione di Belgrado, che non riconosce l’indipendenza di quella che continua a considerare una provincia meridionale della Serbia a maggioranza albanese. Per Marko Djuric, capo dell’Ufficio governativo serbo per il Kosovo, con la proclamazione dell’indipendenza 12 anni fa è stato calpestato il diritto internazionale, mortificata la Carta delle Nazioni Unite che sancisce l’uguaglianza sovrana di tutti gli stati membri e vieta cambiamenti dell’integrità territoriale.
La Serbia tuttavia, ha osservato, 12 anni fa non è stata sconfitta ma ha continuato la sua battaglia a difesa del suo diritto alla sovranità e integrità territoriale. Il Kosovo è stato riconosciuto finora da un centinaio di Paesi, non però da Serbia, Russia, Cina e cinque stati membri della Ue - Spagna, Grecia, Romania, Cipro e Slovacchia. Un dialogo facilitato dalla Ue mirante a normalizzare i rapporti tra Belgrado e Pristina è interrotto da oltre un anno dopo l’imposizione da parte del Kosovo di dazi doganali maggiorati del 100% sulle merci serbe.