Curiosità

Il liquore di Chernobyl è stato sequestrato

Si chiama Atomik, è fatto con le mele e «non è più radioattivo di qualsiasi altra vodka», ma intanto le autorità hanno confiscato 1.500 bottiglie destinate al Regno Unito per una questione di timbri
© Chernobyl Spirit Company
Red. Online
11.05.2021 15:05

Un liquore artigianale. Alle mele. Diciamo una vodka. Con un piccolo, ma significativo particolare. I frutti alla base del preparato – chiamato giustamente Atomik – vengono coltivati vicino alla centrale nucleare di Chernobyl. Ma attenzione, la notizia è un’altra: pochi giorni fa, la Chernobyl Spirit Company ha rivelato che 1.500 bottiglie della bevanda, lo scorso 19 marzo, sono state confiscate dalle autorità e «rigirate» alla procura di Kiev. Gli agenti hanno intercettato un camion con il carico in una distilleria dei Carpazi. Atomik, spiegano con forza i produttori, è il primo bene di consumo prodotto a Chernobyl dal terribile disastro nucleare del 1986. Sempre i produttori, intervistati dalla BBC, raccontano di non sapere come mai il carico sia stato confiscato. Al riguardo, è in corso un’indagine dei servizi segreti ucraini. Le casse di liquore erano destinate al Regno Unito. «Sembra – spiega Jim Smith, uno scienziato che ha passato diversi anni a studiare la zona di esclusione prima, appunto, di fondare la compagnia assieme a dei colleghi – che ci stiano accusando di aver usato timbri ucraini. Ma la cosa non ha nessun senso, dal momento che queste bottiglie sono destinate al Regno Unito e dunque sono etichettate con timbri validi per le accise del Regno Unito».

L’impresa che produce Atomik, leggiamo, è gestita da scienziati che lavorano nella zona di esclusione. Un’area abbandonata dopo il citato disastro del 1986. I loro studi riguardavano (anche) la coltivazione di colture, nel tentativo di scoprire se il grano e altri alimenti potessero nuovamente essere usati per produrre cibi sicuri da consumare. L’idea di creare un liquore, quindi, per certi versi è nobile. E dimostrerebbe, appunto, che le terre attorno alla zona di esclusione possono essere usate. Una manna dal cielo per le comunità che vivono nelle vicinanze della zona d’esclusione. Il professor Smith, a tal proposito, afferma che il suo liquore «non è più radioattivo di qualsiasi altra vodka». Il rischio, insomma, è solo quello di ubriacarsi. Il professore e i suoi colleghi, dicevamo, hanno modificato in parte la ricetta originale usando le mele. Coltivate nel distretto di Narodichi, un’area immediatamente al di fuori della zona di esclusione in cui, va da sé, agricoltura e sviluppo stanno ancora soffrendo. I profitti delle vendite servono proprio a sostenere l’economia di questa regione.