La dichiarazione

Il ministro iraniano: «Hamas? Li abbiamo aiutati e non ce ne vergogniamo»

Ezzatollah Zarghami, durante un'intervista, ha apertamente parlato dei legami passati e presenti fra Teheran e il gruppo militante palestinese – Ammissione o strategia politica?
Red. Online
29.11.2023 09:00

Dietro Hamas c'è l'Iran. È stato detto e scritto più volte, negli anni, a maggior ragione dopo gli attacchi terroristici del 7 ottobre di cui si è macchiato il gruppo militante palestinese. Non solo, il regime islamico iraniano ha spesso fatto ricorso a una retorica antisemita e profetizzato la fine di Israele. Non è un caso, insomma, se molti esperti e analisti – dopo quanto successo quasi due mesi fa – abbiano rivolto lo sguardo verso Teheran.

Prove di un coinvolgimento diretto, tuttavia, a oggi non sono state fornite. L'élite al potere in Iran, dal canto suo, ufficialmente ha sempre negato qualsiasi legame diretto con Hamas. Pur rallegrandosi del massacro perpetrato dai militanti. Un ministro iraniano, per contro, in televisione ha parlato proprio di come il suo Paese e Hamas, in passato, abbiano lavorato a stretto contatto. In particolare, Ezzatollah Zarghami – a capo della cultura – ha parlato di come Teheran abbia rafforzato l'organizzazione di Hamas fornendo missili e addestramento militare. Zarghami, nel suo intervento, si è riferito al periodo in cui era ufficiale delle Guardie rivoluzionarie (fino al 2004) ma ha affrontato anche il presente. «Li abbiamo aiutati, aiutiamo Hezbollah, aiutiamo Hamas, aiutiamo tutti coloro che sono oppressi, e lo riconosciamo senza alcuna vergogna». Con un'aggiunta: «Non abbiamo paura di nessuno».

L'intervista è stata condotta e trasmessa da Mehr News, agenzia statale. Fino al 2004, appunto, Zarghami era un generale delle Guardie rivoluzionarie. A suo dire, era il responsabile della consegna di missili e armi ai gruppi alleati del regime iraniano, oltreché del loro addestramento. Zarghami avrebbe consegnato missili balistici a medio raggio, denominati Fadjr-3, la cui gittata stimata è di 45 chilometri. Di riflesso, se queste informazioni fossero confermate in maniera indipendente vorrebbe dire che Hamas è in grado di colpire le principali città israeliane vicine alla Striscia di Gaza. Il gruppo militante, dal 7 ottobre, ha sparato missili di questo tipo verso Israele.

Zarghami, parlando di Hamas, ha detto di conoscere «i loro tunnel». In quanto responsabile, all'epoca, della formazione e dell'addestramento di Hezbollah e Hamas si è trovato più volte nei tunnel in cui combatte oggi l'organizzazione. «In quei tunnel ho tenuto con successo corsi di formazione per Hamas, ho informato i militanti sulle armi e su come usarle». L'ala militare di Hamas ha iniziato a costruire tunnel e cunicoli negli anni Ottanta, principalmente per favorire il contrabbando di merci. Quindi, ha utilizzato le gallerie sotterranee per scopi militari e, nello specifico, per colpire Israele. Da quando Hamas ha assunto anche il controllo politico della Striscia, nel 2007, la rete è stata ampliata. 

Le dichiarazioni di Zarghami, di per sé, sono state definite notevoli. Proprio perché, pur ribadendo la sua solidarietà con Hamas, il regime iraniano nelle ultime settimane ha sempre respinto con forza ogni legame o responsabilità con le azioni del gruppo militante palestinese. Secondo l'esperto di Iran Ali Fathollah-Nejad, tuttavia, l'uscita pubblica del ministro sarebbe una banale strategia di Teheran. Le dichiarazioni di Zarghami farebbero parte di una campagna di Stato. Spieghiamo meglio: i leader politici iraniani, dal 7 ottobre, stanno cercando di preservare la loro reputazione tra i loro sostenitori e alleati regionali. «Il ruolo centrale di Teheran nella forza militare di Hamas deve essere sottolineato» ha dichiarato a T-Online il politologo del Vicino e Medio Oriente nonché direttore del Center for Middle East and Global Order (CMEG). In realtà, l'Iran tutto vorrebbe fuorché un suo coinvolgimento nel conflitto in corso. Un fatto che avrebbe irritato, e non poco, Hamas. 

L'Iran, sin dall'inizio del regime, con la rivoluzione khomeinista e il passaggio da monarchia a repubblica islamica sciita, nel 1979, sostiene quello che definisce Asse della Resistenza. I nemici giurati sono, da un lato, l'Occidente e, dall'altro, Israele. Il leader spirituale e politico della Repubblica islamica, Ali Khamenei, sviluppò le relazioni politiche e militari nella regione fra gli anni Ottanta e gli anni Novanta. Secondo analisti ed esperti, l'Iran attualmente finanzierebbe Hamas con un contributo pari a circa 70 milioni di dollari all'anno.

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