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Il Natale negli USA suona con «Carol of the Bells», ma non tutti sanno che l'origine è ucraina

Basandosi su una melodia popolare, il compositore Mykola Leontovych creò un secolo fa una canzone che sarebbe poi diventata famosa in tutto il mondo in lingua inglese
© KEYSTONE (AP Photo/Efrem Lukatsky)
Red. Online
25.12.2025 19:57

«Carol of the Bells: la canzone che ha fatto parlare il mondo dell'Ucraina». Così titola un articolo di Mariana Hirniak sul Kyiv Independent. La conoscono tutti. Anche solo perché è una delle colonne sonore di Mamma ho perso l’aereo, giusto per restare in tema natalizio. Il pezzo composto da Peter Wilhousky nel 1936 e riarrangiato da John Williams è stato adoperato fra l’uscita dalla chiesa e il rientro a casa di Kevin. Negli Stati Uniti, è tra i canti natalizi più popolari. Ma, appunto, non tutti sanno che è basata su un canto melodico del compositore ucraino Mykola Leontovych (1877-1921).

Il titolo originale è Shchedryk, una canzone che in seguito avrebbe attraversato l'oceano per riemergere, appunto, come il famosissimo Carol of the Bells. Leontovych la scrisse nel 1916, ispirandosi al tema di un'antica canzone popolare ucraina. Non nasce come una canzone sulle campane che suonano a Natale, ma parla di una rondine che risveglia un contadino dal suo letargo e gli promette un nuovo anno di successo. L'uccello vola in casa per proclamare l'anno abbondante che la famiglia avrà. Il titolo deriva dalla parola ucraina «shchedryj» che significa «abbondante». In definitiva, è un invito a credere nel futuro.

«Pochissime persone si rendono conto che Shchedryk è stata composta ed eseguita durante un periodo in cui c'erano intense lotte politiche e sconvolgimenti sociali in Ucraina», ha spiegato Anthony Potoczniak, laureato in antropologia alla Rice University. «Per il concerto di Natale, il direttore di coro Oleksander Koshyts incaricò Leontovych di scrivere una canzone basata sulle melodie popolari ucraine. Koshyts ha poi formato il coro nazionale ucraino nel 1919, incaricato da un governo alle prime armi di promuovere la musica del Paese nei principali centri culturali dell'Occidente». Il potere della cultura in un mondo in costruzione. «Tra maggio e ottobre del 1919, il coro diretto da Oleksandr Koshyts tenne circa quaranta concerti in tutta Europa», scrive Mariana Hirniak sul Kyiv Independent. «Città come Praga, Brno, Vienna, Baden, Ginevra, Berna, Losanna, Zurigo e Basilea accolsero quello che divenne il debutto musicale dell'Ucraina sulla scena internazionale». Nel frattempo, in Ucraina Shchedryk diventò una delle melodie di buon auspicio cantate il 13 gennaio (il Capodanno ortodosso).

L'importanza di Pokrovsk

Negli scorsi giorni, la più grande compagnia energetica privata del Paese, DTEK, ha voluto dimostrare quanto la canzone sia diventata un simbolo di resilienza nazionale. Ha messo in scena un'esibizione di Shchedryk con coro e orchestra in una centrale elettrica distrutta dai bombardamenti russi. Il significato politico della canzone deriva dal suo legame con la città di Pokrovsk. Il compositore, Leontovych , lavorò lì come insegnante di musica dal 1904 al 1908 e si dice che abbia scritto la seconda delle cinque versioni della sua canzone durante quel periodo. A quel tempo, Pokrovsk era solo un piccolo insediamento attorno alla neo stazione ferroviaria. Leontovych insegnò alla scuola ferroviaria locale e fondò un coro operaio che coltivava canti popolari.

La città del Donetsk è il fulcro della attuale guerra: da mesi le forze di Mosca cercano di prendere possesso del centro ritenuto strategico e diventato un simbolo per cui combattere. La città, ridotta a un cumulo di macerie, prima della guerra aveva circa 60-70 mila abitanti. Con lo sviluppo del conflitto, era diventata uno snodo cruciale per controllare vie di trasporto, rifornimenti, collegamenti per il trasferimento di truppe e mezzi. A inizio dicembre Putin ha dichiarato che la città di Pokrovsk «ha un significato speciale» e rappresenta «una grande base per raggiungere gli obiettivi» della Russia: la città è «sotto il pieno controllo dell'esercito russo», aveva detto. Un concetto in linea con l'intenzione di Mosca di prendere tutto il Donbass e creare una zona cuscinetto nel nord dell'Ucraina. Ma Kiev aveva subito smentito con un comunicato del comando orientale delle forze armate ucraine: «Gli invasori hanno tentato ancora una volta di piantare la loro bandiera in uno dei quartieri della città in modo che i propagandisti potessero usarla come prova, poi sono fuggiti in fretta e la bonifica dei gruppi nemici continua».

Ma perché una città (ormai) fantasma è l’epicentro di una battaglia campale? Per Oleg Starikov, ex colonnello del Servizio di sicurezza dell'Ucraina, conquistare Pokrovsk e la città satellite Myrnograd, per i russi «è l’obiettivo principale» per squarciare la difesa e dividere in due il fronte orientale. Se cade Pokrovosk, «l’Ucraina perde il più grande distretto fortificato e con esso può cadere tutta la difesa strategica. Con le miniere, il carbone e la logistica Pokrovsk ha grande rilevanza economica e insieme a Pavlograd e Izium è l’hub per rifornire le forze armate a sud e a nord. È tutto lì: ha importanza politica, economica, militare e logistica assoluta». Con la sua caduta, la Russia apre un corridoio diretto verso Ovest, spingendo il conflitto sempre più nel cuore dell’Ucraina industriale.

Tornando a oggi, si attende una risposta russa sulla bozza di Piano di pace USA, i cui 20 punti sono stati resi noti ieri dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Il processo negoziale sul conflitto ucraino, condotto con gli Stati Uniti, avanza a ritmo lento ma costante», ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. «Oggi abbiamo avuto una conversazione molto interessante con Steve Witkoff e Jared Kushner», ha scritto su X il presidente ucraino. «Stiamo davvero lavorando 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per avvicinare la fine di questa brutale guerra russa contro l'Ucraina e per garantire che tutti i documenti e i passi siano realistici, efficaci e affidabili. Ci sono buone idee che possono lavorare verso un risultato condiviso e una pace duratura. Sicurezza reale, vera ripresa e pace vera sono ciò di cui tutti abbiamo bisogno. Ucraina, Stati Uniti, Europa e ogni partner che ci aiuta. Spero che le comprensioni natalizie di oggi e le idee di cui abbiamo parlato possano rivelarsi utili».