L’intervista

«Il partito di Berlusconi potrebbe appoggiare un nuovo Esecutivo non guidato da Conte»

Per una valutazione della difficile fase politica che si apre in Italia con la crisi di governo abbiamo sentito il politologo e saggista Luigi Pandolfi
Il premier uscente Giuseppe Conte pensieroso nel suo ufficio. Forse sogna un terzo incarico. © EPA/FILIPPO ATTILI
Osvaldo Migotto
27.01.2021 06:00

L’Italia si ritrova senza Governo nel bel mezzo della crisi pandemica e nel momento in cui dovrebbe fornire all’UE il piano sull’impiego dei soldi messi a disposizione dal Recovery Fund. Com’è possibile che in un momento così difficile vi è chi pensa a una riforma elettorale?
«La politica italiana in questo momento sembra impazzita. Pare che non vi sia percezione dell’emergenza in atto e della posta in gioco rappresentata dalle importanti risorse messe in campo dall’UE. Per cui questa crisi di governo appare incomprensibile, se non dal lato delle esigenze di visibilità e di potere di chi l’ha innescata. Per quanto riguarda invece la proposta di modifica della legge elettorale, in questo momento rappresenta il minore dei problemi. Il vero problema è quello di poter contare su un Governo stabile che possa fare il necessario per ottenere i fondi previsti dal Recovery Fund. Tra l’altro l’Italia è tra i Paesi con il maggiore ritardo nella preparazione del programma di spesa da presentare a Bruxelles».

Non si sa se Renzi verrà ripescato nel nuovo Governo, ma è tornato a parlare di un ponte sullo stretto di Messina. Sulla base di quale logica, visto che il progetto proposto anni fa da Berlusconi era già stato bocciato?
«Penso che il ponte sullo stretto di Messina, al pari del MES (il fondo salva Stati dell’UE ndr), sia solo una richiesta strumentale da parte di Renzi. Le ragioni della crisi non risiedono in queste mancate soluzioni che l’ex premier ha portato all’attenzione della stampa. La verità è che Renzi ha messo in moto questa crisi per esigenze di visibilità personale, in un momento in cui prendeva atto che il suo piccolo partito non riusciva a decollare. Non sappiamo fino a che punto Renzi abbia fatto bene i suoi calcoli, perché in un primo momento sembrava che la sua scelta fosse stato un azzardo mal calcolato. Adesso però si apre qualche spiraglio e paradossalmente Renzi potrebbe ritornare sulla scena, a maggior ragione se si andrà verso un Governo guidato da un altro premier e con una maggioranza che oltre a IV includa anche pezzi di quelle forze centriste che in Parlamento, e soprattutto al Senato, potrebbero fornire i numeri necessari».

Conte ha assicurato all’Italia il contributo maggiore dell’UE nell’ambito del Recovery Fund. Quali sono invece stati i suoi errori più gravi?
«Sono quelli legati alla gestione preventiva della seconda ondata. Nella prima ondata di COVID il premier uscente era riuscito a gestire l’emergenza in modo positivo, mentre è evidente che durante l’estate il Governo non è intervenuto per adottare misure che avrebbero potuto mitigare gli effetti della seconda ondata, che era già stata preannunciata. Pensiamo ad esempio al sistema dei trasporti o alla scuola e ad altre misure che avrebbero potuto rendere meno drammatica la gestione della seconda fase della pandemia».

Berlusconi rischierebbe di più unendosi a un ipotetico Governo di unità nazionale o seguendo gli alleati del centrodestra favorevoli ad elezioni anticipate?
«La storia recente dice che il centrodestra è più unito del centrosinistra quando si tratta di affrontare le elezioni, però è meno unito quando si tratta di fare scelte parlamentari a sostegno di questo o quel Governo. Non dimentichiamo che Forza Italia aveva sostenuto il Governo Monti, poi ha sostenuto il Governo Letta, mentre Salvini ha sostenuto il primo Governo Conte con il M5S senza Forza Italia e senza Fratelli d’Italia. Io non vedrei come strana la scelta di FI di sostenere un nuovo Governo, ma questo presupporrebbe che a guidarlo non fosse Conte. E non credo che ciò possa influire più di tanto sulla tenuta elettorale di questo partito che al momento presenta una certa debolezza a prescindere dalle vicende che riguardando il Governo nazionale».

Molti italiani messi in difficoltà dalla pandemia lamentano gli scarsi aiuti dell’Esecutivo. Ciò va attribuito alle carenze dell’amministrazione pubblica o alle direttive inadeguate del Governo?
«Direi l’una e l’altra cosa, nel senso che alcune misure adottate dal Governo erano corredate da una serie di decreti attuativi che hanno tardato ad essere varati. Dall’altra riscontriamo problemi atavici per quanto riguarda la nostra pubblica amministrazione. A ciò aggiungerei un problema che riguarda la tipologia dei beneficiari di questi aiuti, che in gran parte sono andati a determinate categorie professionali, come i commercianti, mentre hanno tenuto fuori le fasce più marginali della popolazione, come i lavoratori precari e i disoccupati».