Il pesce d’aprile e l’origine degli scherzi

È il 1. d’aprile e, come ogni anno, c’è chi di scherzi ne fa e ne subisce. Giochi di parole, pesci di carta attaccati alla schiena e tante (più o meno divertenti) bufale. Tradizione, quella delle burla il primo giorno di questo mese, diffusissima non solo in Svizzera e nella vicina Penisola, ma anche in buona parte dell’Europa, America del Nord e numerosi altri Stati del mondo. Amata o odiata, questa ricorrenza è addirittura celebrata con un giorno di vacanza in Ucraina, nella città di Odessa.
Le origini del giorno e del pesce
La nascita di questa tradizione è ancora avvolta nel mistero e le teorie al riguardo sono diverse. Secondo alcuni, la sua diffusione è dovuta al fatto che, fino al XVI secolo e l’adozione definitiva del calendario gregoriano, il Capodanno veniva da molti festeggiato tra il 25 marzo e il 1. d’aprile. Chi già celebrava l’inizio dell’anno nuovo il 1. gennaio, dunque, si prendeva gioco di quanti ancora erano rimasti legati alla tradizione del passato, diffondendo l’idea che il 1. d’aprile fosse il «Giorno degli sciocchi» (April Fools’ day, com’è conosciuto in inglese). Non è improbabile, comunque, che l’usanza di fissare nel calendario un determinato giorno per scherzi e burle sia ben più antica: secondo alcuni studiosi, l’origine del pesce d’aprile risalirebbe infatti all’età classica. Ad abbinare a questa ricorrenza la figura del «pesce» siamo però in pochi: a noi italofoni, si aggiungono solo i francofoni (poisson d’avril) e quanti abitano le regioni di lingua olandese in Belgio e Paesi Bassi (april vis). Anche l’origine di questo aspetto «ittico» della giornata rimane oscuro: una teoria la collega alla storia del beato Bertrando di San Genesio (vissuto tra il XIII e XIV secolo), che avrebbe salvato il papa in procinto di morire soffocato da una lisca di pesce. Il pontefice avrebbe dunque vietato, per quel giorno, il consumo di pesce.

Un giorno diverso
In Spagna, negli stati ispanofoni dell’America e nelle Filippine, il giorno degli scherzi è invece il 28 dicembre. Un fatto bizzarro, visto che corrisponde al «Día de los Santos Inocentes», il giorno in cui la Chiesa cattolica ricorda la Strage degli innocenti.

Non tutti la prendono sul ridere
L’usanza di proporre, per il 1. d’aprile, una serie di evidenti bufale, così diffusa in Europa, non è ben accetta altrove. In Thailandia, ad esempio, la polizia ha ricordato stamattina che pubblicare o condividere fake news online può portare a una condanna fino a cinque anni di prigione.