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Il piano israeliano che punterebbe ad occupare Gaza è «sconvolgente»

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Ats
05.08.2025 18:16

Il piano israeliano che punterebbe ad occupare Gaza è «sconvolgente». Lo dice padre Ibrahim Faltas, francescano della Custodia di Terra Santa, che in questi mesi tanto si è prodigato per alleviare le sofferenze nella Striscia, a partire dalla cura dei piccoli feriti che sono stati accompagnati negli ospedali italiani e di altri Paesi.

Parla di una decisione che «sgomenta e allarma» anche l'Osservatore Romano che mette la notizia in apertura di prima pagina.

Il Papa, in un messaggio per gli 80 anni di Hiroshima e Nagasaki, torna a chiedere, come aveva fatto il primo giorno della sua elezione, «una pace disarmata e disarmante» perché, ieri come oggi, «la vera pace esige il coraggio di deporre le armi, soprattutto quelle che hanno il potere di causare una catastrofe indescrivibile», le parole di Leone XIV.

Padre Faltas sottolinea che «continua a soffiare il vento della violenza sulla Terra Santa già così provata. Quando sembra essere vicini ad una tregua, ad un cessate il fuoco, ad una speranza di pace, arrivano ulteriori e più gravi azioni e dichiarazioni che fermano i difficili negoziati e i relativi processi di pace. Chi ha sofferto e ancora soffre a Gaza, come nel resto della Terra Santa, non ha più forza - confida il francescano - per affrontare altro dolore».

Il pensiero è anche per gli israeliani che dal 7 ottobre non sono più tornati nelle loro case: «I parenti degli ostaggi soffrono da quasi due anni per la mancanza dei propri cari, non conoscono le loro condizioni di vita, non sanno se potranno riabbracciarli e piangere di gioia o smettere di sperare e piangere per la loro perdita».

E poi ci sono le condizioni impossibili in cui si vive nella Striscia: «La fame, la sete, il caldo, la mancanza di cure e di ogni bene essenziale, la minaccia di perdere la propria terra sono gravi e pesanti carichi sulla coscienza del mondo. Chi può e deve fermare il piano sconvolgente di dominio su Gaza sta a guardare in silenzio, senza sentire il dovere di intervenire per fermare un crimine e per affermare e garantire il diritto alla dignità e al rispetto della vita di ogni essere umano. I palestinesi hanno diritto a rimanere a Gaza, in Cisgiordania e nei territori a loro attribuiti da accordi e convenzioni internazionali, hanno il diritto di vivere, hanno il diritto di esistere come popolo e come stato riconosciuto. Chi non riconosce questo, deve essere ritenuto responsabile e complice di un massacro».

Quindi ancora un appello a porre fine alla guerra: «Fermiamo le mani che uccidono, fermiamo le menti che distruggono la speranza della pace!».