Il Regno Unito non restituirà i resti del principe abissino Alemayehu

Il Regno Unito non ritiene possibile restituire all'Etiopia i resti - inumati con tutti gli onori nel Castello di Windsor - del principe abissino ottocentesco Alemayehu, oggetto di una delle tante rivendicazioni post-coloniali indirizzate degli ultimi anni verso Londra.
La decisione è stata evocata ieri in una nota di risposta ufficiale ad Addis Abeba redatta da Buckingham Palace e ripresa oggi da alcuni giornali d'Oltremanica; nota nella quale la corte si trincera peraltro esclusivamente dietro questioni logistiche e di rispetto che renderebbero impraticabile la dissepoltura.
Catturato all'età di 7 anni dall'esercito imperiale britannico nel 1868, nell'ambito di uno dei conflitti d'epoca coloniale nel Corno d'Africa, il principe Alemayehu sbarcò orfano in Inghilterra dopo la morte di sua madre durante la traversata, e venne di fatto adottato dalla regina Vittoria, che gli garantì ospitalità ed educazione aristocratica a corte per oltre un decennio - conquistandosene alla fine l'affetto - sino alla morte prematura a 18 anni causata da una polmonite.
Fu la stessa Vittoria a volerlo poi far seppellire nella cripta della cappella di San Giorgio, accanto a tanti reali britannici. Sino alla richiesta di restituzione ufficializzata negli ultimi anni dalle autorità etiopi e da alcuni discendenti dello sfortunato giovane principe.
«Vogliamo quei resti indietro, in quanto familiari e in quanto etiopi, poiché il Regno Unito non è il Paese in cui egli nacque», ha insistito nei giorni scorsi ai media britannici uno di questi ultimi, Fasil Minas.
Ma la risposta contenuta nella nota di Buckingham Palace resta per ora netta: «È molto improbabile - vi si legge - che sia possibile esumare i resti (di Alemayehu) senza dissacrare quelli d'un significativo numero di altre tombe adiacenti».