Il Sudafrica è strategico, anche in questa guerra

L’ambasciatore statunitense in Sudafrica Reuben Brigety ha accusato il grande Paese africano di aver fornito armi alla Russia in un’operazione navale segreta nello scorso dicembre. Secondo il diplomatico americano, la nave russa Lady R, soggetta a sanzioni internazionali, sarebbe attraccata al cantiere navale di Simon’s Town, nei pressi di Città del Capo, dove sarebbe stata caricata con armi e munizioni destinate a Mosca. Sull’onda delle dichiarazioni dell’ambasciatore Brigety, il Dipartimento di Stato ha subito sollevato la questione con le autorità sudafricane accusando Pretoria di essere venuta meno al suo ruolo di neutralità dichiarata. Secondo il Financial Times la nave Lady R – di proprietà della società russa Transmorflot colpita dalle sanzioni – avrebbe spento il transponder mentre faceva scalo a Città del Capo per evitare di essere tracciata dalle capitanerie di porto e dai satelliti.
Il Presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha risposto di aver di avviato un’inchiesta indipendente per fare luce sulla vicenda, condotta da un magistrato in pensione e con un aggiornamento costante dei funzionari statunitensi. Allo stesso tempo Ramaphosa ha attaccato il diplomatico americano per la sua posizione pubblica che minerebbe le relazioni fra i due Paesi.
Il Governo sudafricano ha anche convocato l’ambasciatore Brigety per chiarimenti ed è previsto un colloquio anche fra il ministro degli Esteri del paese africano Naledi Pandor ed il Segretario di Stato Anthony Blinken. Il portavoce del ministero ha anche dichiarato che la Commissione che supervisiona la vendita e la consegna delle armi non possiede alcun dato su questa vendita alla Russia e che se ci sono state irregolarità il Sudafrica ha tutto l’interesse a chiarirle.
Ma la questione è molto più grande di un’inchiesta portata avanti dalla magistratura di Pretora. Il Sudafrica è infatti lo stato più importante del continente africano e non si è mai schierato contro la Russia dall’inizio della guerra con l’Ucraina, continuando ad avere stretti rapporti con Mosca. L’African National Congress, il partito di Nelson Mandela al potere in Sud Africa, ha approvato una risoluzione nella quale accusava gli Stati Uniti di aver provocato la guerra con la Russia in Ucraina. A questo va aggiunto il comportamento dell’ex presidente Jacob Zuma, condannato per corruzione, che ha incontrato più volte Vladimir Putin sostenendo le azioni di Mosca e persino di sua figlia, nota influencer sudafricana, che lavora per sostenere la causa di Putin in tutta l’Africa australe. L’irritazione americana per il comportamento sudafricano ha già avuto delle ripercussioni sul mercato finanziario, con la moneta locale rand al minimo storico nel cambio con il dollaro.
In generale, l’amministrazione Biden sta facendo enormi pressioni sui Paesi africani perché si schierino contro la Russia, ma i risultati sono molto instabili. A febbraio la marina militare sudafricana ha eseguito una serie di esercitazioni congiunte con Russia e Cina, fra l’Oceano Atlantico e l’Oceano Indiano. Un’alleanza forte quella di Pretoria con Mosca e Pechino, visto che sono tutti paesi del gruppo BRICS, formato da Brasile, Russia, India, Cina e appunto Sudafrica. Quest’asse transcontinentale conta più di tre miliardi e mezzo di persone e alcune delle economie più vivaci del globo.
Al gruppo BRICS si stanno poi avvicinando molti altri stati come l’Iran, l’Argentina, l’Arabia Saudita e l’Algeria, ampliando moltissimo il loro peso geopolitico anche in vista della Via della Seta terrestre e marittima che la Cina sta portando avanti con decisione.
Il tentativo di portare il Sudafrica nell’orbita americana ad agosto potrebbe toccare il suo punto più basso, perché il presidente Ramaphona ha invitato Vladimir Putin al vertice dei leader BRICS a Johannesburg, ma l’incriminazione del presidente russo per crimini di guerra da parte della Corte Penale Internazionale ha complicato tutto. Il Sudafrica, a differenza degli Stati Uniti, è un membro della Corte Penale Internazionale e sarebbe obbligato ad arrestare Vladimir Putin appena atterrato.
Una situazione molto complessa che il nuovo scandalo della nave russa Lady R certamente non semplifica e che potrebbe spostare gli equilibri in una zona altamente strategica, non soltanto per la grandi risorse minerarie, ma soprattutto per la sua posizione a cavallo fra Africa ed Asia.