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Il Sudan distrugge un aereo emiratino con mercenari colombiani

Il velivolo militare emiratino «è stato bombardato e completamente distrutto» mentre atterrava all'aeroporto di Nyala, nel Darfur meridionale
© KEYSTONE (AP Photo)
Ats
06.08.2025 20:55

L'aeronautica militare sudanese ha distrutto un aereo degli Emirati arabi uniti che trasportava mercenari colombiani mentre atterrava in un aeroporto controllato dai paramilitari nel Darfur, hanno riferito la televisione di Stato e una fonte militare.

L'aereo militare emiratino «è stato bombardato e completamente distrutto» mentre atterrava all'aeroporto di Nyala, nel Darfur meridionale, ha riferito la fonte militare, sotto anonimato.

L'aeroporto è stato preso di mira più volte da attacchi aerei dell'esercito sudanese, che è in guerra con le Forze di supporto rapido (Rsf) paramilitari dall'aprile 2023. Gli Emirati negano di armare le Rsf.

Non ci sono stati finora commenti dalle parti in conflitto o dagli Emirati Arabi Uniti. Non è chiaro quante persone fossero a bordo dell'aereo o se ci siano sopravvissuti.

L'esercito sudanese, guidato da Abdel Fattah al-Burhan, accusa da tempo gli Emirati di aver fornito armamenti avanzati, compresi droni, alle Rsf tramite l'aeroporto di Nyala. Abu Dhabi ha negato le accuse, nonostante i numerosi rapporti di esperti delle Nazioni Unite, funzionari politici statunitensi e organizzazioni internazionali. Lunedì, il governo sudanese, allineato all'esercito, ha accusato gli Emirati di aver reclutato e finanziato mercenari colombiani per combattere per le Rsf, sostenendo di essere in possesso di documenti che lo dimostrano.

Le segnalazioni di combattenti colombiani nel Darfur risalgono alla fine del 2024 e sono state confermate dagli esperti delle Nazioni Unite. Mercenari colombiani, molti ex soldati e guerriglieri, sono apparsi in altri conflitti globali ed erano stati precedentemente assoldati dagli Emirati Arabi Uniti per operazioni in Yemen e nel Golfo.

La guerra in Sudan è al suo terzo anno. La guerra civile vede contrapposte le Forze armate sudanesi (capeggiate dal generale Abdel Fattah Al-Burhan) e le Forze di supporto rapido (un gruppo paramilitare controllato da Mohamed Hamdan Dagalo). Il conflitto ha ucciso decine di migliaia di persone, provocato 13 milioni di sfollati e ha gettato il Paese nella sua peggiore carestia.