Guerra in Ucraina

«In fila per spedire i beni razziati agli ucraini»

Le immagini diffuse da un gruppo di volontari bielorussi mostrano i soldati di Putin in un ufficio spedizioni, da cui avrebbero mandato a casa chili di materiale, tra cui vestiti, condizionatori, strumenti musicali e accessori per la pesca
©Беларускі Гаюн
Michele Montanari
06.04.2022 08:24

Numerosi soldati russi impegnati per settimane nell'area intorno a Kiev, tra cui gli uomini che hanno occupato Bucha e Hostomel, avrebbero spedito in Russia chili di beni sottratti al popolo ucraino. Lo riporta «Repubblica», citando il gruppo anonimo di volontari bielorussi del progetto «Belaruski Gayun» (Беларускі Гаюн: un gruppo clandestino che si oppone all’invasione russa e cerca di evitare l’ingresso in guerra della Bielorussia al fianco di Putin). I soldati sarebbero stati filmati lo scorso 2 aprile dalle telecamere di un ufficio di spedizioni della CDEK, un corriere russo che lavora anche sulle lunghe distanze, situato nella città bielorussa di Mazyr. Gli uomini, per effettuare le spedizioni, avrebbero fornito nomi, cognomi, indirizzi, numeri di telefono e la descrizione del materiale da mandare in Russia, tra cui televisori, vestiti, condizionatori, gadget elettronici e altro ancora, per un totale di due tonnellate di oggetti. La telecamera avrebbe registrato la scena per più di 3 ore e i filmati sono finiti in mano al progetto «Belaruski Gayun». Nella lista diffusa dai volontari si leggono i dati personali dei soldati e la merce spedita. Su Telegram il gruppo bielorusso spiega: «Abbiamo ricevuto una serie impressionante di dati personali di criminali che dovrebbero essere ritenuti responsabili del furto e dell'omicidio di persone in Ucraina». La maggior parte di loro verrebbe da Rubcovsk, ma ci sarebbero anche uomini di Mosca: «In un solo giorno, il 2 aprile, hanno consegnato più di 2 tonnellate di oggetti, di cui una parte significativa rubata», si legge. Il progetto «Belaruski Gayun» ha pubblicato i dati di «quelli che si sono distinti di più - inviando da 50 a 450 chili, compresi gli oggetti rubati agli ucraini». E così si legge ad esempio di K.E.E. che ha inviato a Rubcovsk 450 chili di materiale, tra cui strumenti e altoparlanti musicali, tavoli e tende. Di L.A.M., che ha inviato una TV e persino un divano. E non manca chi ha spedito a casa vestiti, condizionatori, ricambi per PC e accessori per la pesca. I volontari bielorussi hanno pubblicato tutte le foto dei presunti razziatori e i loro numeri di telefono. Il sito di informazione «Meduza» ha trovato diversi account sui social media che sembrano appartenere alle persone citate nell'elenco, sebbene la maggior parte dei profili non fosse aggiornata da diversi anni. Inoltre, alcuni soldati avrebbero acquistato elettrodomestici nei negozi di Mazyr, in quanto ritenuti più economici. Un giornalista sul posto ha spiegato che: «Quando abbiamo chiesto a un dipendente se gli articoli da spedire fossero stati acquistati in Bielorussia, ci è stato detto che i dipendenti non lo hanno chiesto durante la compilazione dei moduli». Non sarebbe la prima volta che le case degli ucraini vengono derubate, questo sarebbe emerso da numerose intercettazioni telefoniche ai danni dei soldati russi, che, in alcuni casi, avrebbero chiesto ai famigliari una sorta di «lista della spesa». Proprio ieri, martedì 5 aprile, alcuni residenti della città ucraina di Trostjanec' hanno raccontato a un giornalista del «Guardian» di continue razzie: le truppe russe avrebbero preso diversi oggetti, dai laptop alla biancheria intima. La proprietaria di un salone di bellezza ha fatto sapere che i soldati che dormivano nel suo negozio quando se ne sono andati hanno portato via diverse attrezzature, i mobili e persino tinte per capelli, smalti per unghie e flaconi di shampoo.

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