In Giappone la terra trema (di nuovo)

La terra, in Giappone, ha tremato di nuovo. Dopo il sisma di magnitudo 7.5 di lunedì al largo della costa pacifica della prefettura di Aomori, che ha causato il ferimento di almeno 30 persone, nella mattina di venerdì (intorno alle 3:45 in Svizzera) è stata registrata un'altra scossa di magnitudo 6,7 nel Paese del Sol Levante.
Ancora una volta, a essere colpita è stata la prefettura di Aomori. Secondo l'app giapponese di allerta emergenze NERV, sono stati diramati avvisi di evacuazione per circa 6.000 abitanti della città di Mutsu. L'epicentro del sisma, anche in questo caso, è stato registrato al largo della costa orientale. Dopo la prima scossa di magnitudo 6,7, come confermano i dati dell'Agenzia meteorologica giapponese (JMA), se ne sono verificate altre tre di assestamento, con magnitudo compresa tra 4,5 e 5,7.
In un primo momento, è stata diramata anche un'allerta tsunami, poi revocata, a distanza di qualche ora. Tuttavia, onde fino a 20 centimetri hanno colpito le coste delle prefetture di Aomori e Hokkaido.
Al momento, non è noto se ci siano feriti. La primo ministro giapponese, Sanae Takaichi, ha dichiarato che il terremoto delle scorse ore non rientra nell'allerta di «megaterremoto» emessa dalle autorità all'inizio di questa settimana. Negli scorsi giorni, infatti, le autorità avevano avvertito che una scossa più forte avrebbe potuto verificarsi a seguito del sisma di magnitudo 7,5 di lunedì. Da tempo, non a caso, il Giappone si sta preparando a quello che viene definito «grande evento»: un «megaterremoto» che si verifica una volta ogni secolo. Un fenomeno definito «megathrust», che tende a verificarsi ogni cento anni circa, spesso in coppia. Gli ultimi terremoti di questo tipo risalgono al 1944 e al 1946. Ciononosante, il più potente mai registrato in Giappone resta il sisma del 2011, che colpì la prefettura giapponese di Fukushima, scatenando l'ormai storico grave disastro nucleare, dopo che onde gigantesche allagarono i reattori della centrale nucleare di Fukushima Daiichi.
Le autorità, anche in questo caso, hanno esortato gli abitanti delle zone colpite a rimanere vigili e a spostarsi verso zone più elevate. Ciononostante, l'autorità giapponese per la regolamentazione nucleare ha affermato che non ci sono «segni immediati di anomalie» negli impianti nucleari nella regione colpita dal terremoto.
A settembre, la commissione d'inchiesta sui terremoti del Giappone ha dichiarato che esiste una probabilità del 60-90% che entro i prossimi 30 anni si verifichi un «megaterremoto» nella fossa di Nankai, un'area di attività sismica che si estende lungo la costa pacifica del Giappone. Un evento di questo tipo potrebbe scatenare uno tsunami di oltre 20 metri e causare fino a 300.000 morti, oltre a migliaia di miliardi di danni.
