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«In Italia non è detto che vincerà la coalizione di centrodestra»

Dopo l’annuncio delle elezioni anticipate i partiti sono già in campagna elettorale - Abbiamo chiesto al politologo Gianfranco Pasquino un’analisi della situazione attuale
©Italian Presidential Palace
Osvaldo Migotto
22.07.2022 21:42

Dopo l’annuncio delle elezioni anticipate fissate per il 25 settembre, il Governo Draghi si è impegnato a portare a termine provvedimenti urgenti come il PNRR, mentre i partiti sono già in campagna elettorale. Abbiamo chiesto al politologo Gianfranco Pasquino un’analisi della situazione attuale.

Il Governo Draghi cercherà di gestire al meglio gli affari correnti. A questo punto non troverà più ostacoli nei partiti?
«Draghi potrà lavorare grossomodo fino al 20 settembre. Io credo che non sia nell’interesse di nessun partito creare intralci a Draghi, perché se lo ostacolano ora, poi chi vincerà si troverà in una situazione peggiore. Pertanto credo che il Governo Draghi farà diverse cose, proseguendo sulla via di quanto ha già avviato».

La campagna elettorale è già iniziata, con promesse generose. Berlusconi ha assicurato pensioni minime da mille euro. In un Paese con un debito pubblico di 2.700 miliardi di euro, come si compenserà tale generosità?
«Non so se Berlusconi vincerà le elezioni, comunque il Cavaliere è noto per non aver mantenuto le promesse elettorali. Potrebbe anche accadere che vinca le elezioni, ma che poi non sarà in grado di mantenere quanto ha promesso in campagna elettorale».

La vittoria del centrodestra sembra probabile, visti i sondaggi. Se così sarà dovrebbe essere la Meloni il prossimo premier. Una persona non proprio rassicurante, visto il suo collocamento politico. Vede delle alternative?
«Innanzitutto direi che la campagna elettorale inciderà sicuramente sull’esito del voto di settembre. Non è certo che il centrodestra riesca a vincere; potrebbe fare degli errori abbastanza grossi, in quanto i partiti della coalizione sono in competizione tra loro. Già ora i leader del centrodestra partono abbastanza divisi, e quindi avranno un peso anche le ambizioni personali. Inoltre potrebbe accadere che il centrosinistra riesca a vincere grazie a delle nuove tematiche che potrebbe cavalcare nel corso della campagna elettorale. Per quanto riguarda Giorgia Meloni, vorrei ricordare che nel centrodestra era stato deciso che il candidato premier sarebbe stato chi avrebbe ottenuto più voti. Però questa è una regola che hanno deciso tra loro, ma a nominare il premier è il presidente della Repubblica, che potrebbe non affidare la guida del Governo alla Meloni, magari perché non si fida del suo tasso di europeismo. Del resto Mattarella nel 2018 aveva bocciato la nomina a ministro di Paolo Savona (critico nei confronti dell’euro n.d.r.). Per cui il capo dello Stato, per evitare tensioni con l’UE, potrebbe chiedere al centrodestra di fornire un altro nome per la guida del nuovo Esecutivo».

Quanto è solida l’alleanza di centrodestra rispetto al passato?
«Non so quanto sia solida l’alleanza di centrodestra, perché dipenderà dal programma della distribuzione dei collegi. Lì vedremo quanto i partiti del centrodestra sono disposti a concorrere e non a entrare in competizione. Inoltre va detto che ci sono differenze di opinione non marginali. Una delle quali riguarda come stare nell’Unione europea. Un’altra questione per nulla marginale è quale atteggiamento mostrare nei confronti di Putin. Berlusconi e Salvini sono putiniani, mentre Giorgia Meloni è atlantista e giustamente non gradisce un dittatore. Quindi vi sono delle differenze non facilmente ricomponibili. Nel frattempo Forza Italia ha perso alcuni autorevoli dirigenti, quali Mariastella Gelmini, Renato Brunetta e il senatore Cangini. Quindi FI rischia di raccogliere pochi voti».

Anche il centrosinistra sembra piuttosto diviso. Non trova?
«Sì, vi è un’elevata probabilità che il centrosinistra arrivi al voto in ordine sparso. Del resto il PD dovrebbe diffidare di Renzi che si è mostrato assolutamente inaffidabile. Il PD ha invece un bisogno assoluto dei 5 Stelle, ma se Conte continua a fare dichiarazioni fuori dal mondo e si butta all’opposizione, certamente il centrosinistra non potrà vincere. In più ricordiamoci che al centro c’è anche Calenda, leader di Azione, ben finanziato, e poi c’è il gruppo di Giovanni Toti. La domanda è: cosa faranno i centristi ex centrodestra? Ci sono ancora molte incognite in questa campagna elettorale».