I dati

In tutta Europa si respira aria malsana

Secondo un recente studio, il 98% degli abitanti del Vecchio continente vive in zone in cui i livelli di PM 2,5 sono superiori alle linee guida dell'OMS: la situazione è peggiore nei Paesi dell'Est, con l'Italia unica eccezione
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Michele Montanari
21.09.2023 10:29

L’aria cattiva avvolge l’Europa: quasi tutti, oggi, vivono in aree con alti livelli di inquinamento atmosferico. È quanto emerge da una recente indagine pubblicata dal Guardian, che parla di una «grave crisi di sanità pubblica». L’analisi, in cui sono state utilizzate immagini satellitari dettagliate e misurazioni effettuate da oltre 1.400 stazioni di monitoraggio, restituisce un quadro inquietante, con il 98% delle persone che vivono in aree con livelli di polveri fini al di sopra di quelli raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), ossia 5 μg/m3. E non solo: quasi due terzi degli europei vivono in zone in cui la qualità dell’aria ha valori di inquinamento doppi rispetto alle linee guida dell’OMS. Mentre circa 30 milioni di persone vivono in aree in cui la concentrazioni di PM 2,5 (le particelle il cui diametro è inferiore o uguale ai 2,5 micron) è almeno quattro volte superiore.

Stando all'ultimo rapporto Air Quality Life Index, la Bosnia-Erzegovina resta il Paese più inquinato d’Europa, ma la situazione è preoccupante in tutti i Paesi balcanici. In Macedonia del Nord, rileva il nuovo studio, in gran parte del territorio si raggiungono valori di PM 2,5 dalle 4 alle 6 volte superiori a quelli limite. In generale, nell’Europa dell’Est la situazione è peggiore rispetto all’Occidente, con l’unica eccezione dell’Italia: nella Pianura padana e in diverse aree del Nord, un terzo degli abitanti respira un’aria 4 volte più inquinata rispetto ai valori dell’OMS. In Svizzera, è il Ticino ad avere i dati più distanti dai 5 μg/m3, specialmente nel Sottoceneri, a ridosso del confine con la Penisola (qui la mappa interattiva del Guardian).

Le misurazioni, come detto, prendono in considerazione le PM 2,5, le minuscole particelle sospese nell’aria prodotte per lo più dalla combustione di combustibili fossili, che possono depositarsi nei polmoni e nel flusso sanguigno, colpendo quasi tutti gli organi. La nuova analisi ha rilevato che solo il 2% della popolazione europea vive in aree entro il limite dei 5 μg/m3. Secondo gli esperti, l’inquinamento da PM 2,5 provoca circa 400.000 morti all’anno in tutto il Continente. Mentre l’OMS stima che a livello mondiale queste particelle siano responsabili del 36% dei tumori ai polmoni, del 34% degli ictus e del 27% delle malattie cardiovascolari

«Si tratta di una grave crisi di sanità pubblica», ha commentato Roel Vermeulen, professore di epidemiologia ambientale all’Università di Utrecht, che ha guidato il team di ricercatori, aggiungendo: «Quello che vediamo abbastanza chiaramente è che quasi tutti in Europa respirano aria malsana». Mentre l’UE si sforza di fare di più rispetto al problema dell’inquinamento atmosferico, gli esperti chiedono di agire il prima possibile: un numero sempre maggiore di studi dimostra infatti che le piccole particelle sospese nell’aria sono in grado di colpire tutti gli organi del corpo e sono responsabili di numerosi problemi di salute, dai tumori alle malattie cardiocircolatorie, sino al diabete». A livello globale, i Paesi più inquinati al mondo si trovano in Asia meridionale: in Bangladesh, India, Nepal e Pakistan la qualità dell'aria è talmente scarsa che può nuocere più del fumo di sigaretta.