Vaticano

Indigeni a Papa: cancella dottrina coloniale della Chiesa

La protesta dei nativi è tornata allo scoperto oggi, in modo inatteso, durante la messa di papa Bergoglio nel Santuario nazionale canadese di Sainte-Anne-de-Beaupré
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Ats
28.07.2022 18:43

Subito dopo la nomina di papa Francesco, 500 mila nativi americani rivolsero al nuovo Pontefice un appello affinché venisse abolita la famigerata bolla papale chiamata «Discovery Doctrine» o Dottrina della Scoperta.

La speranza dei nativi era che questo Papa, che si mostra sensibile ai problemi del Terzo Mondo e delle popolazioni autoctone, abolisse finalmente una legge che ha provocato nei secoli morti, distruzioni, sopraffazioni, in nome di una presunta «legge divina».

La protesta dei nativi è tornata allo scoperto oggi, in modo inatteso, durante la messa di papa Bergoglio nel Santuario nazionale canadese di Sainte-Anne-de-Beaupré, a 30 km da Quebec, quando all'inizio della liturgia - presente nella basilica anche il primo ministro Justin Trudeau con la moglie Sophie - un gruppo di indigeni ha innalzato davanti all'altare uno striscione con la scritta «Rescind the Doctrine» (Cancella la Dottrina).

Una dimostrazione avvenuta peraltro in maniera composta, durata il tempo che gli agenti della sicurezza, senza fasi eccessivamente turbolente, facessero rimuovere lo striscione, che poi è stato nuovamente appeso all'esterno del Santuario, mentre parte dei manifestanti sono rimasti all'interno.

La Discovery Doctrine è la Bolla papale emanata nel 1452 da Niccolò V, confezionata su misura per il re del Portogallo Alfonso V, con la quale il Pontefice gli garantiva il possesso delle terre scoperte nell'Africa del Nord e affacciate sull'Atlantico. La Bolla fu poi estesa a Colombo per la conquista delle terre d'oltreoceano. Dopo lo sbarco a San Salvador, Colombo eseguì una cerimonia per «prendere possesso» della terra a nome del re e della regina di Spagna, Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia.

Le terre scoperte erano considerate «res nullius» ossia terre di nessuno, anche se sopra di esse vi erano popolazioni autoctone che vi dimoravano. Le «nuove terre» appartenevano per diritto divino al Sommo Pontefice secondo la convinzione che il Papa, successore di Pietro e rappresentante di Cristo in terra, fosse signore di ogni cosa. I pagani, ossia chi era al di fuori del cristianesimo, non avevano diritto a nulla finché non riconoscevano la sovranità di Cristo e della Chiesa. La Bolla - che non è mai stata abrogata - imponeva altresì l'obbligo dell'evangelizzazione degli indigeni: tuttavia, quando ad essi veniva rivolta in latino la richiesta di convertirsi al cristianesimo, essi non capivano la lingua e non potendo rispondere, venivano automaticamente considerati schiavi.

La Discovery Doctrine ha così consentito ogni genere di nefandezza e sopraffazione ai danni delle popolazioni native. Gli indigeni furono schiavizzati, sottomessi, depredati di tutto. Questi effetti si sono protratti anche nei secoli successivi. In Canada ad esempio lo Stato introdusse politiche, pratiche e istituzioni intenzionali e ingiustificabili, per «uccidere l'Indiano che c'è nel bambino». Le scuole costruite in tutto il Canada, gestite da varie confessioni della Chiesa, poi soggette all'indagine della Commissione nazionale denominata «Truth and Reconciliation Commission», hanno strappato i bambini indigeni alle loro famiglie, alle loro comunità, li hanno privati delle loro culture e lingue per «civilizzarli» e assimilarli. Nel frattempo, venivano istituite altre iniziative per impossessarsi delle terre, dei territori e delle risorse dei Popoli indigeni.

Le autorità e i sistemi di governo indigeni sono stati sistematicamente rimpiazzati, attraverso l'Indian Act, con sistemi di governo sui cui lo Stato aveva controllo legislativo. Inoltre queste leggi determinavano anche chi era e chi non era «Indiano» - uno status legale imposto. Tutto questo, insieme ad altri sforzi di supporto, era progettato per implementare la cosiddetta «Discovery Doctrine». Un vero e proprio «genocidio», lo chiamano le fazioni indiane canadesi che ora contestano il Papa perché, nonostante la storica richiesta di perdono per gli orrori nelle scuole residenziali cattoliche e per la partecipazione della Chiesa alle politiche di assimilazione, non ha ancora ripudiato la Dottrina della Scoperta, cosa che - a loro dire - solo lui può fare.

Le autorità vaticane, invece, ritengono tale Dottrina superata da secoli, sia da provvedimenti papali come la Bolla di Paolo III 'Sublimis Deus' del 1537 sia dal corposo magistero successivo sulla dignità dei popoli indigeni, oltre che dalla «posizione della Chiesa cattolica da tempo radicalmente critica verso ogni forma di colonialismo», come ha sintetizzato padre Federico Lombardi in un recente articolo su Civiltà Cattolica. Sull'argomento, tra l'altro, lo stesso papa Francesco si è ampiamente soffermato nella sua esortazione 'Querida Amazonia'.