«Inviate a Macron questo proiettile: l'hanno estratto dalle mie vertebre»

Il fumantino Dmitry Rogozin, già vice primo ministro russo ed ex capo dell’agenzia spaziale russa, ha inviato a Emmanuel Macron un pezzo di proiettile d’artiglieria francese (utilizzato dalle armate ucraine) rimosso dal suo corpo. Conosciuto per le estreme posizioni in materia di politica estera (in passato aveva promesso che la Russia avrebbe conquistato Vienna, Berlino e Budapest), Rogozin era stato ricoverato in ospedale il mese scorso, ferito nel corso di un bombardamento ucraino all’hotel fuori Donetsk, nel quale si trovava.

«Un millimetro»
Ieri, Rogozin ha pubblicato su Telegram la foto di una scheggia del proiettile, di fabbricazione francese, insieme a una moneta da un rublo. Il frammento, appunto, sarebbe stato inviato a Pierre Lévy, ambasciatore francese a Mosca, con la richiesta di inoltrare il tutto a Parigi. Al diplomatico, Rogozin ha rivolto una lettera, anch’essa diffusa su Telegram. Nella missiva, l’ex leader di Roscosmos afferma di essere stato raggiunto alla spina dorsale dalle schegge di un proiettile lanciato con l’obice CAESAR da 155 millimetri. Frammenti, questi, arrivati che avrebbero trapassato la sua spalla destra, «conficcandosi nella quinta vertebra cervicale». «A un millimetro dall'uccidermi o dal paralizzarmi», ha sottolineato Rogozin. «È solo grazie alla grande abilità e pazienza dei medici militari e civili russi che sono vivo e quasi in salute».

Il messaggio
A Pierre Lévy e alla Francia, il politico russo ha rivolto aspre critiche: il contenuto del messaggio è infatti stato diffuso in toto da RIA Novosti. Il 59.enne ha scritto: «Insieme abbiamo discusso molto e spesso delle prospettive di cooperazione politica ed economica russo-francese. Purtroppo, la posizione del vostro Paese e dei Paesi della NATO nel coltivare una minaccia militare alla Russia ha portato a un tragico epilogo. Parole e fatti della Francia sono stati diametralmente opposti. La Parigi ufficiale ha tradito la causa del grande de Gaulle ed è divenuta una delle nazioni più sanguinarie d'Europa. Il vostro Paese si è sottomesso ai dettami di Washington ed è diventato uno Stato fantoccio come il governo di Vichy. Ne scrivo con dolore perché ho sempre amato la storia francese, conosco la lingua e la cultura, e onoro la memoria di quando russi e francesi hanno combattuto insieme contro le minacce comuni».
Il messaggio si è concluso con un’uscita dai toni minacciosi: «Le schegge estratte dalla mia spina dorsale dai chirurghi, datele per favore al presidente francese Emmanuel Macron. E ditegli anche che nessuno sfuggirà alla responsabilità per i crimini di guerra di Francia, Stati Uniti, Regno Unito, Germania e altri Paesi della NATO nel Donbass».

Critiche dal partito
L’attacco sarebbe avvenuto poco prima di Natale. Cosa ci faceva lì, in quel momento, Rogozin? L’ex leader dell’agenzia spaziale è stato criticato dal suo stesso partito, Russia Unita (guidato da Putin) per l’eccessiva spensieratezza con la quale il politico e manager si è recato sulla linea del fronte. Di fronte alle accuse di essersi recato a Donetsk per una festa di compleanno, riporta il Telegraph, Rogozin si sarebbe difeso affermando di aver semplicemente partecipato a una riunione di lavoro. Ma tra le vittime dell’attacco ci sarebbero degli amici di Rogozin, mentre alcuni dipendenti dell’hotel sarebbero stati visti portare via casse di champagne dai resti delle stanze distrutte.