Invio di armi all'Ucraina: ritirato in Senato l'emendamento per la proroga

Ritirato nel Senato italiano l'emendamento per la proroga dell'invio di armi all'Ucraina. L'opposizione disinnesca il blitz compiuto ieri dalla maggioranza con un emendamento al Decreto legge (Dl) Nato-Calabria per confermare velocemente la proroga degli aiuti a Kiev fino al 31 dicembre 2023. I democratici puntano i piedi gridando al «colpo di mano», così alla fine l'emendamento incriminato sparisce e il governo si dice pronto a preparare un provvedimento ad hoc che potrebbe arrivare già nel prossimo Consiglio dei ministri (Cdm).
«Non ci siamo mai nascosti sulle necessarie autorizzazioni per l'invio di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all'Ucraina», specifica il ministro della Difesa, Guido Crosetto. «L'emendamento era una scelta tecnica per rendere più semplice e veloce il deposito», gli fa eco Luca Ciriani, ministro dei rapporti con il parlamento che chiede alle opposizioni «garanzie di convertire un decreto entro fine dicembre». «Da parte nostra tutta la disponibilità a lavorare con serietà sul tema come abbiamo sempre fatto», è la risposta della capogruppo Pd Simona Malpezzi.
Il braccio di ferro tra maggioranza e opposizione sui tempi degli aiuti a Kiev tuttavia è durato pochissimo. L'emendamento presentato lunedì sera a sorpresa al Dl Nato e Calabria dai relatori Roberto Menia (Fratelli d'Italia) e da Clotilde Minasi (Lega) nelle commissioni riunite Difesa e Sabità era già contestato la mattina di martedì quando dal Partito democratico (Pd) parte la richiesta di far sparire la modifica dal dl Nato, alle 14 l'emendamento è stato accantonato e prima delle 15 era sparito con il governo pronto a un decreto specifico.