Guerra

«Israele continua a uccidere i civili in attesa di cibo e acqua a Gaza»

Decine di persone colpite presso un sito di distribuzione gestito dall'organizzazione Gaza Humanitarian Foundation: secondo l'ONU, in 6 settimane 800 civili sarebbero morti mentre attendevano aiuti umanitari
©Jehad Alshrafi
Red. Online
13.07.2025 13:34

La strage di civili nella Striscia di Gaza non accenna a placarsi. Secondo diversi testimoni e funzionari ospedalieri palestinesi, sabato decine di persone sarebbero rimaste uccise negli attacchi israeliani mentre aspettavano di ricevere cibo e acqua.

Stando alla protezione civile, almeno 31 palestinesi sono morti e più di 100 sono rimasti feriti mentre si trovavano nei pressi di un sito di distribuzione gestito dall'organizzazione americana Gaza Humanitarian Foundation (GHF), ad al-Shakoush, vicino a Rafah, nel sud di Gaza.

E il sangue ha continuato a scorrere pure questa mattina. Almeno altre 10 persone, tra cui sei bambini, sarebbero rimaste uccise nei bombardamenti degli aerei militari israeliani in un punto di distribuzione dell'acqua nel campo profughi di Nuseirat, nella parte centrale dell’enclave mediorientale. I feriti, almeno 16, sono stati trasportati all'ospedale di Al-Awda e tra loro ci sarebbero sette bambini, alcuni in condizioni critiche. L'agenzia palestinese Wafa, citando fonti mediche, scrive che i jet dello Stato ebraico hanno pure colpito un affollato mercato nel centro di Gaza City, provocando almeno 12 vittime.

Secondo la Reuters, ad al-Shakoush, di fronte a uno dei siti della GHF, la ONG sostenuta da Israele, le truppe dello Stato ebraico avrebbero aperto il fuoco sui civili. Si tratterebbe dell'ennesima sparatoria di massa avvenuta nei pressi di un sistema di distribuzione di aiuti: secondo le Nazioni Unite, 800 persone sarebbero morte in circostanze simili nelle ultime sei settimane.

«Fino allo scorso 7 luglio, abbiamo registrato 798 uccisioni, di cui 615 nelle vicinanze dei siti gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation, e 183, presumibilmente sulle rotte dei convogli umanitari. Si tratta di quasi 800 persone uccise mentre cercavano di accedere agli aiuti», ha affermato la portavoce dell'Ufficio dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Ravina Shamdasani, parlando di una situazione «inaccettabile».

La Croce Rossa ha fatto sapere che il suo ospedale da campo di Rafah ha registrato il più grande afflusso di morti nelle ultime 6 settimane rispetto a tutti i 12 mesi precedenti, spiegando che la stragrande maggioranza delle persone presentava ferite da arma da fuoco. La Croce Rossa ha sottolineato di aver curato più di 3.400 pazienti con ferite da arma da fuoco, registrando oltre 250 decessi da quando, il 27 maggio, sono stati aperti i nuovi punti di distribuzione alimentare della GHF.

L'esercito israeliano, dal canto suo, ha dichiarato di aver sparato colpi di avvertimento verso persone che si comportavano in modo sospetto, per impedire loro di avvicinarsi, sottolineando di non essere a conoscenza di vittime. Pure la GHF afferma che non vi sono stati incidenti nelle vicinanze dei suoi siti.

Intanto, i raid aerei israeliani a Deir al-Balah, nella Striscia di Gaza centrale, avrebbero causato la morte di13 palestinesi, tra cui quattro bambini, secondo quanto riferito dai funzionari dell'ospedale dei Martiri di Al-Aqsa. Altri quindici civili sarebbero invece stati uccisi a Khan Younis, nel sud di Gaza. Lo ha fatto sapere l'ospedale Nasser, citato dalla Associated Press.

La guerra nell'enclave mediorientale ha lasciato gran parte degli oltre 2 milioni palestinesi totalmente dipendente dagli aiuti esterni, mentre da settimane diverse ONG e l'ONU lanciano l'allarme sulle condizioni di malnutrizione dei civili. 

Mentre i negoziati per una tregua non sembrano fare progressi, Hamas detiene ancora circa 50 ostaggi, di cui almeno 20 sarebbero ancora in vita.

Dall'inizio del conflitto tra Israele e Hamas, in seguito agli attentati del 7 ottobre 2023, in cui morirono oltre 1200 persone, sarebbero stati uccisi oltre 57.800 palestinesi, più della metà dei quali donne e bambini, secondo il Ministero della Salute di Gaza. Le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali, evidenzia il Guardian, considerano attendibili questi dati sulle vittime di guerra. 

Inoltre, si stima che oltre il 90% delle abitazioni sia stato danneggiato o distrutto. I sistemi sanitari, idrici e igienico-sanitari sono al collasso e scarseggiano cibo, carburante, medicine e alloggi.