Israele mette al bando l'UNRWA, tra timori e condanne: «Così aumenteranno le sofferenze a Gaza»
C’è grande preoccupazione per la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza dopo che ieri la Knesset, il Parlamento israeliano, ha approvato la legge che vieta «qualsiasi attività» all'interno di Israele dell'UNRWA, l'agenzia ONU per i rifugiati palestinesi.
Le norme, di fatto, recidono i legami con l'agenzia ONU responsabile della distribuzione degli aiuti salvavita nella Striscia di Gaza, la privano delle immunità legali e limitano la sua capacità di supportare i palestinesi a Gerusalemme est e in Cisgiordania.
I leader mondiali e le organizzazioni umanitarie internazionali dopo la decisione israeliana hanno espresso forti timori per il rischio che venga interrotta la già difficile consegna di beni essenziali all’interno dell’enclave mediorientale, con il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres che ha sottolineato come non esista un’alternativa all'UNRWA, la quale «è il principale mezzo con cui viene fornita assistenza essenziale ai rifugiati palestinesi».
Guterres ha affermato che all'agenzia delle Nazioni Unite verrebbe impedito di svolgere il lavoro assegnato dall'Assemblea generale dell'ONU se Israele applicasse le leggi, che vieterebbero all'UNRWA di condurre «qualsiasi attività» o fornire qualsiasi servizio all'interno di Israele, comprese le aree di Gerusalemme Est annessa, Gaza e Cisgiordania. Questo avrebbe «conseguenze devastanti per i rifugiati palestinesi, il che è inaccettabile», ha sottolineato il segretario generale ONU, invitando Israele «ad agire in modo coerente con i propri obblighi» ai sensi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale.
Stando al Guardian, la legislazione israeliana, che entrerà in vigore entro i prossimi 90 giorni, dovrebbe portare alla chiusura della sede centrale di Gerusalemme Est dell'UNRWA e di fatto bloccherebbe la consegna di aiuti umanitari a Gaza tramite il valico di Rafah. La rottura delle relazioni diplomatiche impedirebbe a Israele di rilasciare permessi di ingresso e di lavoro al personale straniero dell'agenzia ONU e impedirebbe il coordinamento con l'esercito israeliano per consentire le spedizioni di aiuti.
Il capo dell'agenzia ONU, Philippe Lazzarini, ha scritto su X che il divieto delle attività dell'UNRWA in Israele «crea un pericoloso precedente». Lazzarini ha denunciato l'ultimo episodio di «una campagna in corso per screditare» l'agenzia delle Nazioni Unite, principale attore delle operazioni umanitarie nella Striscia di Gaza, ritenendo che il divieto «aggrava ancor di più la sofferenza dei palestinesi» nel territorio devastato da un anno di guerra tra Israele e Hamas.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato in una nota che: «Gli operatori dell'UNRWA coinvolti in attività terroristiche contro Israele devono essere ritenuti responsabili. Dato che evitare una crisi umanitaria è essenziale, gli aiuti umanitari sostenuti devono rimanere disponibili a Gaza ora e in futuro. Nei 90 giorni prima che questa legislazione entri in vigore - e dopo - siamo pronti a lavorare con i nostri partner internazionali per garantire che Israele continui a facilitare gli aiuti umanitari ai civili a Gaza senza che ciò minacci la sicurezza di Israele».
L'Autorità nazionale palestinese (ANP), dal canto suo, «ha respinto» il divieto approvato dal Parlamento israeliano che «mostra la trasformazione di Israele in uno Stato fascista». «Rifiutiamo e condanniamo la legge» approvata da Israele, «non lo permetteremo», ha affermato in una dichiarazione Nabil Abu Rudeineh, portavoce della presidenza dell'ANP a Ramallah.
Sulla decisione dello Stato ebraico ha preso posizione pure la Svizzera. Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha espresso preoccupazione specialmente per le implicazioni umanitarie, politiche e legali delle scelte effettuate dalla Knesset. Ma la Confederazione non è certo sola.
Prima del voto, il Dipartimento di Stato americano aveva infatti esortato Israele a non approvare la legge, affermando che l'agenzia svolge «un ruolo insostituibile in questo momento a Gaza». Il segretario di Stato Antony Blinken aveva precedentemente avvertito Israele che l'approvazione della legge avrebbe potuto «avere implicazioni sulla legge e sulla politica degli Stati Uniti».
Diversi Paesi, tra cui Regno Unito, Germania, Francia, Spagna, Belgio, Slovenia, Irlanda, Norvegia, Canada, Australia, Giappone e Corea del Sud hanno alzato la voce, temendo che la situazione a Gaza possa diventare ancora più grave. I gruppi umanitari Oxfam, ActionAid e Australian Council for International Development (ACFID) hanno tutti condannato la mossa di Israele. Le vaccinazioni contro la poliomielite a Gaza sarebbero quasi impossibili senza l'aiuto dell'UNRWA, ha affermato Naomi Brooks dell'ACFID: «Questo disegno di legge indebolisce l'operazione umanitaria internazionale a Gaza, dove milioni di persone soffrono di sete, fame e malattie», ha riferito al Guardian.
Quasi 2 milioni di abitanti di Gaza e della Cisgiordania contano da decenni sull’attività dell’UNRWA, la quale fornisce cibo, assistenza sanitaria, istruzione e supporto psicologico. Insieme alla Mezzaluna Rossa Palestinese, l'UNRWA gestisce quasi tutta la distribuzione degli aiuti ONU che arrivano nel territorio. L'agenzia ha 11 centri di distribuzione alimentare per 1 milione di persone e si stima che più della metà di loro viva al di sotto della soglia di povertà assoluta, con 1,74 dollari americani a testa al giorno per vivere.
L'agenzia ONU ha anche aiutato a implementare una campagna di vaccinazione di emergenza contro la poliomielite, insieme ad altri organismi delle Nazioni Unite, nel tentativo di fermare la diffusione del virus infettivo che può causare paralisi. La scorsa settimana, ha fatto sapere l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), la terza fase della campagna di vaccinazione contro la poliomielite a Gaza è stata posticipata a causa dell'escalation di violenza nel nord di Gaza.