Israele rischia lo status di paria

Un gruppo di esperti dei diritti dell'Onu hanno oggi ammonito che Israele rischia di diventare un «paria» internazionale per il suo «genocidio» a Gaza, suggerendo che la sua appartenenza alle Nazioni Unite dovrebbe essere messa in discussione.
Diversi esperti indipendenti delle Nazioni Unite nominati dal Consiglio per i diritti umani dell'Onu ma che non parlano a nome delle Nazioni Unite, hanno denunciato quella che hanno definito la crescente violenza e violazioni dei diritti di Israele a Gaza e in Cisgiordania, il suo disprezzo per le sentenze delle Corti internazionali e gli attacchi verbali alle Nazioni Unite stesse.
«Penso che sia inevitabile per Israele diventare un paria di fronte al suo continuo e implacabile assalto denigratorio alle Nazioni Unite e ai palestinesi», ha affermato Francesca Albanese, relatrice speciale dell'Onu sulla situazione dei diritti nei territori palestinesi occupati. Albanese, che ha ripetutamente accusato Israele di aver commesso un «genocidio» a Gaza e che ha dovuto affrontare dure critiche e richieste di licenziamento da Israele, ha chiesto se il Paese meriti «di continuare a restare impunito per i suoi incessanti attacchi» all'Onu. «Dovrebbe essere presa in considerazione la sua appartenenza a questa organizzazione, per la quale Israele sembra non avere alcun rispetto?» ha chiesto retoricamente ai giornalisti a Ginevra, parlando tramite videoconferenza.
George Katrougalos, relatore speciale dell'Onu per la promozione di un ordine internazionale democratico ed equo, ha anche sottolineato che Israele deve rispettare gli stessi standard di tutti i Paesi. «Non possiamo più sopportare questo tipo di doppi standard e ipocrisia», ha detto ai giornalisti. «Spero che non continui... Confido che i cittadini progressisti e democratici di Israele non lasceranno che il loro Paese diventi un paria come lo era diventato il Sudafrica durante l'apartheid».
«Francesca Albanese - ha ribattuto oggi la missione israeliana - è nota per aver abusato del suo mandato Onu intrinsecamente discriminatorio per diffondere la sua agenda politica piena di odio, antisemitismo e disinformazione. Il suo atteggiamento, inclusa la difesa e la giustificazione delle azioni di Hamas, è una macchia costante sulle Nazioni Unite».