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Khamenei risponde a Trump: «Se gli USA ci attaccano subiranno un danno irreparabile»

Il presidente USA ha ribadito che dall'Iran vuole una «resa incondizionata» – Poco prima delle 19 ancora sirene d'allarme a Tel Aviv per il lancio di missili dall'Iran – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Khamenei risponde a Trump: «Se gli USA ci attaccano subiranno un danno irreparabile»
Red. Online
18.06.2025 07:07
19:36
19:36
«No al cambio di regime in Iran», ma l'UE è spaccata

Sul Medio Oriente l'Unione Europea si avvia al corto circuito completo. Per una ragione molto semplice, peraltro la solita: gli Stati membri hanno visioni opposte su che linea tenere con Israele (e in misura minore con gli Stati Uniti) e dunque vanno in ordine sparso, paralizzando Bruxelles.

Davanti a Donald Trump che chiede «la resa incondizionata» dell'Iran l'Ue balbetta, ricordando che «il cambio di regime» non rientra nella posizione «concordata» tra i 27. Che dire poi delle parole del cancelliere tedesco Frederich Merz, secondo cui Israele sta facendo il «lavoro sporco» per conto dei suoi alleati? Un secco no comment.

La linea comune, frutto dei soliti compromessi, prevede l'appello alla «moderazione», il «ritorno» al tavolo negoziale dell'Iran per trovare un accordo sul nucleare (che c'era già ma è stato stracciato da Trump), la diplomazia come «unica strada», il diritto di Israele «alla propria sicurezza e alla difesa» nonché un invito «a entrambe le parti» a rispettare «il diritto internazionale».

L'alto rappresentante Kaja Kallas si è a modo suo sbilanciata bollando come controproducente il possibile intervento degli Usa nel conflitto e che ora, per l'Europa, si potrebbe aprire «un ruolo nuovo». Passare dalle parole ai fatti è però molto difficile.

La prima tappa utile è il prossimo lunedì, con il consiglio Affari Esteri, propedeutico al Consiglio Europeo di giovedì e, in misura minore, al summit della Nato all'Aja di mercoledì. L'aggravarsi del conflitto tra Israele e Iran aleggia sull'Europa, con lo spettro della discesa in campo degli Usa (magari senza neppure avvisare i partner) in uno di quei giorni.

Come se non bastasse, non è tutto. Lunedì, infatti, sul tavolo dei ministri degli Esteri approderà la revisione del trattato di associazione Ue-Israele sulla base del rispetto dell'articolo 2, quello sui diritti umani. L'esito è scontato: la violazione. Ma cosa accadrà dopo? L'Ungheria, per dire, blocca senza riserve l'adozione di sanzioni contro Hamas e contro i coloni israeliani violenti (se la questione non sarà risolta dai ministri, assicura una fonte diplomatica, passerà ai leader al Consiglio Europeo).

Che dal Consiglio Esteri emerga qualcosa di definitivo sulla condotta da tenere con Israele su Gaza in virtù delle violazioni ai princìpi di base del trattato di associazione è fantasia. E' probabile che il dossier-Kallas approdi sul tavolo dei leader, i quali a loro volta inviteranno il Consiglio Esteri ad adottare 'certe' misure e che, infine, la palla torni ai ministri a luglio, non più per valutare ma per agire.

L'ex premier estone, finita sulla graticola al Parlamento Europeo nel corso del dibattito sul «fermare il genocidio a Gaza» per presunta inazione, ha letteralmente sbottato. «Parlate come se io fossi l'unica responsabile di quello che succede a Gaza», si è sfogata.

«Io però qui non rappresento me stessa ma i 27 Stati membri: se spettasse a me decidere personalmente io una decisione la prenderei invece non posso perché serve l'unanimità», ha sottolineato riferendosi appunto al tema delle sanzioni ai coloni violenti. «Questa è la mia frustrazione e se portassi la proposta al Consiglio forse mi sentirei meglio ma so che non passerebbe e mostrerebbe la nostra divisione», ha detto ancora, visibilmente turbata.

18:54
18:54
Internet quasi interamente bloccato in Iran

È «quasi interamente bloccata» la connessione a Internet in Iran, secondo informazioni raccolte da NetBlocks, organismo britannico di sorveglianza del web.

L'informazione segue ripetute segnalazioni rimbalzate al riguardo negli ultimi due giorni dal Paese. Non è chiaro se il blocco sia frutto di cyber-attacchi israeliani o anche di restrizioni interne imposte dalle autorità di Teheran in funzione anti-infiltrazioni.

18:53
18:53
Le sirene d'allarme stanno suonando a Tel Aviv per il lancio di missili dall'Iran

Le sirene d'allarme stanno suonando a Tel Aviv per il lancio di missili dall'Iran. Lo constata l'ANSA sul posto. Intanto, si possono udire le esplosioni dei missili intercettori israeliani.

18:53
18:53
IDF: «Nuovo lancio di missili dall'Iran verso Israele»

Il Comando del Fronte Interno dell'Idf ha dichiarato che nei prossimi minuti dovrebbero scattare gli allarmi a Tel Aviv, nel blocco di Dan, nella Sefela, in Cisgiordania e a Lachish, per la prima volta da ieri sera.

Secondo un portavoce dell'Idf si tratta di missili lanciati dall'Iran verso il territorio israeliano. I sistemi di difesa stanno lavorando per intercettare i lanci.

18:52
18:52
Donald Trump ha detto di aver offerto all'Iran l'«ultimatum definitivo»

Donald Trump ha detto di aver offerto all'Iran l'«ultimatum definitivo». A chi gli chiedeva se avesse dato un ultimatum a Teheran, il presidente ha risposto: «si potrebbe dire di sì. Forse potremmo definirlo l'ultimatum definitivo».

18:52
18:52
In Germania critiche a Merz sul «lavoro sporco» di Israele in Iran

Fa discutere in Germania la frase di Friedrich Merz secondo il quale Israele «sta facendo in Iran il lavoro sporco per noi». Sulle sue parole si sono sollevate critiche soprattutto dai partiti di opposizione, come Verdi e Linke. Ma anche frange dei socialdemocratici, alleati di governo del Kanzler, hanno preso le distanze.

Alla Tv del quotidiano Die Welt, il parlamentare verde Anton Hofreiter ha affermato che la frase è «sconveniente»: il cancelliere avrebbe dovuto tener presente che in Iran la stragrande maggioranza delle persone è contro il regime, ha fatto notare, e che negli attacchi Israeliani muoiono anche civili.

La portavoce dei Verdi per il Medio Oriente e l'Iran, Luise Amtsberg, ha criticato Merz sia per la scelta delle parole sia per il contenuto della sua dichiarazione: «Invece di commenti cinici e ignoranti del cancelliere, mi aspetto che il governo federale faccia tutto il possibile per allentare la tensione in questa difficile situazione».

Ancora più duro il commento del co-presidente della Linke Jan van Aken al quotidiano Sueddeutsche Zeitung (Sz): «Merz dovrebbe pulire un bagno, così capirebbe cosa significa fare un lavoro sporco. Invece Merz definisce un lavoro sporco il fatto che delle persone vengono uccise. In questo modo, prende in giro le vittime della guerra e della violenza».

Van Aken, che è membro della commissione Esteri del Bundestag, ha poi sottolineato: «Bisogna impedire che l'Iran abbia la bomba atomica. Questo è possibile attraverso negoziati. Oppure attraverso una guerra sporca. Possiamo ancora decidere quale strada vogliamo seguire». Questa mattina anche dalla Spd si era sollevato un rumoroso dissenso: il parlamentare socialdemocratico Ralf Stegner ha definito «sconcertanti» le parole del cancelliere.

18:48
18:48
Gli USA lavorano a voli di evacuazione per gli americani in Israele

L'ambasciata americana in Israele sta lavorando a voli di evacuazione e partenze in nave per i cittadini americani che vogliono lasciare Israele. Lo afferma l'ambasciatore americano Mike Huckabee.

18:39
18:39
«Terza portaerei USA in Medio Oriente»

La portaerei americana USS Ford Carrier Strike Group verrà dispiegata in Medio Oriente la prossima settimana portando così a tre il numero di navi da guerra Usa nell'area. Lo riferiscono due funzionari alla Cnn.

18:38
18:38
Hacker contro la più grande piattaforma cripto in Iran

Corre anche sul web la guerra tra Israele e Iran. E dopo le banche, è il turno delle criptovalute. Un nuovo cyber attacco ha colpito Nobitex, la più importante piattaforma di scambio di criptovalute in Iran.

A rivendicarlo, su X, è il gruppo di hacker filo israeliani noti come Predatory Sparrow. Pronti a pubblicare, nelle prossime ore, il codice sorgente di Nobitex e altre informazioni interne della Borsa. All'annuncio del gruppo segue la minaccia, più che mai esplicita a chi dispone di quelle valute: «Tutti i beni lasciati lì, dopo saranno a rischio», scrivono su X.

I pirati informatici sono gli stessi che 24 ore fa avevano attaccato Bank Sepah, storico istituto di credito pubblico di Teheran, mandando in tilt ogni operazione. Nobitex conferma la violazione ma limita gli effetti a una parte degli asset. E assicura che, una volta accertati, risarcirà i danni. Secondo le prime stime, il blitz avrebbe provocato un 'buco' di decine di milioni di dollari. Fino alle ipotesi più fosche di un furto di 90 milioni di dollari.

Riguardo alla banca Sepah, la 'colpa' sta nei presunti legami dell'istituto con i Guardiani della rivoluzione islamica. In sostanza, userebbe i soldi dei risparmiatori della più grande banca del Paese per finanziare il programma di missili balistici e quello nucleare.

Più o meno le stesse accuse attribuite a Nobitex: finanzierebbe il terrorismo e, grazie agli scambi di criptovalute, riuscirebbe ad aggirare le sanzioni internazionali. Senza nasconderlo. Anzi, «lo dichiara esplicitamente sul suo sito web», è l'ulteriore affondo.

Da qui la sfida degli hacker. Che a sostegno del nuovo attacco, ricordano che per la repubblica islamica lavorare alla Nobitex equivale a fare il servizio militare obbligatorio. Insomma, il legame sarebbe così stretto e strategico che Nobitex è considerata un'alternativa alla leva.

17:05
17:05
L'Iran replica a Trump: «Mai chiesto un incontro, guerrafondaio»

La missione iraniana presso l'Onu ha replicato alle parole di Trump secondo cui Teheran avrebbe contattato Washington chiedendo un incontro alla Casa Bianca. «Nessun funzionario iraniano ha mai chiesto di strisciare ai cancelli della Casa Bianca», ha affermato citato da Sky News.

«L'unica cosa più spregevole delle sue bugie è la sua codarda minaccia di 'eliminare' la Guida Suprema dell'Iran. »L'Iran NON negozia sotto costrizione, NON accetterà la pace sotto costrizione, e certamente NON con un guerrafondaio«. L'Iran »risponderà a qualsiasi minaccia con una contro-minaccia e a qualsiasi azione con misure di reciprocità.«

17:03
17:03
Trump: «Ho detto a Netanyahu di andare avanti»

«Parlo» con il premier israeliano «ogni giorno». Lo ha detto Donald Trump, sottolineando che il suo messaggio a Benjamin Netanyahu è quello di «andare avanti».

17:03
17:03
Dagli USA 4 B-2 in una base nell'Oceano indiano

Foto satellitari della base di Diego Garcia, in Territorio britannico nell'Oceano Indiano, mostrano quattro bombardieri B-2, in grado di trasportare un carico di 18 tonnellate e volare senza rifornimento fino a 11.000 chilometri.

Si tratta degli unici velivoli dell'esercito Usa previsti per il trasporto della gigantesca bomba Mop (abbreviazione di Massive Ordnance Penetrator), nota anche con il nome in codice GBU-57, una bomba da 12,3 tonnellate sviluppata proprio per colpire gli impianti nucleari sotterranei di Fordow, in Iran. Lo riferisce Ynet in un servizio basato anche su fonti di intelligence e foto satellitari.

17:02
17:02
Trump: «Gli iraniani hanno suggerito di venire alla Casa Bianca a negoziare»

«Gli iraniani hanno suggerito di venire alla Casa Bianca a negoziare». Lo ha detto Donald Trump ai giornalisti al seguito. «Io non posso andare lì con tutto quello che sta succedendo», ha aggiunto.

17:01
17:01
Trump insiste, l'Iran deve arrendersi senza condizioni

Donald Trump ha ribadito che dall'Iran vuole una «resa incondizionata». «Non deve avere l'arma nucleare, deve rinunciarvi», ha insistito il presidente americano alla Casa Bianca.

«Attaccare i siti nucleari iraniani? Certo non lo dirò a voi», ha aggiunto rispondendo ai giornalisti, precisando che Teheran si trova «in guai grossi e vuole negoziare».

17:00
17:00
Enorme colonna di fumo bianco a Teheran dopo il raid

Un'enorme colonna di fumo bianco è stata avvistata nel sud-est di Teheran, dopo una nuova serie di potenti esplosioni, hanno osservato i giornalisti dell'Afp.

17:00
17:00
«Distrutta la sede della sicurezza interna del regime iraniano»

Israel Katz, ministro della difesa israeliano, ha annunciato che «l'aeronautica ha appena distrutto la sede della sicurezza interna del regime iraniano: il principale braccio della repressione del dittatore iraniano». «Continueremo a colpire i simboli del potere e a colpire il regime degli ayatollah ovunque», ha aggiunto.

15:18
15:18
«Sanzionerei Israele, ma non c'è intesa fra i 27»

«Parlate come se io fossi l'unica responsabile di quello che succede a Gaza. Io non rappresento me stessa qui, io rappresento 27 Stati membri, se spettasse a me decidere personalmente io una decisione la prenderei ma non lo posso fare perché rappresento 27 Stati membri e serve l'unanimità». Lo ha detto l'Alto rappresentante Ue Kaja Kallas intervenendo al dibattito al Parlamento Europeo sulla necessità di misure contro Israele.

«Questa è la mia frustrazione e se portassi la proposta al Consiglio forse mi sentirei meglio ma so che non passerebbe e mostrerebbe la nostra divisione», ha detto ancora, visibilmente turbata.

15:13
15:13
«Bisogna intensificare gli sforzi diplomatici fra Israele e Iran»

"Putin e il presidente degli Emirati Arabi Uniti spingono per una risoluzione del conflitto Iran-Israele il prima possibile, intensificando gli sforzi diplomatici": è quanto afferma il Cremlino, citato dalla Tass, dopo una telefonata tra il presidente russo e quello degli Emirati arabi uniti, Mohammed bin Zayed Al Nahyan.

I due, aggiunge il Cremlino, "esprimono profonda preoccupazione per l'escalation del conflitto iraniano-israeliano, che presenta gravi conseguenze negative per la regione".

14:38
14:38
Nuova serie di potenti esplosioni nell'est di Teheran

Una nuova serie di potenti esplosioni stanno interessando la zona est di Teheran. Lo riferisce l'Afp sul posto.

14:37
14:37
Londra ordina l'evacuazione dei familiari dei diplomatici impegnati in Israele

Il governo di Londra ha ordinato l'evacuazione dei familiari dei diplomatici britannici da Israele per ragioni precauzionali, sullo sfondo dell'escalation militare con l'Iran. Lo rende noto il Foreign Office.

Già nei giorni scorsi il governo Starmer aveva sconsigliato a tutti i cittadini del Regno Unito di viaggiare in Israele (mentre i viaggi in Iran sono sconsigliati da tempo). Nonché ai britannici presenti nel Paese di registrarsi online presso un portale ad hoc, in vista di eventuali misure protettive di emergenza.

14:35
14:35
Gaza: «11 morti e oltre 70 feriti presso sito di aiuti»

Secondo i media di Gaza, 11 persone sarebbero rimaste uccise e oltre 70 ferite da fuoco israeliano mentre attendevano la distribuzione di aiuti nella zona del corridoio di Netzarim, nel centro della Striscia.

Non è chiaro se l'episodio sia avvenuto all'interno o nei pressi di un centro di distribuzione gestito dalla Gaza Humanitarian Foundation (GHF), che opera nella zona. Al momento non sono stati diffusi filmati dall'area, e l'IDF non ha rilasciato commenti sull'accaduto. I centri di distribuzione della GHF, sostenuti da Israele e Stati Uniti, sono spesso teatro di incidenti mortali.

13:59
13:59
I pasdaran blindano la tv iraniana dopo il raid di Israele

Il corpo della Guardia Rivoluzionaria Islamica (pasdaran) ha preso il controllo della sicurezza attorno al quartier generale della tv pubblica iraniana, bombardata negli ultimi giorni da Israele in un'area residenziale del settore nord di Teheran.

Lo sostiene il canale Iran International, organo d'informazione legato ad ambienti dell'opposizione iraniana in esilio con base a Londra, riferendo di aver appreso da proprie fonti in Iran che ieri alcuni dipendenti dell'emittente avrebbero cercato di rifiutarsi di tornare al lavoro nel timore di altri attacchi.

Lo stesso Iran International evoca inoltre oggi allarmi crescenti, e una stretta degli apparati di controllo, su presunte minacce d'infiltrazione di agenti al soldo del Mossad israeliano, che sarebbero intenzionati fra l'altro a sabotare "i trasporti" e altri servizi pubblici nella capitale iraniana.

13:55
13:55
«Rubio ci ha detto che gli USA non sarebbero intervenuti in Iran: ritengo che la posizione sia ancora questa»

«Le dichiarazioni sono state molto chiare: Rubio ha detto che gli USA non sarebbero intervenuti nella guerra e non avrebbero attaccato, e poiché io apprezzo molto il collega, che ha anche ribadito l'affermazione, ritengo che la posizione degli USA sia ancora questa». Lo ha detto il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul, in conferenza stampa a Berlino con l'omologo giordano, rispondendo a una domanda sugli sviluppi della guerra fra Israele e Iran.

13:49
13:49
Ostaggi francesi in Iran, i famigliari: «Siamo terrorizzati»

I famigliari di Cécile Kohler e Jacques Paris, la coppia di francesi detenuti in Iran, si dicono ''terrorizzati'', dopo i raid israeliani su Teheran: è quanto dichiarato dalla sorella di Cécile, Noémie Kohler, citata dall'agenzia France Presse.

«Dal 30 maggio non abbiamo più notizie, non ci sono più stati segnali di vita di Jacques e Cécile e le autorità francesi non riescono ad ottenere informazioni», spiega la donna, aggiungendo che i timori sono ulteriormente aumentati per i bombardamenti causati dall'esercito israeliano sull'Iran dal 13 giugno.

«Abbiamo visto che almeno due attacchi sono avvenuti a circa 2 chilometri dal luogo in cui sono detenuti, quindi è estremamente vicino. Sospettiamo che abbiano sentito le esplosioni, ma non abbiamo idea di come stiano, non abbiamo idea del livello di informazioni a cui abbiano accesso (...) non sappiamo se le condizioni in prigione siano peggiorate in relazione alla situazione, siamo completamente all'oscuro e siamo davvero terrorizzati».

«Ciò che chiediamo alle autorità francesi è che usino tutta la loro influenza diplomatica per fermare i bombardamenti», continua Noémie Kohler, invocando «il trasferimento umanitario» di Cécile Kohler e Jacques Paris, «in imminente pericolo di vita».

Kohler è una docente di 40 anni nata nell'est della Francia, ed è stata arrestata con il compagno Jacques Paris, settantenne, il 7 maggio 2022 l'ultimo giorno di un viaggio in Iran per turismo. Sono incarcerati attualmente nella prigione di Evin a Teheran. Per loro, l'accusa di «spionaggio» da parte delle autorità iraniane. Parigi li considera «ostaggi di stato». Si tratta degli ultimi due francesi nelle carceri dell'Iran, che ha nelle sue carceri una ventina di occidentali.

13:03
13:03
Khamenei risponde a Trump: «Se gli USA ci attaccano, saranno ricambiati con un danno irreparabile»

Se gli USA dovessero attaccare l'Iran, saranno ricambiati con un «danno irreparabile». L'ha detto la guida suprema ayatollah Ali Khamenei in un discorso televisivo. Lo riferisce l'agenzia di stampa ufficiale IRNA.

«Chiunque conosca l'Iran, il suo popolo e la sua storia non si rivolgerebbe mai a questa nazione con toni minacciosi, poiché l'Iran non si arrenderà» ha affermato Khamenei.

«Gli americani sappiano che qualsiasi intervento militare da parte loro sarà senza dubbio ricambiato con un danno irreparabile», ha continuato il capo del regime iraniano.

Khamenei ha elogiato il comportamento del popolo iraniano di fronte all'aggressione: «Il popolo iraniano si oppone fermamente alla guerra imposta, così come si opporrà con altrettanta fermezza alla pace imposta; questa nazione non si sottometterà mai a imposizioni di alcuno».

Israele ha commesso un «errore enorme» bombardando i siti militari e nucleari iraniani, oltre che infrastrutture non militari. E per questo verrà «punito», ha proseguito la Guida suprema iraniana, stando a quanto riferito dai media iraniani.

Il popolo iraniano, ha aggiunto Khamenei, non dimenticherà il sangue versato dai «martiri», vittime dei raid israeliani, e l'attacco contro il loro territorio. Khamenei ha poi «lodato il comportamento fermo, coraggioso e tempestivo della nazione iraniana».

12:05
12:05
«La situazione nelle centrali nucleari è buona»

"La situazione degli impianti nucleari è buona". Lo ha affermato il capo dell'Organizzazione iraniana per l'Energia Atomica, Mohammad Eslami, nel contesto del conflitto tra Iran e Israele e dei raid dello Stato ebraico contro i siti nucleari iraniani.

"Il nemico deve essere sicuro che non andrà da nessuna parte, e non l'ha ancora fatto", ha aggiunto Eslami, come riferisce Tasnim, dichiarando che "il morale dei nostri colleghi è eccellente".

12:04
12:04
L'offensiva di terra a Gaza avanza a Jabalia

L'IDF ha fatto sapere che l'offensiva terrestre contro Hamas nella Striscia di Gaza si sta spingendo verso Jabalia, nel nord della Striscia. In un episodio avvenuto ieri sera, l'esercito afferma che le truppe hanno individuato tre terroristi che si avvicinavano alle forze e hanno richiesto un attacco aereo. Anche un edificio utilizzato da Hamas è stato preso di mira nella zona.

La 252esima divisione, che opera nel centro dell'enclave, ha ucciso due "sospetti che rappresentavano una minaccia" e ha diretto un attacco contro un tunnel di Hamas. A Khan Younis, nella parte meridionale di Gaza, la 36esima divisione sta bonificando l'area dalle infrastrutture di Hamas.

L'IDF inoltre afferma che in un incidente a Khan Younis, le truppe hanno individuato quello che sembrava essere un carico di aiuti umanitari in un edificio, ma dopo ulteriori indagini hanno scoperto che si trattava di una trappola: i soldati hanno lanciato due ordigni esplosivi nell'edificio, facendo esplodere la bomba piazzata da Hamas e facendo crollare la struttura.

12:03
12:03
AIEA: «Due siti di produzione di centrifughe distrutti in Iran»

L'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA) «ha informazioni secondo cui due impianti di produzione di centrifughe in Iran, l'officina Tesa di Karaj e il Centro di Ricerca di Teheran, sono stati colpiti». Entrambi i siti erano precedentemente sottoposti a monitoraggio e verifica da parte dell'AIEA nell'ambito del JCPOA, l'accordo sul nucleare iraniano. Lo scrive l'agenzia ONU su X.

«Nel sito di Teheran, è stato colpito un edificio dove venivano prodotti e testati rotori per centrifughe avanzate. A Karaj, sono stati distrutti due edifici dove venivano prodotti diversi componenti per centrifughe».

12:03
12:03
«Khamenei terrà un discorso televisivo»

La guida suprema iraniana ayatollah Ali Khamenei terrà a breve un discorso alla nazione. Lo ha riferito l'agenzia di stampa Mehr.

«Un videomessaggio della Guida Suprema dell'Iran alla nazione sarà pubblicato tra pochi minuti», ha dichiarato l'ufficio stampa di Khamenei.

11:42
11:42
Dal 12 giugno +700% di attacchi informatici contro Israele

Dal 12 giugno, giorno in cui Israele ha avviato un'operazione militare contro l'Iran, gli attacchi cyber diretti a obiettivi israeliani sarebbero cresciuti del 700% rispetto al periodo precedente. Insieme a questi, c'è anche un'ascesa di fake news e disinformazione. Lo ha rivelato la società di sicurezza informatica Radware, che attribuisce gran parte delle campagne malevoli ad attori filo-iraniani.

«L'aumento del 700% delle attività dannose in così pochi giorni deriva da operazioni di ritorsione informatica da parte di attori statali iraniani e gruppi di hacker filo-iraniani - afferma Ron Meyran, vicepresidente di Cyber ;;Threat Intelligence di Radware al sito Jerusalem Post - Tra le attività, rileviamo attacchi DdoS, tentativi di infiltrazione contro infrastrutture critiche, furto di dati e campagne di distribuzione di malware».

Stando agli esperti, tra le vittime degli attacchi rientrano siti web governativi, istituti finanziari, aziende di telecomunicazioni e infrastrutture critiche.

Altre compagnie di cybersecurity, come Check Point Software Technologies, che ha sede anche in Israele, hanno osservato un aumento di operazioni digitali volte a destabilizzare l'opinione pubblica. Una di queste, si legge sul sito Axios, prevedeva l'invio di un messaggio di testo a migliaia di israeliani in cui si avvisava che le forniture di carburante sarebbero state sospese per 24 ore. Un altro messaggio avvertiva di un possibile attacco terroristico in un rifugio, invitando i destinatari a evitare la zona.

«Un evidente tentativo di seminare il panico durante gli attacchi missilistici. L'obiettivo principale è l'intimidazione, la diffusione di fake news e la disinformazione», ha spiegato ad Axios Gil Messing, capo dello staff di Check Point Software Technologies.

10:45
10:45
«Gli USA si stanno ritirando dalle basi siriane: l'ISIS avanza»

Le forze statunitensi si sono ritirate da diverse basi nel nord-est della Siria, secondo quanto riportato dalla Reuters sul suo sito.

Durante un sopralluogo in due basi in particolare, i giornalisti di Reuters sono stati testimoni di una accelerazione del ritiro delle truppe che, secondo il comandante delle forze curde siriane sostenute dagli Stati Uniti, sta permettendo una rinascita dello Stato Islamico.

La scorsa settimana le due basi - scrivono i reporter - erano quasi deserte, entrambe sorvegliate da piccoli contingenti delle Forze Democratiche Siriane, il gruppo militare a guida curda che Washington sostiene da un decennio nella lotta contro lo Stato Islamico.

10:45
10:45
«Abbattuto un F-35 israeliano»

La difesa aerea iraniana ha colpito e abbattuto un caccia F-35 israeliano nella zona di Javadabad, nei pressi di Varamin, località a circa 80 km a sud est di Teheran. Lo ha annunciato il prefetto di Varamin, come riferisce l'agenzia di stampa ufficiale IRNA.

L'aviazione di difesa dell'esercito ha "colpito e distrutto un caccia F-35 ostile delle forze del regime sionista nell'area di Javadabad, nel distretto di Varamin", ha dichiarato il governatore speciale di Varamin, secondo l'IRNA.

Le squadre di sicurezza e i militari - ha scritto ancora l'agenzia iraniana - stanno esaminando i dettagli e presto saranno fornite ulteriori informazioni.

10:44
10:44
«Calata l'intensità dei missili iraniani»

L'ultima notte è stata segnata da «un calo d'intensità» nel lancio dei missili iraniani su Israele in risposta agli attacchi dello Stato ebraico. Lo sostiene Danny Citrinowicz, ex ufficiale dell'intelligence militare israeliana, direttore del dipartimento di studi sull'Iran e l'Islam sciita all'Institute of National Security Studies di Tel Aviv e analista dell'Atlantic Council americano.

Intervistato dal canale Iran International, organo d'informazione legato ad ambienti dell'opposizione iraniana in esilio con base a Londra, Citrinowicz ha definito la nottata appena trascorsa «la più tranquilla» per Israele in sei giorni di scontri. E ha ipotizzato che Teheran tema di ritrovarsi «a corto di missili»: secondo stime d'intelligence da lui citate, prima dell'inizio della guerra la Repubblica Islamica ne disponeva in tutto di «circa 2000» operativi.

10:44
10:44
Cyberattacco israeliano al più grande exchange di criptovalute in Iran

Il gruppo di hacker filo-israeliano «The Predatory Sparrow» ha annunciato un nuovo attacco informatico contro il più grande exchange di criptovalute dell'Iran, dopo il cyberattacco di ieri alla principale banca della repubblica islamica.

L'exchange Nobitex è stato attaccato, riferisce il gruppo. The Predatory Sparrow ha minacciato di divulgare tutte le informazioni interne della Borsa entro 24 ore, accusando Novitec di finanziare il terrorismo iraniano e di aggirare così le sanzioni internazionali.

10:21
10:21
Nei suoi raid, Israele ha colpito l'università di Teheran

Non solo siti nucleari, ma anche un'università di Teheran è stata presa di mira dagli attacchi di questa notte sull'Iran. Lo riportano i media britannici, precisando che si tratta della Imam Hossein, un ateneo che si ritiene finanziato dal corpo della Guardia Rivoluzionaria Islamica (i cosiddetti pasdaran) alla periferia est della capitale iraniana. Ignoti al momento i possibili danni.

10:06
10:06
«Almeno 34 morti nei bombardamenti dell'IDF a Gaza»

Secondo l'agenzia di stampa palestinese Wafa, questa mattina almeno 34 persone sono state uccise e decine ferite durante i bombardamenti dell'IDF in diverse zone della Striscia di Gaza.

Il corrispondente della Wafa ha riferito che tra le vittime, 11 palestinesi sono stati uccisi e decine di richiedenti aiuti sono rimasti feriti nei pressi di Wadi Gaza, nella Striscia di Gaza centrale. Massicci bombardamenti hanno colpito a est di Gaza City e a Jabalia, nel nord della Striscia.

09:24
09:24
«Israele sta esaurendo i missili intercettori Arrow»

Secondo il Wall Street Journal una carenza di missili intercettori Arrow potrebbe influire negativamente sulle capacità difensive di Israele contro i missili balistici a lungo raggio lanciati dall'Iran.

Lo afferma una fonte americana, che ha anche spiegato che gli Stati Uniti sono consapevoli del problema e stanno lavorando per migliorare il sistema di difesa terrestre, marittimo e aereo. Secondo la fonte, il Pentagono ha inviato aiuti nella regione, ma ora si teme che gli Stati Uniti stiano «bruciando» le proprie scorte.

Tom Krako, direttore del Missile Defense Project presso il Center for Strategic and International Studies, ha dichiarato al quotidiano americano che «Stati Uniti e Israele non possono intercettare missili a tempo pieno. Non possiamo permetterci di stare a guardare e giocare a questo gioco». La maggior parte dei missili balistici lanciati dagli iraniani viene intercettata dai missili Arrow, ma anche la Fionda di David partecipa alla difesa aerea, così come il sistema americano Thaad.

09:23
09:23
«Trump non ha ancora deciso se attaccare l'Iran»

Il presidente Donald Trump non ha ancora deciso se gli Stati Uniti si uniranno a Israele per attaccare i programmi nucleari e militari iraniani, stando alle dichiarazioni di alcuni funzionari della Casa Bianca al Wall Street Journal.

Le fonti affermano che l'attacco è stata una delle diverse opzioni discusse durante una riunione tra Trump e il suo team di sicurezza nazionale. Il report afferma che il presidente Trump spera ancora che la minaccia di un'azione militare statunitense porti l'Iran ad accettare le richieste degli Stati Uniti nei colloqui sul nucleare.

07:08
07:08
Il punto alle 7.00

Nuova notte di missili tra Israele e Iran, con Teheran che ha dichiarato di avere utilizzato anche quelli ipersonici. Le Forze di difesa dello Stato ebraico (IDF) affermano di aver colpito i siti di produzione di centrifughe usati per il programma nucleare iraniano.

La Guida Suprema, l'Ayatollah Ali Khamenei, ha affermato che l'Iran «non scenderà mai a compromessi». «Non mostreremo alcuna pietà per i sionisti», si legge in una traduzione di un post su X. Mentre in un altro messaggio, la Guida suprema iraniana ha avvertito: «La battaglia ha inizio».

Nella notte sono nuovamente scattati gli allarmi in Israele per il lancio di missili dall'Iran. Sirene sono risuonate a Tel Avifv, Gerusalemme, nel Golan e nel centro del Paese. Nei nuovi attacchi sono caduti missili nell'area di Gerusalemme e nel centro di Israele. Una parte è stata intercettata dai sistemi di difesa, ha reso noto l'IDF. Non risultano per il momento feriti.

Il Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC) dell'Iran ha dichiarato che durante l'ultimo attacco a Israele sono stati usati anche missili ipersonici. Dal canto loro, le Forze di difesa israeliane hanno dichiarato di aver colpito i siti di produzione di centrifughe usati per il programma nucleare e di armi dell'Iran.

Ieri sera il presidente americano Donald Trump e Netanyahu hanno avuto un colloquio telefonico. Stando al Washington Post, senza rifornimenti americani o un maggiore coinvolgimento degli Stati Uniti, Israele può mantenere la sua difesa missilistica per altri 10-12 giorni se l'Iran manterrà i suoi attacchi costanti. Il quotidiano statunitense cita alcune fonti informate, secondo le quali già entro la fine della settimana lo Stato ebraico potrebbe essere in grado di intercettare solo una parte minore di missili per razionare le sue munizioni difensive.