La "Balena di Londra" rompe il silenzio: "Io capro espiatorio"

NEW YORK - Bruno Iksil, la "Balena di Londra" di JPMorgan, rompe il silenzio dopo quattro anni. "Sono stato il capro espiatorio" per scommesse "iniziate, approvate, chieste e monitorate" dal management. In una lettera inviata a diversi quotidiani, Iksil afferma che i media hanno mal interpretato il suo ruolo nel caso del 2012, costato a JPMorgan perdite per 6 miliardi di dollari. E critica il soprannome Balena di Londra, che gli è stato affibbiato per le scommesse talmente elevate sui derivati da influenzarne il mercato.
"Le perdite non sono state frutto dell'azione di una persona che agiva senza autorizzazione. Il mio ruolo era quello di eseguire la strategia di trading approvata e monitorata dal management", mette in evidenza Iksil, precisando che doveva seguire la strategia che gli veniva indicata.
L'amministratore delegato di JPMorgan, Jamie Dimon, nel 2013 annunciando il patteggiamento con le autorità sulla Balena di Londra aveva detto che la banca "accettava la responsabilità e riconosceva i propri errori dall'inizio. Da questi abbiamo imparato e abbiamo lavorato per risolverli".