Il caso

La bufala russa sulla nube radioattiva smentita dai dati in tempo reale dell'UE

Già negate dall'Agenzia atomica polacca, le affermazioni di Patrushev non trovano conferma nei numeri: i dati raccolti dal Radioactivity Environmental Monitoring data bank (REMdb) non hanno mostrato picchi che lascino pensare ad alcun disastro atomico
© EPA/Macim Shipenkov/Keystone
Red. Online
19.05.2023 18:30

Nikolai Patrushev ne ha combinata un'altra delle sue. Il Capo del Consiglio di Sicurezza rosso, ex ufficiale del KGB, ha provato a spaventare l'Europa: «Un deposito di munizioni all'uranio impoverito inviate dall'Occidente è stato distrutto da un bombardamento russo. Una nube radioattiva si muove verso l'Europa». Secondo Patrushev, non nuovo a grosse sparate, «un aumento dei livelli radioattivi» sarebbe già stato registrato in Polonia. La notizia è stata prontamente smentita dall'Agenzia atomica polacca: «Non abbiamo ricevuto alcuna notifica di emergenza radioattiva». Dopo le «informazioni false sul pericolo di radiazioni in Polonia», l'Agenzia spiega che «la situazione nel Paese è normale»: i picchi «osservati negli ultimi giorni in Polonia, ma anche nel resto d'Europa, non sono insoliti» e si «verificano regolarmente» con le piogge.

Le affermazioni dell'Agenzia atomica polacca sono confermate dai dati raccolti in tempo reale dal Radioactivity Environmental Monitoring data bank (REMdb), centro di ricerca creato dopo il disastro di Chernobyl dalla Commissione europea proprio per monitorare i livelli di radioattività nel continente.

I dati riscontrabili su REMdp parlano chiaro: i numeri registrati nelle ultime due settimane non presentano alcuna anomalia. 

Il video da noi creato tiene in considerazione le ultime due settimane (5-19 maggio). I dati raccolti da REMdb mostrano come le radiazioni registrate nell'ambiente da stazioni europee non abbiano subito variazioni sostanziali. La quasi totalità delle stazioni registra infatti numeri che variano dai 0 ai 200 nanosievert all'ora (nSv/h). Le stazioni che registrano numeri nella fascia superiore (200-300 nSv/h), nell'arco di questi quattordici giorni, rimangono poche (una trentina). Due o tre, a seconda del giorno, quelle ancora sopra (300-500 nSv/h).

Valori che variano fra i 0 e i 200 nSv all'ora non sono nulla di anomalo. I dati sono confermati da quanto rilevato dalle stazioni svizzere. Sul nostro territorio, annota l'Ufficio federale della protezione della popolazione (UFPP) sul proprio sito, i valori medi dell'intensità di dose ambientale delle singole stazioni variano, a seconda del luogo, tra 80 e 260 nanosievert all'ora. Proprio ieri, la stazione di Locarno Monti ha registrato un valore medio giornaliero di 148 nSv/h. Alla stazione di Magadino/Cadenazzo il dato era invece di 126 nSv/h, 115 a Lugano, 128 a Stabio e 136 nsV/h a Piotta.

Valori del 18.5.2023. © UFPP Centrale nazionale d'allarme
Valori del 18.5.2023. © UFPP Centrale nazionale d'allarme

L'unico cambiamento degno di nota registrato da REMdb? Tra il 16 e il 17 maggio, quando le stazioni russe sono tornate a fornire dati al centro di ricerca, nuovi "puntini" compaiono sulla mappa (la disponibilità di dati dalla Russia si interrompeva il 4 maggio). 

Insomma, quella di Patrushev ha tutta l'aria di essere una grossa grassa bufala.

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